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Per l’Abruzzo un gelido Natale di promesse non mantenute

Publie le mercoledì 23 dicembre 2009 par Open-Publishing
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Le stelle luminose si accendono e si spengono su quel che resta della casa dello studente. «Non sono un addobbo, sono uno schiaffo per chi passa di qui», dice Antonietta, la zia di Davide Centofanti, morto lì sotto insieme ad altri sette ragazzi. Stelle per ricordare e per chiedere giustizia, Antonietta è andata a cercarle quelle stelle, poi ha chiamato i vigili del fuoco che hanno scavato per cercare quei ragazzi, quei corpi.

Le ha affidate a loro, quelle stelline perché le sistemassero, alimentate dai due lampioni della strada. Fa un freddo cane a l’Aquila, nei giorni che precedono il primo Natale del dopo 6 aprile. Per fortunanon c’è più nessuno in tenda,ma nelle roulotte e nei camper la vita di chi ha accettato la sistemazione autonomanon è facile.E nonè facile neppure per chi è sfollato (sono in 4000) a Revisondoli, a Pescasseroli. «Il sistema dei trasporti è andato in tilt in tutto il paese - racconta Stefania Pezzopane, presidente della Provincia - figurati qui dove tante strade sono ancora chiuse, dove ci sono nuovi insediamenti». Vita difficile, ognuno con i suoi problemi. I pendolari, operai, insegnanti, professionisti che ogni giorno fanno su e giù per strade anche impervie e che ora devono anche pagare il ticket sull’autostrada e sono incazzati. I bambini, anche per loro c’è la dose di chilometri giornaliera. Quando è nevicato il sindaco Cialente ha fatto un’ordinanza di chiusura delle scuole, ma solo per un giorno. «I figli non si sa dove lasciarli. - spiega Stefania Pezzopane - Quando sono state fatte le assegnazioni le nonne, i parenti anziani spesso sono stati mandati in un’altra città ». E allora meglio riaprire subito le scuole, con qualsiasi tempo, per non abbandonare i bambini mentre gli adulti lavorano. Ognuno con le sue tristezze, con il senso di solitudine e di depressione.

Sono in 14.000 ad abitare sulla costa, «sparsi in decine di alberghi, maldistribuiti. - racconta ancora Stefania Pezzopane - volevano rientrare». Poi ci sono stati i ritardi nella consegna delle case e ora trascorreranno il Natale più malinconico. Magli aquilani non mollano la loro città. Tristezza e disagi non fermano né la protesta né la volontà di ricostruzione. «Noi chiediamo solo ciò a cui abbiamo diritto, quello che è stato datoad altri nelle nostre stesse condizioni ». Dignità e diritto comeè stato per i marchigiani e per gli umbri. Mercoledì, nella villa comunale sarà il turno dei disoccupati, dei cassaintegrati: hanno scelto un albero secolare del giardino per appendere lì i bigliettini che raccontano la loro condizione. Giovedì 24, vigilia, saranno tutte le categorie, sindacati e confindustria, confartigianato e piccoli imprenditori a ricordare che ancora non c’è il decreto che deve prorogare l’esenzione del pagamento di tasse e arretrati. «Il governo deve smettere - dice Stefania Pezzopane - di dividersi in buoni e cattivi». Perché non è questo il punto ma ciò che va fatto per la rinascita della città. Bertolaso dice di stare tranquilli, che il decreto ci sarà. Ma intanto le tasse si pagano già, le amministrazioni sono obbligate a fare le trattenute dalle buste paga.

Messaggi

  • All’Aquila Natale nelle case-container "E la televisione dice che la città rinasce."

    L’AQUILA - Cristina batte i piedi per il gran freddo. "Nella ’casetta’ del medico non riesco ad entrare. Mio marito Diego è stato operato al menisco, deve fare una visita. Ma nell’ambulatorio potrebbero entrare cinque o sei persone, non le cinquanta che hanno occupato ogni centimetro quadrato. Non resta che aspettare". Ieri meno tredici, la minima notturna. Oggi si è appena sopra lo zero. "Sarà anche colpa del freddo, ma è davvero difficile non arrabbiarsi. Accendi la tv, leggi certi giornali e tutti dicono che l’Aquila rinasce, che gran parte dei problemi sono risolti. E tu invece sei qui, a battere i piedi mentre aspetti di trovare il tuo medico di famiglia, in questa fila di casette che in realtà sono container, tutti in fila, accanto al vecchio campo dell’Acquasanta, con vista sul cimitero".

    Meglio avere qualcosa da fare, in queste ore. Così non si pensa troppo al Natale che sta arrivando. "Questa estate, quando si moriva dal caldo in tendopoli, avevamo una speranza: a Natale saremo a casa nostra, classificata ’B’. Le lesioni non sono pesanti - pensavamo - e basterà rimettere a posto i pavimenti, sistemare la facciata... E invece solo il 18 dicembre siamo riusciti, come condominio, a presentare la domanda per il finanziamento della ristrutturazione. Dovremo aspettare almeno due mesi per avere l’ok. Saremo a casa nostra a Natale, ma in quello dell’anno prossimo. E non voglio pensare alla casa dei miei genitori, che è stata classificata ’E’". Il freddo ha però obbligato a un ritorno nell’appartamento, per qualche minuto. "Abbiamo dovuto svuotare le tubature e i termosifoni, per impedire che il gelo li faccia scoppiare".

    Ancora poche ore, prima di quella vigilia che riuniva tutte le famiglie Milani. "Anche quest’anno - dice Cristina - riusciremo a trovarci attorno allo stesso tavolo, ma non nella casa che ci ha visti sempre uniti nell’attesa di Babbo Natale. Grazie a Dio, i titolari dell’hotel Canadian - dove sono ospiti mia mamma e mio papà - hanno organizzato una cena speciale per la vigilia. Papà e mamma hanno invitato la mia famiglia e mia sorella Fabiana con la figlia Maila. Sono davvero speciali, questi "padroni" di albergo. Come quelli dell’hotel dove sono ospite io, alla Compagnia del Viaggiatore, sono aquilani, e fanno di tutto per farci sentire come fossimo a casa. Insomma, cercheremo di fare un po’ di festa. Poi torneranno i pensieri di sempre: il ritorno a casa, la speranza di un lavoro... Difficile avere anche le piccole cose. Come psicologa, con la mia associazione avrei ottenuto un contrattino per lavorare 24 ore in sei mesi. E per questa "conquista" la conferma ancora non è arrivata. Se ne discuterà ancora a gennaio".

    Lavoro a tempo pieno, invece, per la sorella Fabiana. "Ho aperto il negozio di parrucchiera da dieci giorni. Ho fatto debiti, per pagare l’attrezzatura. Pago un affitto alto, ma mi sono buttata. Non potevo aspettare ancora. Spero che le mie clienti sappiano che ho riaperto il negozio. In questi giorni, sarà anche per le feste, non è andata male". La sua casa è agibile, ma ci sono altre fratture che non riguardano le pietre e il cemento. Fabiana ha raccontato nei giorni scorsi la separazione dal marito. "Ma io e Maila siamo ancora lì, nel piccolo appartamento, dove c’è anche mia suocera, che la Protezione civile ha mandato da noi perché proprietaria di una quota della casa. Si va avanti perché si deve andare avanti. Io i soldi per affittare un appartamento, con quello che spendo per il negozio, non li ho. Devo avere pazienza. Maila non fa che parlare della cena della vigilia con i nonni e le cugine Asia e Crystal. Noi grandi facciamo finta di niente. Siamo contenti che questo incontro ci sia, ma è meglio non pensarci troppo. Altrimenti ci torna in mente il Natale dell’anno scorso, quando siamo stati felici e poi siamo tornati nelle nostre case e non, come succede a Cristina e ai miei genitori, in una stanza di hotel".

    Un auditorium per la musica. Ma chi potrà ascoltarla?

    Nei giorni scorsi la Regione Trentino ha annunciato la costruzione di un auditorium per la musica all’Aquila, progettato da Renzo Piano. Nel merito, Eugenio Carlomagno e Patrizia Tocci, del comitato "Un centro storico da salvare", hanno inviato al sindaco Massimo Cialente (e per conoscenza al sottosegretario Guido Bertolaso, al prefetto Franco Gabrielli e alla presidente della Provincia Stefania Pezzopane) la seguente lettera aperta.

    "Egregio signor Sindaco, visto che ci stiamo avvicinando a Natale approfittiamo di questo spazio per ringraziare tutti quelli che, all’estero e in Italia, in mille modi diversi, sono stati sensibili e generosi con L’Aquila e i suoi abitanti. Abbiamo appreso dalla stampa che verrà realizzato dall’architetto Renzo Piano, nel parco del Castello, un auditorium per la musica finanziato dalla Regione Trentino. Ne siamo davvero orgogliosi e felici. Ma non sarebbe opportuno, prima, realizzare un piano complessivo che miri ad una riorganizzazione vera della città? Ci sembra che si stia procedendo a macchia di leopardo, con interventi casuali e spesso non urgenti. Ci sono delle priorità che non vengono assolutamente prese in considerazione: la sanità, la riorganizzazione di questa città e la ricostruzione rapida delle case e delle attività commerciali. Nell’ospedale civile San Salvatore, i malati (persone deboli e sofferenti) si trovano ancora in situazioni d’emergenza, senza le sale operatorie funzionanti, enormemente diminuito il numero dei posti letto. La mancanza di un vero piano traffico è evidente; nonostante i cambiamenti molto pesanti determinati non solo con la chiusura del centro storico ma a causa dei nuovi insediamenti, continuiamo a stare in un traffico impazzito. Esiste ancora un piano regolatore in questa città? Ci appelliamo al consiglio comunale perché riprenda una vera funzione di controllo e di progettualità valutando le vere urgenze e le vere necessità dei nostri cittadini. Ci sembra che il nostro territorio stia diventando una terra di nessuno dove basti avere i finanziamenti per proporre opere necessarie ma non urgenti in questa fase. Gli sforzi progettuali e i finanziamenti devono essere impiegati per ricostruire ciò di cui davvero la comunità sente il bisogno. Più volte abbiamo chiesto che i cittadini venissero coinvolti in questa fase così delicata per il nostro futuro. Per esempio le attività commerciali sono state completamente ignorate da qualsiasi piano di ricostruzione; i problemi degli studenti, che sono stati la maggior risorsa economica di questa città, - non vengono presi in considerazione se non per interventi casuali e scollegati da una vera visione della importanza odierna e futura dell’università".

    "La musica, il teatro e tutte le varie attività culturali sono necessarie. Ma è prioritario riportare tutti gli abitanti in questa città, perché possano ascoltare la musica, andare a teatro e partecipare alle attività culturali. Oppure rischiamo, tra qualche anno, di avere bellissime cattedrali in un deserto".

    abruzzo.indymedia.org

  • Tasse nel cratere, si organizza la mobilitazione generale

    L’AQUILA. Tutti pronti per la grande mobilitazione contro il provvedimento delle tasse. Cialente scrive a Berlusconi. Pezzopane invita il ministro Tremonti tra le macerie.

    Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali e delle imprese di tutti i settori economici - Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Api, Apce, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Cia - hanno incontrato il prefetto Gabrielli e il commissario Bertolaso, ai quali hanno illustrato le pesanti difficoltà e i drammatici problemi - spiegano le stesse organizzazioni in una nota congiunta - che ogni giorno vivono le aziende di qualsiasi comparto, i lavoratori, i pensionati e i cittadini, a causa dei ritardi e delle incertezze del governo nelle azioni di sostegno all’economia e di aiuto al lavoro. In particolare le spinose vicende relative alla sospensione delle tasse, alla necessita’ di finanziare adeguatamente ed attivare la zona franca, a quelle misure di sostegno alle attivita’ produttive che sono state promesse ma delle quali non c’e’ ancora nulla di concreto.

    Al prefetto Gabrielli e al commissario Bertolaso e’ stato dunque annunciato che tutte le forze sociali del territorio hanno deciso di avviare unitariamente una grande iniziativa di mobilitazione che coinvolgerà l’intera cittadinanza e che non si esaurirà in pochi giorni o in iniziative simboliche.

    Al contrario e’ stato spiegato che la mobilitazione della città finirà soltanto quando il governo avrà ufficialmente e con documenti scritti dato concreta soluzione ai problemi di un territorio devastato dal terremoto, rispondendo con i fatti e non con gli annunci alle richieste delle forze sociali ed economiche, richieste per altro indispensabili ad avviare una ripresa dell’economia e del lavoro nel bacino aquilano.

    Nel comunicare l’avvio della mobilitazione, le organizzazioni annunciano anche che la prima iniziativa sarà un incontro con la stampa nazionale e locale che si terrà nella tensostruttura di piazza Duomo il 24 dicembre, alle ore 15, un incontro che servirà a sottolineare l’urgenza dei provvedimenti attesi dalle aziende, dai lavoratori, dai disoccupati e da tutta la cittadinanza.

    LA RABBIA DI PEZZOPANE

    Agguerrita più che mai in questi giorni è anche la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane che ha parlato di «palese braccio di ferro» con il Governo «sui nostri sacrosanti diritti».

    Anche ieri mattina è continuato il pressing della Provincia sulla Presidenza del Consiglio dei Ministri «per assicurare ai nostri terremotati gli stessi diritti di altri, visto che non sembra dato così per scontato da un Governo che ogni giorno gioca al ribasso come in un poker al contrario».

    La popolazione terremotata dell’Aquila intanto sta già pagando le tasse sulle buste paga di novembre e dicembre, le mensilità più sostanziose per le tredicesime.

    «Già questo non doveva accadere», ha detto Pezzopane. «Siamo già fuori dai patti e dai diritti. Sembra quasi che l’agonia di una decisione venga volutamente prolungata per prendere tempo e rosicchiare il più possibile i benefici ai terremotati per far quadrare i conti sgangherati di Tremonti».
    «Apprezziamo gli sforzi onesti di Bertolaso», ha aggiunto la presidente, «ma preoccupa non poco la mancanza di altri di una reale percezione della situazione. Vorrei tanto vedere Tremonti passeggiare fra le nostre macerie e parlare con le imprese e con i lavoratori. Ma vorrei anche che si smettesse questo malizioso gioco delle parti fra i buoni ed i cattivi del Governo. La linea deve essere una sola, chiara e definitiva. Altrimenti si prende in giro la gente».
    A breve si tornerà a pagare il bollo auto e i pendolari pagheranno il pedaggio autostradale per viaggiare dagli hotel della costa dove sono in residenza forzata.

    Per il pagamento delle tasse fuori dal cratere c’è un vuoto normativo e i commercialisti stanno chiedendo solo chiarezza, non altre proroghe.

    CIALENTE SCRIVE A BERLUSCONI

    Intanto in una nuova riunione del Consiglio dei Ministri all’Aquila è stata chiesta dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, al capo del Governo, Silvio Berlusconi.

    «E’ necessario fare il punto della situazione a otto mesi dal sisma – ha dichiarato il primo cittadino del capoluogo abruzzese – ed è il momento opportuno per una seconda seduta dell’Esecutivo nella nostra città».
    Cialente, che ha rinnovato a Berlusconi gli auguri di una pronta e completa guarigione e la solidarietà di tutta la città e di tutto il territorio del ‘cratere’ per l’insano gesto di cui è rimasto vittima, ha ripercorso, in una nota indirizzata allo stesso Berlusconi, quanto accaduto dal giorno della più forte scossa di terremoto, il 6 aprile.

    «Credo che io, più di chiunque altro, avendo vissuto minuto per minuto l’intera, tristissima vicenda, debba essere il primo a riconoscere quanto in questi mesi si sia riusciti a fare da parte della Protezione civile nazionale e del Governo. Resterà assolutamente straordinario l’operato di quelle incancellabili, drammatiche giornate dell’emergenza immediata, con oltre 100mila sfollati, rimasti senza casa, senza abiti, senza acqua, senza cibo, assistiti in modo egregio dalla Protezione civile e dai volontari. A ciò va aggiunto quanto, giorno per giorno, si è riusciti a realizzare. Penso al grande successo riportato sia nella realizzazione delle abitazioni antisismiche, purtroppo insufficienti, sia e soprattutto per l’allestimento delle scuole».

    Cialente ha poi sottolineato che «a fronte di tutto questo, però, ci sono ancora tanti è gravissimi problemi. Come si ricorderà – ha scritto il sindaco nella lettera inviata a Berlusconi – nei primi giorni dopo il sisma, quando si temeva la diaspora di tutti i cittadini, l’attenzione si puntò su quattro aspetti: case, scuole, lavoro e ripresa economica, Università; questi i quattro punti cardinali della rinascita».

    «Ebbene – ha osservato Cialente – per quanto riguarda il lavoro e la situazione economica, con preoccupazione e rammarico devo dire che sinora nulla è stato fatto. Anzi, abbiamo assistito addirittura a proposte di trasferire altrove aziende che da mesi e mesi prima del terremoto avrebbero dovuto localizzarsi all’Aquila. Inoltre il Governo già da questo mese ha reintrodotto il pagamento delle tasse e dei tributi. Tasse e tributi che chiederemo noi di ripagare, ma quando potremo. Vi sono poi i problemi della ricostruzione delle abitazioni e la necessità di risolvere le difficoltà insediative degli studenti universitari».

    Il sindaco dell’Aquila ha poi affermato nella nota che «tanto si è fatto, ma purtroppo serve ancora una serie di sforzi per salvare una città, tanti centri e una grandissima comunità, quella dell’Aquilano e del cratere in generale, della quale, credo, il Paese possa andare orgoglioso».

    22/12/2009

    http://www.primadanoi.it/notizie/24234-Tasse-nel-cratere-si-organizza-la-mobilitazione-generale