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Valori statistici e fede

Publie le domenica 22 gennaio 2006 par Open-Publishing

Dazibao Discriminazione Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Continuando il discorso sui PACS o sul nuovo attacco alla 194 o sulla recente rimonta confessionale, dobbiamo fare una constatazione che rende la destra ancora piu’ assurda: i dati statistici mostrano che il carisma dell’attuale chiesa sui cittadini italiani e’ in verita’ molto basso.

Se quasi tutti si dicono genericamente cattolici, quando si scende alla valutazione della prassi e della osservanza ai dettami papali, ci sono molte sorprese.

Si veda il Rapporto Italia 2006 dell’Eurispes di questo gennaio.

L’87,8% degli italiani si dichiara cattolico, ma solo il 29% e’ anche praticante. Dunque le pratiche religiose sono seguite da meno di un terzo della popolazione, un po’ poco per una chiesa che vuole cambiare le leggi dello stato.

Il 71,1% degli intervistati (di questi il 68,7% dei cattolici e l’88,8 dei non cattolici)) risulta favorevole ai Pacs.

Il 38,4% del totale considera la convivenza un modo per provare il rapporto prima del matrimonio, curiosamente qua le percentuali sono alte anche per i cattolici, 39% contro il 34,1%.

Sul tema dell’aborto, l’84,% e’ favorevole se la madre e’ in pericolo di vita (83,2% dei cattolici), il 74,6% in caso di gravi anomalie e malformazioni del feto (72,9% dei cattolici) e in caso di violenza sessuale 65,1% (61,9% dei cattolici e 88,4% dei non c.).

Il 62,5% e’ favorevole alla fecondazione assistita, quindi più di un cattolico su due (58,7%) si dichiara favorevole, come pure la larga maggioranza dei non cattolici (89,9%) (questo non spiega l’assentismo al referendum ma sconfessa anche l’interpretazione di Ruini che chi non ha votato fosse automaticamente a suo favore).

Sull’eutanasia e’ favorevole il 41,9% del totale di cui il 38,1%, con ben un 13,8% e 18% di astenuti.

Tutti o quasi sono favorevoli al divorzio, di questi il 65,6% dei cattolici e il 93,8% dei non c.

Il 79,3% del totale non condivide che i divorziati e i risposati civilmente non possano essere ammessi alla Santa Comunione, di questi ben il 77,8% dei cattolici.

Il 65% pensa che non sia giusto negare l’Eucaristia ai politici che sostengono leggi non conformi alla legge di Dio, come si e’ fatto in USA.

Si nota che si dichiarano cattolici soprattutto quelli di una certa eta’, con percentuali del 92,6% tra gli over 65, maggiore nelle donne e per chi ha fatto solo le elementari.

La percentuale di chi si dichiara cattolico, infine, non cambia molto tra destra (93) e centro (91,7) , si riduce per la sinistra (61,7%).

Quanto ai miracoli, solo il 54,3% del totale ci crede, del tutto incredulo il 37,2%. Il 20,7% non sapeva cosa rispondere. Anche il 16,3% di chi non si dichiara cattolico crede ai miracoli, mentre il 31,1% dei cattolici non ci crede (e i miracoli del Cristo e dei santi, allora?)

Il presidente dell’Eurispes, Fara, conclude:
“‘Questo sondaggio ci da’ un’immagine della religione ‘vacillante’, lontana dall’idea di un rilancio religioso autentico, in grado di fare del cattolico una forza individuale e collettiva capace di immettere nella societa’ nuovi valori e di farli diventare veramente egemonici.. in Italia, tra la Chiesa cattolica e i propri fedeli c’e’ la stessa discontinuita’ che esiste, politicamente parlando, tra paese ufficiale e paese reale: le gerarchie ecclesiastiche non sembrano corrispondere, nell’elaborazione dell’indirizzo religioso, alle difficolta’ e alle istanze dei fedeli cattolici. D’altro canto la politica attuale finge di non vedere la tranquilla indifferenza in cui spesso cade il dettato cattolico presso gli stessi credenti, che si dichiarano favorevoli ai Pacs, all’aborto in caso di pericolo di vita per la madre, alla fecondazione assistita e all’eucaristia per i divorziati risposati”.

Insomma la societa’ civile e’ piu’ evoluta dei suoi tutori religiosi, come e’ piu’ evoluta dei suoi delegati politici. Il che pone qualche problema.

Abbiamo una chiesa e una destra che hanno tentato di imporre radici cristiane alla Costituzione europea ma le cui imposizioni dentro gli stati nazionali sembrano tutt’altro che cristiane e addirittura contrastano i diritti e le liberta’ fondamentali che la Costituzione europea riconosce, che dunque sono contro il messaggio del Cristo come contro l’Europa.

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Il 18 gennaio 2006 il Parlamento europeo ha votato una importante risoluzione contro l’omofobia, che condanna ogni forma di violenza, in parole ed opere, contro gli omosessuali. Agnoletto, europarlamentare della sinistra europea, chiede che si avvii una procedura di infrazione contro i paesi che non rispettano i diritti degli omosessuali.

Secondo noi, ci sarebbero anche precise persone da sanzionare, vedi Borghezio o Calderoli, gia’ rei di comportanti razzisti.

Il Parlamento, dice Agnoletto, deve estendere la condanna a chi pratichi discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, che riguardino comportamenti, pratiche sul lavoro, sicurezza sociale, previdenza, salute, diritto di successione e di proprieta’.

E con la chiesa come la mettiamo? E con i PACS? Si intende anche qui essere il fanalino di coda dell’Europa?

Abbiamo difficolta’ a far entrare la Turchia, ma, di questo passo, li porteremo a estromettere l’Italia.

In quasi tutti i paesi europei e’ avvenuto il riconoscimento delle famiglie omosessuali.

Combattere l’omofobia - conclude Agnoletto - non significa mostrare comprensione verso una specifica fascia di popolazione, ma significa, in primo luogo, difendere i diritti umani.

Dice ancora Agnoletto: "Come diceva Martin Luther King «o ci arriveremo tutti insieme alla liberta’, o non ci arriveremo»; intendendo dire che non esistono i diritti dei neri o dei bianchi, degli omosessuali o degli eterosessuali, ma esistono semplicemente i diritti umani."

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“La religione ha creato una completa eresia morale: e cioe’ che e’ bene credere a determinate cose e male credere ad altre, senza domandarsi se queste cose sono vere o false. “

(Bertrand Russell)