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UN PONTE PER, GOVERNO CHIEDA SCUSA E SI BOICOTTI ENI DOPO CONFERME CHE GUERRA È PER PETROLIO NON PER DEMOCRAZIA

Publie le sabato 14 maggio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti Governi

Il Governo chieda scusa e ritiri le truppe; nel contempo si avvii una campagna di
boicottaggio non violento dell’Eni. Lo chiede l’associazione Un ponte per alla luce delle notizie secondo cui le truppe italiane sono a Nassirya per proteggere il contratto firmato dall’Eni con Saddam Hussein e non per difendere la democrazia. «Quanto sosteniamo da tempo, sempre smentiti dal Governo e dall’Eni, si è rivelato vero: le truppe italiane sono a Nassiriya per proteggere il contratto firmato dall’Eni con Saddam Hussein, per lo sfruttamento dell’omonimo campo petrolifero. Ecco perchè, e per chi - sostiene l’associazione in una nota - sono morti i militari italiani.

Tutte le frottole sulla ’operazione umanitarià e sul ’portare la democrazià si sgonfiano come quelle sulle armi di distruzione di massa: già sei mesi prima della guerra, mentre gli ispettori dell’Onu erano in Iraq, il Consiglio di Sicurezza discuteva, il Governo stava già studiando dove mandare le proprie truppe. Già a suo tempo - ricorda Un ponte per - avevamo denunciato che, prima dell’arrivo dei militari, nel giugno 2003, erano volati a Nassiriya, su un aereo militare, esponenti dell’Eni, ora si apprende che questa non è una coincidenza.

Ci chiediamo se ora l’Eni assumerà la responsabilità che le compete nei confronti delle famiglie che hanno perso un congiunto per sorvegliare i suoi barili di petrolio e nei confronti dei civili iracheni rimasti vittime nella ’battaglia dei ponti. Ci chiediamo - prosegue - se il Governo ammetterà di aver mentito agli italiani sugli obiettivi della
presenza a Nassiriya e sul fatto che la discussione sull’invio delle truppe era una pura copertura di decisioni già prese».

Secondo Un Ponte per «mai tanto vero si è rivelato lo slogan del movimento pacifista americano: No blood for Oil» e per questo l’associazione torna a chiedere «con maggior forza il ritiro immediato delle truppe italiane e l’avvio di una nuova fase che sia finalizzata con atti politici, diplomatici ed economici a sostenere un processo di dialogo tra le diverse componenti irachene, che sia autonomo dalle forze occupanti e che favorisca la riconquista della sovranità e sconfigga il terrorismo». «Invitiamo tutto il popolo della pace - conclude, infine, l’associazione - a mettere in atto una diffusa campagna di denuncia e di boicottaggio non-violento dell’Eni, come sta facendo da tempo il movimento pacifista statunitense con le multinazionali Bechtel e
Halliburton». (ANSA).