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4.197 multe ai tramvieri scioperanti di milano
Publie le venerdì 24 settembre 2004 par Open-Publishingda repubblica on line
Maxi condanna a Milano. Sanzioni da 740 a 1.480 euro
per chi partecipò alle astensioni "selvagge" del dicembre 2003
Scioperi, multe a 4.197 tranvieri
I primi decreti sono in arrivo
I Cobas: "Non pagiamo, arrestateci". E con i ricorsi
la macchina giudiziaria rischia d’incepparsi
di FERRUCCIO SANSA
Milano, i tranvieri in sciopero nel dicembre 2003
MILANO - Timbro. Firma. Timbro. Firma. Per 4.197 volte. I pubblici ministeri milanesi stanno per segnare un record della storia giudiziaria italiana: la più grande condanna per decreto che si ricordino. Oltre quattromila nomi, quelli dei dipendenti dell’Atm (l’azienda dei trasporti milanese) che parteciparono agli scioperi selvaggi di dicembre e gennaio scorsi.
Ma i Cobas già annunciano: "Piuttosto che pagare siamo disposti ad andare in carcere. Serve una reazione dura, immediata. Serve uno sciopero", promette Pasquale Riviecchio.
Intanto i pm Tiziana Siciliano e Alfredo Robledo stanno passando le giornate a compilare migliaia di fascicoli. L’accusa ha contestato due reati: l’interruzione di pubblico servizio e la mancata osservanza dell’ordine del prefetto che aveva precettato i lavoratori. Le condanne dovrebbero oscillare dai 20 ai 40 giorni di reclusione. La pena, però, dovrebbe essere sostituita con una sanzione pecuniaria che andrebbe da 740 a 1.480 euro, a seconda di quanti giorni ogni dipendente ha scioperato.
È solo l’ultimo passo della battaglia contrattuale-giudiziaria cominciata il primo dicembre 2003. Primo giorno di sciopero. Poi subito altri a raffica: il 20 e 21 dicembre. E ancora il 12 e il 13 gennaio di quest’anno. Alcuni senza preavviso e senza rispettare le fasce protette previste dalla legge che regolamenta lo sciopero. Non solo: non fu rispettata nemmeno la precettazione del prefetto che imponeva ai dipendenti Atm di lavorare.
Un braccio di ferro senza precedenti tra l’azienda e i dipendenti, con i cittadini coinvolti loro malgrado.
"I danni subiti dall’azienda per quei giorni di sciopero ammontano a 5 milioni di euro", è l’accusa dell’Atm. L’azienda inviò ai magistrati un cd rom con tutti i nomi dei propri dipendenti che nei giorni degli scioperi risultavano assenti, senza essere malati o in ferie. I dipendenti Atm dal canto loro replicarono ricordando quella trattativa senza fine per il rinnovo del contratto, aperta ormai da due anni.
Dopo gli scioperi, dopo la grande tensione arrivò anche l’aumento: 106 euro (81 con il contratto nazionale e altri 25 con un accordo locale). Ma le conseguenze di quei cinque giorni di sciopero non si sono ancora esaurite. Pochi giorni fa il Giudice di pace di Milano ha preso una decisione senza precedenti: l’Atm è stata condannata a risarcire i danni a una donna che aveva perso un giorno di lavoro a causa dello sciopero. E adesso sta per arrivare il decreto. I difensori dei dipendenti Atm avevano ventilato l’ipotesi di chiedere che ogni indagato fosse interrogato.
Una richiesta legittima, che però avrebbe comportato tempi biblici. La Procura ha imboccato allora la strada del decreto. Un rito semplificato, senza dibattimento, che si applica soltanto per reati che comportano una multa o una pena detentiva sostituita, però, con una pecuniaria. La sanzione, indicata dai pm, deve ottenere il via libera definitivo e quasi scontato del gip (che potrebbe, in via teorica, giudicare non congrua la pena).
I difensori degli scioperanti (Gabriele Fuga, Mirko Mazzali e Giuliano Pisapia) hanno già preparato la contromossa: a quattromila decreti di condanna seguiranno quasi certamente altrettante opposizioni. E qui potrebbe crearsi un caso che paralizzerebbe per mesi l’attività del Palazzo di giustizia milanese. Che costringerà l’ufficio Gip e il Tribunale a dedicare mesi di lavoro a questo caso per effettuare 4.197 citazioni. E poi, se tutti si opporranno al decreto di condanna, si arriverà a un maxi-processo da primato.
(24 settembre 2004)