Home > 4 giugno, governo ad alta tensione
Mantovano alla camera: «Massima protezione al presidente Usa». Berlusconi:
«Sapremo fronteggiare» la piazza
A. MAN.
Mancano sei giorni alla parata militare del 2 giugno, otto alla visita di
George Bush a Roma. E la tensione sale: Berlusconi accusa le sinistre di
cercare «la spallata di piazza contro il governo», uomini di An come
Berselli e il carabiniere Ascierto girano l’Italia spiegando com’è «facile
prevedere scontri», il Viminale s’inventa il divieto di manifestare a
piazza Venezia e le informative del Sisde rilanciano gli allarmi più vari.
Parlano perfino dell’arrivo di manifestanti «cattivi» dal nord Europa,
oltre che di estremisti e antagonisti da Torino, Milano, Bologna, Napoli e
Veneto. «Due-trecento violenti», dicono. E naturalmente gli apparati
enfatizzano anche il rischio di attentati terroristici di matrice
islamista: «Il 4 giugno è una data a rischio». Sa un po’ di già visto.
Ieri il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano (An) è intervenuto
alla camera sui dispositivi di sicurezza programmati, quelli che fanno
dire a Berlusconi, un po’ minaccioso: «Abbiamo modo di fronteggiare
eventuali problemi» di ordine pubblico. Mantovano ha informato poco e
polemizzato molto. «Livelli massimi di protezione per la delegazione Usa»
e «diritto di manifestare pacificamente»: la fiera dell’ovvio in risposta
a una preoccupata interrogazione di Graziella Mascia del Prc. E una
piccata replica a Paolo Cento dei Verdi, che mercoledì aveva detto forte e
chiaro che il governo butta benzina sul fuoco: «E’ certamente
inammissibile, come è stato fatto ieri da un parlamentare, accusare il
governo di provocazione e di avvelenare il clima in occasione della visita
di Bush, a fronte di ipotesi di regolamentazione delle manifestazioni di
protesta», ha detto Mantovano. Cento aveva invece le sue ragioni perché il
governo, intervenendo su prefettura e questura di Roma che stanno
trattando con il comitato «Fermiamo la guerra», vuole imporre al corteo
del pomeriggio del 4 giugno un percorso lontano da piazza Venezia e dai
Fori imperiali, cioè dall’itinerario classico delle manifestazioni romane,
motivandolo con l’impossibilità «tecnica» di rimuovere in 48 ore i palchi
e le strutture montate per la sfilata delle forze armate.
Mantovano non si
è sottratto neanche alla polemica sui disobbedienti che si sono presentati
incappucciati, come i torturati di Abu Ghraib, alla conferenza stampa di
martedì: «Una minacciosa esibizione», così l’ha definita, togliendosi lo
sfizio di citare il sindaco Veltroni. Anche il presidente della provincia
Gasbarra, già vice di Veltroni, ha «censurato» il consigliere di
Rifondazione Nando Simeoni, reo di aver aperto il palazzo agli
incappucciati. E ha assicurato che da parte Usa non ci saranno
«interferenze» o «condizionamenti» nella gestione dell’ordine pubblico.
Gli agenti scelti americani si occuperanno solo della protezione
ravvicinata di Bush. Se la parata del 2 giugno è stata un po’
ridimensionata, il programma di Bush rimane avvolto nel più fitto mistero.
Le autorità Usa, a sentire alcune fonti in questura, hanno già fornito e
poi smentito diversi programmi. Forse sbarcherà a Ciampino, forse a
Pratica di Mare. Forse andrà alle Fosse Ardeatine e forse no. Comunque
sembra confermato che arriverà a Roma in mattinata e si recherà, come il
cerimoniale impone, prima al Quirinale e poi in Vaticano, e quasi
certamente anche a Palazzo Chigi o a palazzo Grazioli. E dormirà due notti
a villa Taverna, residenza dell’ambasciatore Usa ai Parioli.
Roma sarà blindata fin dal 2 giugno, con diecimila uomini impegnati tra
polizia, carabinieri e finanza; battaglioni, unità cinofile, artificieri,
elicotteri e chi più ne ha più ne metta. Arriveranno da mezza Italia. La
prefettura ha ufficialmente smentito la notizia del divieto di circolare a
piedi nella zona attorno ai Fori imperiali la mattina della parata
militare, perché non si vuole parlare di «zona rossa». Ma c’è grande
preoccupazione, anche per eventuali di proteste del tutto pacifiche che
potrebbero turbare la mattinata o mettere in qualche modo in ridicolo
forze armate e istituzioni. E per sabato 4 giugno l’allarme non riguarda
solo il corteo del pomeriggio ma anche - e forse soprattutto - i blocchi
che saranno organizzati in mattinata nel tentativo di disturbare il
presidente Usa durante gli spostamenti del corteo di oltre quaranta auto
che lo accompagnerà. Non ci sarà molta tolleranza, né il 2 né il 4. E gli
ordini arriveranno direttamente dal Viminale (e da Palazzo Chigi) anche se
in piazza ci saranno i funzionari della questura romana. Ad accogliere i
manifestanti alla stazione Termini saranno i reparti antisommossa della
guardia di finanza, noti per la consueta brutalità degli interventi.
Il Manifesto