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25 SETTEMBRE 2004: MANIFESTAZIONE A BOLOGNA PER LA LIBERTA’ DEI MIGRANTI!
Publie le sabato 28 agosto 2004 par Open-Publishing25settembre manifestazione
PER LA LIBERTA’ DEI MIGRANTI!
INSIEME lavoratori italiani e immigrati:
contro la legge Bossi Fini
contro il contratto di soggiorno per lavoro
25 SETTEMBRE 2004: MANIFESTAZIONE A BOLOGNA
RITROVO H. 15.00 IN P.ZZA XX SETTEMBRE E ARRIVO IN P.ZZA NETTUNO
Il "contratto di soggiorno", istituito due anni fa da dalla legge
Bossi-Fini, legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, rende
lavoratrici e lavoratori migranti sempre più ricattabili, costringendoli ad
accettare qualunque condizione lavorativa, anche di basso livello, pur di
non cadere nell’irregolarità.
La progressiva frammentazione del mercato del lavoro si traduce per tutti in
contratti di lavoro sempre più brevi, anche di poche settimane, e per gli
immigrati in contratti di soggiorno non superiori ai sei mesi. La necessità
di ripetute richieste di rinnovo presso gli uffici stranieri delle Questure,
con strutture e organici palesemente insufficienti, comporta tempi d’attesa
che già raggiungono i sei mesi. Un’attesa che ha conseguenze gravi sulla
vita di queste persone, dall’impossibilità di spostarsi, all’assenza di
assistenza sanitaria, alla sospensione dell’attività lavorativa da parte del
datore di lavoro, con la conseguente interruzione del salario. Tutto ciò
costringe i migranti nel nostro Paese a un’esistenza sempre più incerta e
precaria, cui si aggiunge l’umiliazione di dovere soggiacere a una gestione
amministrativa della presenza tutta demandata alle forze di polizia.
Mentre la Corte Costituzionale si è recentemente espressa sull’illegittimità
di alcune parti significative della Bossi-Fini, l’assenza di un regolamento
di attuazione della legge, a distanza di due anni dall’approvazione, ha come
effetto una gestione difforme delle norme da Provincia a Provincia e una
forte discrezionalità degli uffici territoriali preposti, Prefetture e
Questure, con un inspiegabile ritardo di Bologna rispetto ad altre realtà
territoriali.
Sabato 25 settembre 2004 le lavoratrici e i lavoratori della provincia di
Bologna faranno sentire con forza la loro voce contro le condizioni di
sfruttamento e privazione di ogni garanzia cui la legge Bossi-Fini costringe
gli immigrati e per ottenere concreti miglioramenti per la loro vita
quotidiana in questo territorio.
La nostra mobilitazione nasce da un rifiuto radicale della legge Bossi-Fini:
le logiche di xenofobia e sfruttamento sulle quali si fonda hanno
determinato il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i
migranti presenti in Italia.
Per raggiungere i nostri obiettivi siamo intenzionati, se necessario, anche
a proclamare lo sciopero di tutti i lavoratori, immigrati e italiani, in
tutti i settori produttivi di tutte le aziende della Provincia di Bologna.
Crediamo necessari interventi immediati e dunque rivendichiamo il
protagonismo dei migranti attraverso:
* il diritto di voto attivo e passivo nelle Amministrative oltre che
l’elezione democratica dei propri rappresentanti nelle Consulte comunali e
provinciali, come previsto dalla legge Regionale, per tutti i migranti
regolarmente presenti sul nostro territorio;
* la proroga della validità del permesso di soggiorno in scadenza fino al
giorno del rinnovo e la concessione di un nuovo permesso con decorrenza
dalla data del rilascio;
* il rilascio di permessi di soggiorno di almeno un anno per qualsiasi
tipologia di contratto di lavoro e anche per la ricerca di un nuovo lavoro,
con il contestuale rafforzamento del contrasto a tutte le diverse forme di
lavoro nero o irregolare;
* la revisione dei canoni abitativi e salariali che condizionano
l’ottenimento della carta di soggiorno e del nulla osta per i
ricongiungimenti famigliari, considerando la situazione specifica dei
monoreddito;
* la pianificazione di una complessiva politica della casa nel territorio
provinciale, per offrire una concreta opportunità abitativa a basso costo
anche per i lavoratori migranti e le loro famiglie, in un’ottica quindi non
emergenziale;
* il decentramento agli Enti locali (comuni e quartieri) delle funzioni in
materia di immigrazione, affinché la gestione dei rinnovi e delle altre
pratiche amministrative sia semplificata e non sia più strutturata secondo
logiche di ’pubblica sicurezza’;
* la convocazione periodica di un tavolo istituzionale per l’analisi della
situazione, la soluzione dei problemi emergenti e la verifica dei processi
di decentramento, che sia uno strumento attivo, di partecipazione e di
inclusione (Consiglio Territoriale per l’Immigrazione);
* l’attuazione di efficienti politiche di accoglienza e sostegno per coloro
che chiedono rifugio o asilo nel nostro Paese, a causa di guerre o regimi
dittatoriali nei loro Paesi di provenienza;
* la valorizzazione delle donne migranti, spesso impiegate in attività di
basso livello e con modesta retribuzione (operaie non specializzate, lavoro
domestico, pulizie), pur avendo alle spalle anche titoli di studio di alto
profilo conseguiti nei Paesi di origine ma qui non riconosciuti, con la
difficoltà ulteriore di dovere conciliare il proprio lavoro con quello di
cura familiare senza l’aiuto di servizi sociali adeguati;
* un’attenzione verso la coesione sociale e la convivenza che si concretizzi
in un complessivo piano territoriale di formazione per l’accoglienza e la
multiculturalità;
* la chiusura del Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna,
istituito ai sensi della precedente legge Turco-Napolitano, rivelatosi
inefficace per combattere l’immigrazione illegale, ma funzionale nel quadro
della legge attuale che al contrario favorisce la condizione di
irregolarità.
ACLI, ANOLF, ARCI, Coordinamento Migranti Bologna,
Forum Metropolitano delle Associazioni
dei Cittadini non Comunitari, RdB, USI
CGIL - CISL - UIL Bologna