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8 MARZO FESTA DELLE DONNE????

Publie le lunedì 8 marzo 2004 par Open-Publishing

AUGURI....MA SENZA LAVORO!!!!!

INVECE, CONCITA

Signor ministro, ci licenzia?

Senza tempo pieno a scuola, molte donne dovranno lasciare il lavoro

Ricomincia la scuola, se ce la fa. È un augurio, un incoraggiamento. Nessuna polemica, zero recriminazioni: forza, signora Moratti, ne faccia un punto d’orgoglio. Pazienza per come è andata l’anno scorso, contiamo su questo. Abbiamo bisogno del tempo pieno, noi che lavoriamo fuori casa: se ci doveste rimandare i bambini a casa a mezzogiorno per via del fatto che non ci sono soldi per pagare gli insegnanti, dovremmo rinunciare noi - noi madri - al nostro lavoro. Non so se lei abbia cresciuto i figli da sola, facendo il broker. Immagino che abbia potuto contare sull’aiuto di una o forse più baby sitter, ma è solo una supposizione.

Forse ha fatto anche lei come certe mamme, che il pomeriggio portano i figli in ufficio e si raccomandano amore fai piano che disturbi, tieni fammi un bel disegno. Non si può fare in eterno, però: qualche giorno a settembre, ma poi i capiufficio cominciano a nicchiare, anche i più tolleranti. Quanto alle baby sitter, vorrei rappresentarle la circostanza che non tutti hanno spazio e denaro per ospitare una persona fissa in casa: la parrucchiera Ginevra, qui nella mia via, mi ha per esempio detto che se quest’anno le lasciano la figlia a casa il pomeriggio si dovrà licenziare, perché quello che guadagna è meno di quello che spenderebbe per una tata o "peggio" per una scuola privata.

Capirà anche lei, essendo donna oltreché ministro, che tornare a un modello familiare in cui le madri stanno a casa non per scelta ma perché obbligate a farlo sarebbe un bel passo indietro sulla strada della parità dei diritti. Un passo in direzione della recessione economica, anche, perché le donne producono, e con quello che guadagnano spendono. Certo, anche i padri potrebbero licenziarsi e occuparsi a tempo pieno dei figli ma non so com’è, capita più di rado. Una parola anche sulle "Tre I" del programma elettorale del suo governo. La seconda I, mi sembra, era "Inglese".

Lasciamo perdere "Internet", che di computer non s’è vista l’ombra. Ho tre figli fra elementari e medie superiori. Per quello che quest’anno va in terza (elementare) ci hanno già detto che l’insegnante d’inglese arriverà, forse, a gennaio. L’anno passato, in seconda, ha totalizzato nell’intero anno scolastico nove ore di lezione di lingua straniera: sul quaderno ha scritto good morning good evening, yellow brown red, e una canzoncina. Certo che si possono sempre mandare ai campus estivi in Inghilterra, i figli, come forse saggiamente anche lei avrà fatto.

Ci sto pensando, ma facendo i conti (per tre) ho visto che vale anche per me la legge di Ginevra: spenderei più di quello che guadagno. Per fortuna alle superiori recuperano: in classe del più grande alla lettura dei giornali italiani hanno affiancato quella di giornali stranieri. Un’ora ogni tanto, ma va bene. Per tradurre il dossier su Berlusconi dell’Economist gli ci vorrà tutto l’anno, mi ha detto ridendo; sempre che non ci sia qualche professore, o qualche preside, che trovi l’Economist una lettura sconveniente a quell’età.