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Living planet report 2006: consumiamo per produrre e produciamo per distruggere

Publie le mercoledì 25 ottobre 2006 par Open-Publishing

Dazibao Ambiente Alessandro Ambrosin

di Alessandro Ambrosin

Il Living Planet Report 2006, ultimo rapporto del wwf alla sua sesta edizione, parla chiaro: gli ecosistemi si stanno degradando a ritmi impressionanti . Questo collasso annunciato colpisce tutti noi indistintamente, mettendo in serio pericolo la nostra mera sopravvivenza. L ’uomo ha modificato in maniera irreversibile l’ habitat naturale del pianeta terra.

L’iper produzione raggiungerà nel 2050 un ritmo di consumo che supererà di ben due volte la capacità di contenere questo sviluppo sulla terra, che è un sistema biologico chiuso. Questo perchè i nostri consumi depredano le risorse naturali ad una velocità insostenibile, negando la possibilità alla terra ad una naturale rigenerazione, e i nostri scarti, in aumento esponenziale, non vengono metabolizzati dal pianeta.

Il living Planet Report è stato lanciato nella capitale cinese, a Pechino, ed è il risultato di due anni di lavoro per conseguire dei dati tanto significativi quanto drammatici sull’andamento della situazione del nostro pianeta .
Due sono gli indicatori su cui questo rapporto si basa. Il primo è chiamato Living index planet e misura i sistemi di vita sul pianeta, il secondo denominato Ecological Footprint misura la domanda e l’offerta delle risorse naturali della terra.

Il risultato è indicativo, eccediamo in maniera sconsiderata nella biocapacità del pianeta, e questo avviene ormai da mezzo secolo.

La nostra domanda produttiva è basata da beni materiali sempre piu’ superflui e non necessari, generando un’ incremento sregolato di un’ espansione industriale che non vede limiti, per appagare desideri effimeri. E produrre significa specialmente inquinare.

Assistiamo inermi all’estinguersi di forme di vita, ad un inquinamento che riesce a colpire anche le zone fino ad ora incontaminate. Agli effetti delle immissione nell’atmosfera dei gas serra regolati da un protocollo di Kyoto insufficiente e non rispettato dai paesi firmatari.
Le amministrazioni dei governi industrializzati, fanno orecchie da mercante di fronte a questi dati allarmanti. Ignorano volutamente la catastrofe che incombe sulle nostre vite. Tendono a minimizzare pur di preservare ad ogni costo la loro potenza industriale, anche davanti alla palese agonia di una terra sempre piu’ devastata. La vita degli esseri viventi, se non si inverte velocemente la rotta, è destinata a scomparire.
Il conto alla rovescia è iniziato.