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8 marzo per Florence

Publie le martedì 8 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao Manifestazioni-azioni Guerre-Conflitti medio-oriente

A Parigi, un corteo anticipa la «giornata della donna» e chiede la liberazione degli ostaggi di tutte le guerre: Florence, Hussein e Ingrid Betancourt, la candidata alla presidenza columbiana prigioniera da quattro anni. Mentre in Francia suscita speranza il rilascio di Giuliana

di ANNA MARIA MERLO

PARIGI a manifestazione di alcune migliaia di persone che ieri ha attraversato Parigi, da place de la République a Nation per celebrare - con un po’ di anticipo - la giornata della donna è stata « dedicata » a Florence Aubenas e Hussein Hanoun. Lo ha spiegato Fadela Amara, presidente di Ni putes ni soumises, l’organizzazione delle « ragazze dei quartieri ».

Il corteo è partito dal luogo in cui erano esposti i ritratti degli ostaggi - Florence, Hussein e anche quello di Giuliana, che verrà tolto, per fortuna, oggi pomeriggio alle 15.

Nel corteo - aperto dallo striscione « liberté, égalité, mixité» e svoltosi alla presenza di varie personalità politiche della sinistra (da Jack Lang a Laurent Fabius) - c’era anche il ritratto di Ingrid Betancourt, la candidata ecologista alla presidenza colombiana ormai al quarto anno di prigionia nelle mani delle Farc (Forze armate rivoluzionarie di Colombia).

«Abbiamo dedicato la manifestazione a Florence e Hussein - spiega Fadela Amara - con un pensiero particolare a tutte le donne private di libertà nel mondo ». Il corteo di ieri, con alla testa il Planning famigliare e Ni putes ni soumises, è stato organizzato con due giorni di anticipo rispetto all’8 marzo, perché il movimento femminista francese è profondamente diviso tra questione comunitarista e «velo»: martedì ci saranno i tradizionali movimenti femministi in piazza, riuniti nel Collettivo nazionale per i diritti delle donne che - in nome del principio della tolleranza religiosa - a scuola avevano preso una posizione pro-velo.

La liberazione di Giuliana solleva molti interrogativi in Francia, soprattutto per le informazioni che il suo rilascio potrebbe fornire sulla situazione di Florence Aubenas. E Libération si domanda: perché Giuliana ha parlato in francese, quando il messaggio doveva essere trasmesso su Al Jazeera, dove tra le lingue occidentali l’inglese predomina? C’era un legame con un’eventuale presenza di Florence o - più semplicemente - tra i suoi rapitori c’era qualcuno di madrelingua francese o un arabo francofono? Giuliana sa il senso della sigla «mujaiddin senza frontiere» apparsa sul video? Un nome che visto da Parigi sembra una presa in giro delle organizzazioni nate in Francia, come Médecins sans frontières o Reporters sans frontières. Intanto il padre di Florence, Benoît Aubenas, chiede di parlare direttamente con Giuliana. Benoït Aubenas era stato tra i primi, venerdì, a rallegrarsi per la liberazione di Giuliana e a leggere in questo avvenimento una speranza per la figlia, perché «qualcosa si muove ».

Oggi, nella sede di France Télévision si svolgerà la quarta riunione dei direttori dei media francesi. Per iniziativa di Serrge July, direttore di Libération, dal momento della scomparsa di Florence e Hussein i direttori di giornali, radio e televisioni si incontrano. Un fatto inedito in Francia. Molti punti sono all’ordine del giorno: le informazioni che possono essere tratte dalla liberazione di Giuliana, prima di tutto, ma anche una riflessione comune intorno ai video di Florence e, in particolare, a quello con l’appello al deputato Didier Julia. Il primo ministro, Jean-Pierre Raffarin, dopo un primo momento di tentennamento, ha respinto ogni « diplomazia parallela» e lanciato un appello diretto ai rapitori perché prendano contatto con i negoziatori ufficiali. I giornali francesi dovrebbero anche discutere della possibilità di pubblicare una fascia comune per chiedere tutti assieme la liberazione di Florence e Hussein. Intanto la mobilitazione non cessa. Dopo la maniefstazione di ieri, i ritratti di Florence e Hussein verranno issati l’8 marzo sulla facciata dell’Institut du Monde Arabe, a Parigi, alla presenza di Simone Veil, membro del Consiglio costituzionale.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Marzo-2005/art43.html