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A Rimini e Roma esplode la gioia. Una folla sotto casa delle Simone
Publie le martedì 28 settembre 2004 par Open-Publishing2 commenti
Laura Torretta: "Non ce l’aspettavamo oggi. Siamo emozionati contentissimi".
La prima notizia arrivata dal Prefetto Serra
Luciano Pari: "Stavamo guardando la tv, poi ci hanno chiamato prima Silvio
Berlusconi
e subito dopo Gianni Letta"
ROMA - Liberi, liberi dall’angoscia. I familiari di Simona Pari e Simona Torretta
piangono, sorridono, si affacciano dal balcone, si abbracciano, salutano la folla
di amici, parenti, giornalisti che dal 7 settembre, sostano o passano sotto le
loro case. Un occhio a quei balconi con le finestre sempre abbassate. "E’ una
cosa meravigliosa. E’ come ritrovare un figlio dopo tanto tempo - ha detto la
mamma di Simona Torretta - è come nascere un’altra volta. Ma le ragazze non le
ho ancora sentite".
E’ ancora incredula Laura Torretta, la sorella di Simona. "Non ce l’aspettavamo oggi", confessa Laura ai microfoni della Rai, confermando la liberazione delle due volontarie italiane. "Ci ha chiamato il prefetto e ci ha detto che ci richiamerà con una bella notizia". Pochi minuti dopo arriva la conferma della Farnesina e in casa Torretta esplode la gioia.
"Siamo emozionati, contentissimi - ha aggiunto Laura - non vediamo l’ora di riabbracciarle, stiamo piangendo di gioia". Ancora non ha parlato con la sorella. "Speriamo - ha aggiunto - che ci mettano subito in contatto con lei".
La gioia esplode anche a casa di Simona Pari, a Rimini. E’ la madre a esprimerla con un solo gesto: per la prima volta, dopo 21 giorni di angosciosa attesa, Donatella Rossi si è affacciata al balcone, ha abbracciato il marito Luciano e ha salutato con la mano i giornalisti in attesa sotto casa. Giornalisti, amici e parenti che hanno fatto scattare l’applauso appena i due coniugi sono usciti sul balcone. Il padre chiamato in diretta dal Tg1 ha detto solo: ’’Siamo contentissimi’’. Poi ha chiesto tempo, "per riflettere".
Un’intervista più lunga l’ha rilasciata alla tv panaraba al Jazeera. Lo ha chiamato il capo redattore della tv per dirgli che aveva parlato con la figlia, al telefono. Luciano Pari ha voluto ringraziare l’emittente, ha confermato la liberazione e ha aggiunto che gli hanno assicurato che potrà parlare con la figlia nel giro di un paio d’ore. "Stavamo guardando la tv - ha poi detto a un’altra emittente Luciano Pari - quando ci ha chiamato il premier Silvio Berlusconi e subito dopo il sottosegretario Gianni Lettta". La famiglia si sta ora preparando per raggiungere Roma. "Ringraziamo tutti, adesso aspettiamo solo che ci vengano a prendere e ci portino via", ha detto la mamma.
A Roma appresa la notizia della liberazione di Simona Torretta il sindaco Valter Veltroni accompagnato dal prefetto di Roma Achille Serra si è recato a casa della famiglia, al Tuscolano. Non è l’unico. La notizia della liberazione ha messo in moto amici e parenti. Dopo pochi minuti è giunta la zia di Simona, con un regalo, una pianta. "Sono felicissima - ha detto ai giornalisti - ho appena appreso la notizia e questa pianta è per Simona quando tornerà".
A casa della famiglia Torretta oggi pomeriggio c’era anche Nahoto Takato, la volontaria giapponese sequestrata per otto giorni lo scorso aprile in Iraq. "Ero arrivata molto preoccupata - ha detto - ora sono felicissima. E’ stata una giornata meravigliosa. Stavamo parlando quando è giunta la notizia e mi hanno chiesto se ero un angelo giapponese".
In pochi minuti sotto casa dei Torretta si è formata una piccola folla, commossa e partecipe della gioia della famiglia. La mamma e le due sorelle si sono affacciate alla finestra ed è esploso un fragoroso applauso. Alcuni automobilisti di passaggio hanno suonato il clacson all’impazzata.
Il traffico, in via dei Salesiani, sotto il portone di casa Torretta è stato bloccato dai vigili. L’area davanti l’abitazione è praticamente "occupata" dai pedoni che tutti, naso all’insù, guardano al sesto piano, le finestre di casa Torretta. Finalmente aperte.
http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/itarapdue/notifam/notifam.html
Messaggi
1. > A Rimini e Roma esplode la gioia. Una folla sotto casa delle Simone, 28 settembre 2004, 23:00
Ami italiens j’ai rarement ete aussi heureux qu’aujourd’hui.
Ma joie est toutefois temperee par le fait qu’il reste encore d’autres
otages en Iraq et j’espere de tout coeur que le denouement sera le meme
pour Christian Chenot, Georges Malbrunot, Kenneth Bigley ainsi que
pour toutes les iraquiens pris en otage par la guerre.
Je pense egalement au regrete Enzo qui n’a pas eu la meme chance.
Salutation aux deux Simona et leurs collegues irakiens.
2. > A Rimini e Roma esplode la gioia. Una folla sotto casa delle Simone, 30 settembre 2004, 21:50
Appello delle due Simone.
"Vogliamo ringraziare le popolazioni arabe e gli uomini che ci hanno custodito
rispettandoci in tutti questi giorni avendo per noi mille attenzioni, dalla
benda per evitare di mostrarci la brutta realtà irachena che tutti noi dovremmo
desiderare di cambiare, alla pistola donata a Scelli con la quale desideravano
più di ogni altra cosa mandarci a conoscere Allah il Clemente e Misericordioso.
Vogliamo ringraziare la città di Roma e il sindaco Veltroni per la bellissima
manifestazione, grazie. Vogliamo ricordare quanto ci è stato detto prima
di essere amorevomente consegnate sul retro della moschea degli Ulèma e
cioè che Baldoni non è stato ucciso da questi meravigliosi uomini dell’Islam
ma che a loro dire "Insciallah" lo ha ucciso. Vogliamo ringraziare il movimento
pacifista e Un Ponte Per... per tutto quello che hanno fatto per noi, vogliamo
ringraziare Cossiga, gli ex appartenenti al Mukhabarat, Ansar Al Sunna,
Ansar Al Islam, Ansar Aqbar. Vogliamo ricordare che Insciallah lo usiamo
anche noi nella nostra bella Napoli per dire "vai a quel paese". Vogliamo
ricordare Bianco e il Copaco, il Kgb e Conforto, tutti quanti ci han dato
conforto. Vogliamo ringraziarci tra di noi per il bello spettacolo, peccato
che qui in Italia le donne non portino il velo, i bambini non muoiano per
le bombe di Al Qaeda come quella che ci siamo persi stamane a Bagdad (ci
rifaremo con la prossima). E’ veramente brutto che qui da noi non si coltivi
la solidarietà, la sindrome di Stoccolma e quella di Rousseau. Grazie a
tutti e a rivederci prossimamente su questi schermi..."
Le due Simone.