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grassi: «questo governo ha fallito. ma ha fallito anche il prc»

Publie le mercoledì 23 gennaio 2008 par Open-Publishing

di Castalda Musacchio

su Liberazione del 19/01/2008

Interviene l’esponente dell’area "Essere comunisti" che da oggi si riunisce a Livorno per "non dimenticare". Due giorni di dibattiti per fare il punto sull’attuale situazione politica e «per rimettere al centro il lavoro»

«Prima di tutto per non dimenticare. E il motivo è presto detto: perché "I comunisti non si sciolgono"». Claudio Grassi, esponente dell’area Essere comunisti, è chiaro. Oggi e domani a Livorno l’area di Rifondazione si riunirà per una "due giorni" intensa di dibattiti, iniziative politico culturali ma soprattutto - precisa Claudio Grassi - «per riflettere. Saremo lì per rilanciare l’idea comunista che non riteniamo superata e naturalmente per riattulizzarla nell’ambito di questo nuovo critico contesto governativo».

Oggi e domani a Livorno. Puoi spiegare il senso di questa iniziativa?

Il senso dell’iniziativa è molteplice. Certamente è quello innanzitutto di ricordare l’anniversario della formazione del partito comunista in Italia e farlo in un’epoca di revisionismo storico. Il motivo è presto detto: riteniamo che quel partito abbia fatto tante cose importanti per i lavoratori e per i ceti più deboli di questo paese. Dunque abbiamo promosso questa due giorni "per non dimenticare". Poi naturalmente siamo lì per rilanciare l’idea comunista che non riteniamo affatto superata e per riattulizzarla. Oltre ai dibattiti politici è prevista anche la presentazione dell’anticipazione di un catalogo intitolato "la falce e il martello" curato da Roberto Gramiccia nel quale ottanta diversi artisti si sono cimentati nella visualizzazione del simbolo caro a tutti. Apicella disegnerà le sue vignette. Vi sarà inoltre una fiera, e domani sera (oggi per chi legge, ndr) la cena con il ministro Paolo Ferrero, a seguire un concerto con la Banda Bassotti e ancora un corteo per le vie della città. La cena con il ministro sarà un’occasione importante per fare il punto sull’attuale situazione politica, domenica vi sarà l’assemblea dove naturalmente si appunta il maggiore interesse. Dal titolo se si vuole provocatorio: "I comunisti non si sciolgono" appunto perché riteniamo che nel processo unitario a sinistra debba rimanere la presenza di una soggettività comunista. Preciso meglio la presenza di Rifondazione comunista.

Quando parli di riattulizzare l’idea comunista cosa intendi?

Oggi purtroppo si vedono drammaticamente i risultati di disastrose scelte politiche. Da un lato le morti bianche, dall’altro la caduta verticale del potere d’acquisto dei salari e il dilagare della precarietà. Per riattualizzare l’idea del comunismo pensiamo che occorra rimettere al centro del dibattito il lavoro.

Il governo è ad un punto critico. A sinistra si assiste ad una situazione di stallo. Pensi che sia ancora possibile quel processo unitario da più parti invocato?

Lo ritengo necessario. E’ sotto gli occhi di tutti il fallimento di questo governo. Per questo dobbiamo cercare con le forze di sinistra una massa critica che ci consenta di pesare di più di quanto abbiamo fatto fino ad oggi. Contemporaneamente, penso anche che trovandoci su posizioni diverse tra le forze di sinistra non è certamente ipotizzabile percorrere il cammino della costruzione di un partito unico. Lavoriamo per l’unità d’azione non per la realizzazione di un’unica forza politica. Questo è l’insegnamento che emerge da questi ultimi giorni.

Secondo te è ancora concretamente realizzabile il progetto che auspichi?

E’ evidente che si addensano tanti problemi. Tutto è complicato. Ma ora credo sia opportuno dire che anche la scommessa che ha fatto la maggioranza di Rifondazione di entrare in un governo con un programma generico si è dimostrata fallimentare. Siamo di fronte al fallimento non solo di questo governo ma anche del fallimento della proposta politica del congresso di Venezia del Prc. Per questo penso si debba aprire un dibattito su come uscire da questo stallo e positivamente per il partito. Dopo di che, per quanto riguarda questo governo, penso si sia arrivati ad un punto molto critico. Quasi ad un punto di implosione.