Home > Roma bene comune
Ne avevamo parlato proprio l’altro ieri. Lo sviluppo è legato alla
cementificazione con capitale pubblico e i profitti ai privati. Roma ne
è un esempio. Si pensava che più di Veltroni non si poteva. Invece al
peggio non c’è mai fine. Oggi l’USB insieme ai cittadini di
Torbellamonica riuniti in comitati si son dati appuntamento. Manifestano
in corteo da Piazza Vittorio fino al Campidoglio. Se va in porto il
progetto, "housing sociale" l’ha chiamato, tutti gli attuali abitanti
saranno sfrattati per non far più ritorno nelle loro case. Quartiere
disagiato , dicono. E’ vero! Ma invece di risanarlo in tutti questi
anni, non un giardino, non un asilo, non un parco pubblico, né un
servizio pubblico, da parte di tutti i governi succeduti di sinistra e
di destra ora parlano di riconvertire questi quartieri che significa
buttare giù tutto e ricostruire. Venticinquemila nuovi appartamenti, 9
milioni di metri cubi, da costruire per cominciare su altri 750 ettari
di quel che resta dell´Agro romano
Tor Pagnotta, Bufalotta, Malafede, Magliana, Casal Boccone,
Castellaccio, Murate. Sono i nomi dei confini dell´ormai smisurato
impero palazzinaro del terzo millennio.
Bonifaci, Scarpellini, Mezzaroma, Parnasi, Todini, Erasmo Cinque,
Pulcini, Navarra e Toti. I nomi dei nuovi re di Roma. Quelli che
comandano e che fanno il bello e il cattivo tempo, che eleggono giunta e
sindaci.
Questo mi raccontano strada facendo, fra uno scatto ed un altro. Intanto
il corteo arriva in via Fori imperiali. Mi allontano un attimo dal
corteo. Mi ferma una coppia di anziani turisti,. Inglesi, forse,
comunque si rivolgono a me in lingua inglese e chiedono "cosa sta
succedendo? " Contro Berluscouni?" mi dice l’arzilla signora i cui
biondi capelli sono frutto di un colorante scadente. Mi avventuro in un
improbabile inglese, mi incarto, mi attorciglio , poi alla fine dico si
non proprio Berlusconi, ma un suo amico, anzi camerata. La signora ha
uno scatto, prende un asta con una bandiera rossa che è appoggiata ad
una macchina lasciata là da qualche manifestante stanco, e seguito con
passo afflitto dal rassegnato marito si intrufola nel corteo gridando "
Berlusconi giù, Berlusconi giù" Guardo il rassegnato, sconsolato marito
e lo saluto con un sorriso a pugno alzato. " Berlousconi giù Berluscouni
giù"! Continua la moglie.
E intanto si è arrivati vicino Piazza Venezia. Le forze dell’ordine che
fino ad allora avevano seguito e preceduto il corteo in maniera discreta
d’improvviso appaiono schierati davanti al corteo con gipponi bloccando
l’accesso alla Piazza .Lo speaker del corteo avvisa che erano
autorizzati ad effettuare un’assemblea nella piazza del Campidoglio e
che questa è una provocazione. Gli animi si scaldano, Gli organizzatori
tengono in ordine il corteo, Tutti dietro lo striscione. Minacciano di
sfondare lo schieramento con il camion del corteo. Si avvicina una
delegazione. Origlio quel che si dicono. Al funzionario di piazza non
risulta l’autorizzazione, si informeranno, Si parlottano.. Lo speaker
annuncia che se fra dieci minuti non arriva l’ordine di lasciar passare
il corteo il camion sfonderà lo sbarramento. Mi preparo al peggio! Non
possono consentire una guerriglia, vi sono turisti, tutt’intorno, donne,
bambini. Attimi di tensione, Si accende qualche fumogeno. Poi di colpo
vedo un movimento, i gipponi si muovono, se ne vanno. Vi era stata una
mancata comunicazione da parte della centrale o forse una confusione fra
carabinieri e polizia. Si è rischiato il peggio!. Un urlo accompagna il
corteo quando salendo i gradini di Piazza del Campidoglio appare sul
palazzo del Municipio lo striscione della manifestazione. I manifestanti
si radunano e si preparano all’assemblea per decidere le nuove forme di
lotta che affronteranno per evitare l" Housing sociale"
Per una cazzata si è rischiato una guerriglia urbana!