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8 gennaio del 1979. Marchino Riva, redattore del “Quotidiano dei lavoratori”

Publie le giovedì 9 gennaio 2014 par Open-Publishing

I calciatori del Perugia, Paolo Sollier e Giancarlo Raffaeli, sfogliano una copia del Quotidiano dei lavoratori nel 1975.

Sempre con la cravata, piu’ giovane di noi, colpisce la tastiera e ascolta Ciaikovski, la Sinfonia "Patetica".

A ventuno anni Marco, si è tolta la vita, lasciandosi asfissiare dai gas della marmitta della sua auto.

Ha indirizzato questa lettera ai suoi familiari.

“Non vi chiedo perdono per quello che ho fatto. E’ stata una decisione meditata, una scelta precisa. La scelta dell’unica alternativa che mi restava ad una vita fatta ormai solo di angoscia e dolore. E’ troppo tardi, adesso, domandarsi perché. E sinceramente non mi sento di dare spiegazioni a nessuno. Quello che veramente mi rattrista è di avervi coinvolto direttamente in una scelta profondamente individuale e della quale, però, adesso anche voi pagate le conseguenze. Posso immaginare cosa significherà per voi ed è per questo che, se non è possibile la comprensione, vi chiedo almeno il rispetto per una scelta personale.

Credo che ognuno abbia il diritto di disporre della propria vita. Esistono situazioni nelle quali è preferibile morire piuttosto che continuare con una esistenza che, a volte, può trasformarsi in un vero e proprio inferno. Io mi sono trovato a scontrarmi con una realtà troppo grande e troppo diversa dalla mia e ho deciso di non voler tirare avanti una situazione veramente insostenibile e senza prospettiva (e credo proprio sia stata quest’ultima verità a farmi decidere). Una sola cosa non voglio: essere giudicato. Nessuna persona che non abbia conosciuto fino in fondo la mia realtà o che non abbia vissuto almeno per un istante una situazione simile alla mia ne ha alcun diritto. Le sentenze ed i giudizi lasciateli agli ipocriti e agli stupidi. Avrei voluto vivere, amare, essere amato.

Non è stato il rifiuto della vita, ma l’impossibilità di vivere, di vivere la mia vita, la mia realtà, a farmi scegliere la morte. Mi spiace darvi questo colpo, ma non ce la facevo veramente più. Al mio funerale vorrei tanta musica, e poi vorrei essere cremato.

“Avevo vent’anni e non permetterò a nessuno di dire che questa è l’età più bella della vita”

Mi piacerebbe che questa frase di Paul Nizan) fosse posta sulla mia tomba. Non piangete e pensate che questo è stato molto meglio di quello che avrebbe potuto offrimi questa vita. Marco”.

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