Home > A Genova un centro per i clandestini espulsi
Sarà realizzato in Valbisagno Sulla necessità di una struttura di questo genere si sono espressi
sindaco, prefetto e questore
I primi sette progetti presentati a Palazzo Spinola hanno ottenuto parere favorevole Sull’area
braccio di ferro tra gli abitanti che vogliono preservare il verde e i costruttori
Genova La Liguria come la Puglia e come la Sicilia, come le regioni del sud che sono ufficialmente
riconosciute terra di frontiera.
Anche la nostra regione avrà un centro di accoglienza destinato ai clandestini espulsi in attesa
di essere reimpatriati. Il nuovo centro di «permanenza temporanea» - così come lo definisce la
normativa nazionale - sarà costruito a Genova, in Valbisagno, località Molinetti, in via Rio Maggiore
sulla sponda del torrente Geirato. La notizia non è ancora definitiva, ma i primi sette elaborati
progettuali presentati a Palazzo Spinola hanno ottenuto il parere favorevole del Comitato tecnico
provinciale presieduto da Paolo Tizzoni, vice presidente della Provincia e assessore alla
Pianificazione territoriale. A presentare richiesta di parere rispetto al Piano di bacino stralcio del
torrente Bisagno è stata Garaventa Spa, nell’ambito di un intervento edilizio di interesse pubblico
in via Rio Maggiore.
Valutata la documentazione tecnica e i sette disegni architettonici, lo scorso
dicembre il comitato tecnico provinciale ha espresso parere favorevole «in quanto non sussistono
motivi ogg
ettivi ostativi». L’area in questione, posta in località Molinetti, da tempo vede contrapporsi in
un braccio di ferro senza fine gli abitanti che la vogliono libera per preservarne il verde e per
difendersi dal rischio alluvioni e i costruttori che vorrebbero farla fruttare. L’ultimo dei
progetti contrastati, solo per citare il più recente, è stato quello dei tre capannoni, già bocciato
dal comitato difesa ambiente Geirato. Adesso la svolta, con l’obiettivo di dotare la regione di un
centro regionale di accoglienza temporanea per gli immigrati espulsi in attesa di essere
reimpatriati.
Sulla necessità di una struttura di questo genere più volte si sono espressi il sindaco Giuseppe
Pericu e il prefetto Antonio Di Giovane, il questore Oscar Fioriolli e l’attuale prefetto Giuseppe
Romano. Anche il ministro Claudio Scajola, oggi all’Attuazione del programma e ai tempi agli
Interni, si era espresso in questo senso. Per qualche tempo del centro di accoglienza non si è più
parlato, ma prefettura e questura hanno continuato a lavorare in quella direzione. Secondo la proposta
presentata dalla società Garaventa alla Provincia di Genova, una volta superati tutti i passaggi
urbanistici sarà lo stesso Garaventa a occuparsi della costruzione della struttura in via Rio
Maggiore.
Solo in un secondo tempo, una volta ultimata la struttura, l’opera pubblica sarà acquisita
dalla prefettura.
Questo il progetto che il costrutture ha presentato a Palazzo Spinola. Il comitato tecnico della
Provincia di Genova, per parte sua, sulle sette ipotesi progettuali ha espresso parere favorevole
«per quanto riguarda la conformità al piano di bacino del torrente Bisagno». Due gli elementi sulla
base dei quali si è dato l’okay alla realizzazione dell’edificio: perché«l’intervento ricade ad
almeno cinque metri di distanza dal Rio Maggiore, individuato come significativo nella carta del
reticolo idrografico» e perché«l’area oggetto di intervento non ricade in area inondabile».
Per ottenere l’autorizzazione a eseguire movimenti di terra la società dovrà ora presentare le
verifiche di stabilità del complesso opera versante. L’autorizzazione è però subordinata alla
stipula, da parte del richiedente e prima dell’inizio dei lavori, di una polizza fidejussoria del valore
di centocinquantamila euro a garanzia dei lavori richiesti.
dal secolo xix