Home > Rifondazione : ancora sul tesseramento
Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi
di Francesco Ferrara Presidente della Commissione per il Congresso
Nessuno vuole alimentare polemiche che avvelenano il dibattito interno. Noi meno degli altri. Andiamo, quindi, pacatamente a riprecisare alcune cose fondamentali.
I compagni delle minoranze dicono che non hanno potuto controllare. Che significa? Sui casi specifici segnalati, tutto si è potuto verificare e tutto si potrà verificare alla luce del sole. Si è fatto e si farà fino ai congressi, dove le commissioni verifica poteri avranno piena potestà di verificare la corrispondenza degli iscritti e la loro regolarità. Tra l’altro, questa è la prima volta che in Direzione, agli inizi di gennaio, sono depositati tutti i cartellini delle tessere fatte nell’anno precedente.
E’ falso che 30 mila tessere sono state fatte negli ultimi giorni. Come i compagni ben sanno, anche se fanno finta di ignorarlo, tutti gli anni il tesseramento ha un picco nella fase finale e questo non perché le tessere si fanno all’ultimo ma perché i circoli e le federazioni tendono a consegnarle alla fine. E’ sempre stato così. Se si vedono i dati provvisori fino a pochi mesi fa, intere Regioni e intere Federazioni risultavano ufficialmente a zero non perché non avevano fatto le tessere ma perché non avevano consegnato i cartellini.
L’aumento degli iscritti non segue alcuna logica di maggioranza. Gli iscritti sono poco più del 100% al nord e hanno un incremento più forte al sud. Ciò avviene in tutte le federazioni, sia dove governa l’attuale maggioranza nazionale sia dove governa una delle opposizioni. E’ un dato oggettivo e inconfutabile. Siamo perfettamente d’accordo che Liberazione pubblichi i dati del tesseramento del 2004 con i raffronti degli anni precedenti, così emergerà questo dato elementare e che farà crollare il castello in aria sin qui costruito dalle opposizioni.
Si vedrà, inoltre, che la platea congressuale è pressoché analoga (con un incremento del 5%) a quella dello scorso congresso e che tanti balzi in avanti, in realtà, non fanno che sostanzialmente recuperare il dato dello scorso congresso.
Questo, con la logica dei freddi numeri senza metterli in connessione con la politica, come pure sarebbe necessario e come nel precedente articolo abbiamo argomentato.
Circoli pieni di tessere e vuoti di iniziative? Crediamo che i compagni dovrebbero avere maggiore rispetto e maggiore considerazione del lavoro volontario che quotidianamente i compagni fanno per stare dentro le lotte e far crescere i nostri consensi. Questo senza voler minimamente sottovalutare la necessità di andare a fondo nell’indagare le difficoltà che esistono nel Partito a tutti i livelli e la necessità di una sua vera riforma.
Per questo crediamo sbagliato e gravemente lesivo del diritto di ogni iscritto di esercitare il proprio voto che si vogliano scegliere modalità di voto studiate per impedire la più ampia partecipazione. Occorrerebbe fare assolutamente il contrario e riteniamo che, dietro questo intendimento, si affacci una cultura politica che voglia farci recedere dalla costruzione del partito di massa per ripiegare verso il partito di avanguardia.
Infine, noi non abbiamo formulato insulti. La cultura del sospetto viene introdotta nel momento in cui si afferma che vi sia chi con dolo e con una strategia decisa dall’alto cerca di truccare le regole del gioco e il nostro dovere, come maggioranza, è difendere la dignità di migliaia di militanti e dirigenti locali che si sono impegnati, oltre alle altre mille iniziative politiche, anche a rafforzare organizzativamente il Partito.
Questo è il veleno che inquina la vita interna e la dialettica democratica. Se si abbassano i toni, siamo i più felici. Andiamo al merito della politica. Nessuno ha la proprietà del Partito, il Partito è di tutte le iscritte e tutti gli iscritti. Rispettiamo la loro libera espressione.
Liberazione 13 gennaio 2005
Liberazione, 13 gennaio 2005
IL TESSERAMENTO, IL CONGRESSO, IL PARTITO
(replica delle minoranze congressuali)
Il lungo intervento pubblicato ieri da Liberazione a firma Francesco Ferrara, Presidente della Commissione Nazionale per il Congresso, ci obbliga ad una breve replica che sentiamo dovuta agli iscritti e ai militanti del Partito, anche per il buon andamento del dibattito congressuale.
La "logica del sospetto" non ci appartiene. Lo prova, ad esempio,il fatto che abbiamo accettato come presidente della Commissione Nazionale per il Congresso il responsabile del tesseramento. Un caso "improprio" in cui controllore e controllato coincidono ma che, proprio perché convinti della sua buona fede, abbiamo voluto
accettare.
Il punto, invece, sono i fatti e i fatti dicono che nessuna verifica ci è stata mai consentita, a partire dalle commissioni locali, e che oltre 20 mila delle complessive 98 mila tessere del 2004 sono state fatte nel corso dell’ultimo mese (dicembre) di tesseramento, in particolare da una quindicina di federazioni. E’ questo che ha alimentato la nostra preoccupazione e inquietudine, soprattutto dopo le ripetute previsioni fatte dal compagno Ferrara fino alla metà del mese di dicembre in sede di Commissione Nazionale per il Congresso, che il tesseramento 2004 non si sarebbe discostato da quello del 2003.
Siamo per una crescita qualitativa e quantitativa del Partito e perché aumentino gli iscritti; esattamente il contrario delle accuse che ci rivolge Ferrara nel suo intervento. Deve essere altresì chiaro che questa condizione di crescita si deve tradurre in un miglioramento dell’attività del Partito e non in circoli pieni di tessere ma vuoti di participazione e ininfluenti nel sociale. Va in questo senso anche la nostra proposta di evitare la "fascia oraria" delle 2 ore per la votazione delle mozioni, una modalità, tra l’altro, già superata unanimemente nell’ultimo congresso. Una scelta compiuta non certo per scoraggiare il voto ma per valorizzare la discussione
congressuale. Non può essere avanzata a noi l’accusa di avere una concezione aristocratica con la proposta di evitare la "fascia oraria" di 2 ore, dal momento che questa proposta è stata condivisa, nel passato, anche dall’attuale maggioranza.
Rispetto ai ripetuti insulti contenuti nella lettera – "logica del sospetto", "mascheramento delle difficoltà delle minoranze", ecc. – facciamo notare a Ferrara ed evidenziamo a tutti gli iscritti che un tesseramento contestato da 4 mozioni su 5, che rappresentano circa
la metà del Partito, dovrebbe indurre a una riflessione e a un atteggiamento molto più dialogante, non aggressivo e parimenti preoccupato. Siinsiste, invece, da parte della maggioranza, con un approccio autoreferenziale e con una concezione "proprietaria"
del Partito che non può che inquinarne la vita interna e la dialettica democratica.
Autosufficienza del resto dimostrata dal fatto che, nonostante fosse prevista una apposita riunione della Commissione Nazionale per il Congresso, per l’ 11 gennaio, il responsabile del tesseramento (e Presidente della Commissione stessa) ha deciso di pubblicare i
dati del 2004 su Liberazione dell’8 gennaio. E lo stesso è stato fatto con la lettera di ieri di cui abbiamo appreso solo stamattina leggendo il giornale e della quale non ci è stata data notizia nel corso della Commissione Nazionale per il Congresso. Si tratta di due scelte unilaterali e prevaricatrici della maggioranza che, a nostro giudizio, producono una "ferita" nella vita interna e nel dialogo, serrato ma rispettoso, tra le aree congressuali.
Non vogliamo continuare ad alimentare la polemica, per rispetto degli iscritti e delle iscritte. Confermiamo tutte le nostre preoccupazioni riguardo al tesseramento e chiediamo che sia consentito agli iscritti di conoscere i dati complessivi del tesseramento 2004, anche con i dovuti confronti, federazione per federazione, assoluti e percentuali, rispetto sia al 2003 che al 2001, tesseramento di riferimento dell’ultimo congresso.
Attendiamo dunque che sia la maggioranza, forte dei numeri dei quali sembra voglia servirsi con ferrea determinazione, a ripristinare un clima sereno e di collaborazione.
Beatrice Giavazzi, Alessandro Valentini – Mozione 2
Franco Grisolia, Francesco Ricci – Moz. 3
Salvatore Cannavò, Flavia D’Angeli– Moz. 4
Claudio Bellotti, Alessandro Giardiello – Moz. 5
Roma, 12 gennaio 2005