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A chi vuoi più male?

Publie le giovedì 2 settembre 2004 par Open-Publishing

di Anna Pizzo

Ci sarà pure una ragione se l’imbarazzante intervista di Oriana Fallaci a se stessa va a ruba quando esce nelle edicole con il Corriere della sera e da essa trae ispirazione il presidente del senato, Marcello Pera, per esternare le sue ansie.

Sarà l’irresistibile attrazione di portandosi a casa un chilo e mezzo di carta (straccia) a prezzi stracciati; sarà che i libri comici vanno a ruba, come le numerose edizioni dei libri di barzellette di Totti stanno a dimostrare.

Sta di fatto che l’ardita triangolazione Fallaci-Pera-rimbalzo sui media ha dato luogo a un vortice che attrae come un capogiro spingendo nell’abisso. E ha creato numerosi emuli.

Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che, mentre in Iraq la guerra continua inesorabile, mentre inesorabilmente si ammassano i morti di questa guerra, mentre implacabilmente si inventano forme di tortura, di ricatto, di pressione, di violenza sempre più sofisticate [come stanno a dimostrare non solo i giornalisti già uccisi e quelli rapiti ma anche i dodici ostaggi nepalesi decapitati] in Italia si alza un polverone su tutti [dicasi tutti] i mezzi di informazione sul seguente assunto: "Il terrorismo islamico sta attaccando la nostra civiltà. Per questo dobbiamo dare vita alla solidarietà occidentale in grado di difenderci" [Marcello Pera].

Da quel momento in poi è stato il diluvio, una nobile gara a chi applicava meglio una piccola tortura che qualche amico di famiglia un po’ testa di cazzo vi infliggeva quando eravate bambini chiedendovi se volevate più bene alla mamma o al papà. In questo caso, la domanda sarebbe: "A chi vuoi più male, a chi taglia le teste o con chi dichiara le guerre?".

E tutti a discutere se è meglio stare con questi o con quelli o, al massimo, se è "etico" e "politico" sottrarsi e poter rivendicare il diritto a non stare né con questi né con quelli.

Quartum non datur. Invece c’è sempre una quarta e una quinta possibilità ed è ad esempio quella di cui da tanto tempo parla il popolo della pace, che non è di nessun paese e quindi, evidentemente, non è costretto negli angusti interstizi della miseria italiana. Tale possibilità è che tra gli americani e i tagliatori di teste c’è un territorio vastissimo pieno di donne e di uomini: è il popolo iracheno.

http://www.carta.org/editoriali/index.htm