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ACERRA: I CONTI SENZA L’OSTE

Publie le lunedì 30 agosto 2004 par Open-Publishing
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COME FUNZIONA UN INCENERITORE?
[BREVE FILMATO DIMOSTRATIVO INTERATTIVO] [L’IMPATTO AMBIENTALE] [E QUELLO SULL’UOMO] (da greenpeace)

[LA PROTESTA] [APPELLI] [MOBILITAZIONI - ADESIONI] [LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE]

Agli abitanti di Acerra - Agli attivisti del movimento dei movimenti, - Ai disobbedienti sparsi per l’Italia e l’Europa - Ai comitati cittadini di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino - A tutte le donne e gli uomini di buona volontà - Ai sinceramente democratici e Agli eterni ribelli - Ai movimenti dei disoccupati - e A chiunque lotta per la dignità - A tutto il sud che si ribella

S.O.S. ACERRA
Sono ormai diversi anni che ci provano a iniziare i lavori per il termodistruttore di Acerra.
Ogni volta migliaia di persone sono scese in piazza per impedire l’ulteriore scempio di un territorio già martoriato da fabbriche inquinanti, devastazione ambientale, criminalità organizzata, disoccupazione, precarietà e lavoro nero.
Hanno stuprato, inquinato e devastato il nostro paesaggio. Hanno avvelenato le nostre terre, le nostre acque. Hanno sfruttato nelle fabbriche i nostri padri. Hanno fatto emigrare i nostri figli.
E ora ci vogliono "regalare" anche un inceneritore.
I poteri forti, i potenti hanno già deciso: il Governo Berlusconi, la Regione Campania, la multinazionale FIBE, hanno localizzato il sito dove costruire il termodistruttore, hanno già appaltato, hanno già foraggiato, hanno studiato tutti i minimi particolari, finanche l’assurdo break-even, il punto di incontro tra la crescita del profitto economico e la perdita in termini di sostenibilità ambientale e salute collettiva. Hanno fatto i loro bei calcoli, ma hanno fatto i conti senza l’oste!
L’oste è chi vive in queste terre,...

...chi lavora queste terre, chi ci cresce i propri figli, chi le percorre ogni giorno, respira l’aria circostante, si ciba dei suoi frutti, trascorre la sua esistenza: sono gli abitanti di Acerra, sono gli abitanti dei paesi limitrofi.

Sono loro che hanno il diritto e il dovere di scegliere il proprio destino, il proprio futuro e il futuro del territorio in cui vivono, non certo le multinazionali e le loro sporche logiche del profitto.
I poteri forti hanno deciso dall’alto, a tavolino, senza consultare nessuno, che qui si deve costruire l’inceneritore, ma la determinazione e la lotta della popolazione è riuscita fino a questo momento a impedire l’attuazione di questo atto di prepotenza e prevaricazione.

Ma ora tornano al contrattacco, mostrando il loro volto più becero: lo fanno a metà agosto, nella speranza che il clima estivo riesca a disincentivare la partecipazione e l’attenzione intorno a quello che si preannuncia come un ignobile atto di violenza che le istituzioni si preparano a sferrare nei confronti della popolazione ribelle di Acerra. 1300 uomini tra polizia e carabinieri, in tenuta anti-sommossa, sono stati radunati in queste ore intorno ad Acerra, per imporre con l’uso della forza quanto deciso nei palazzi del potere.

Si troveranno a centinaia in aperta campagna a fare da guardia ad una lamiera e alcune aste di legno poste come perimetro del cantiere, si troveranno a dover manganellare donne, vecchi e bambini, perchè nessuno ha intenzione di abbandonare l’occupazione del sito che per lunghi mesi è stata portata avanti da centinaia di persone: lì, in località Pantano, al posto del cantiere in questi mesi gli attivisti del comitato hanno seminato il terreno, piantato alberi, costruito un parco per bambini, hanno dimostrato concretamente come sia possibile, e sempre più necessario, immaginare e costruire un altro modello di sviluppo del territorio che non sia incentrato sul veleno e la devastazione ambientale.

Intorno a quelle poche centinaia di metri di terra si gioca una partita importantissima che va anche al di là del futuro del territorio e della comunità di Acerra. In campo ci sono due alternative: i diritti dell’umanità contro la barbarie del neoliberismo.

I movimenti dei disoccupati di Acerra in questi anni hanno già dimostrato come la dignità non può essere calpestata, come i diritti vanno affermati e rivendicati e non elemosinati come favori.
Ora c’è bisogno che quella determinazione a mobilitarsi e lottare per un futuro dignitoso si estenda: la battaglia contro il termodistruttore deve diventare il terreno di mobilitazione per tutti i movimenti che in questi anni, al di là delle differenze, hanno costruito dinamiche di conflitto e di riappropriazione dal basso dei diritti negati. Le lotte di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino hanno mostrato con i fatti che un "altro meridione è possibile", un meridione che non china più la testa, che non subisce passivamente e in silenzio l’arroganza del potere costituito, un Sud che si ribella, che sceglie di autorganizzarsi come comunità locali insorgenti e rivendica il proprio diritto all’autodeterminazione e all’autogoverno del territorio, un sud che costruisce con i picchetti, con i blocchi, con la disobbedienza e la lotta ad oltranza, un potere costituente in conflitto con gli interessi e le logiche dominanti del profitto, con le regole e le compatibilità del potere costituito.

Un Sud che riscopre una partecipazione e un protagonismo sociale diffuso - fuori dalle secche tradizionali di una rappresentanza politica sempre più ingabbiata in una miserevole alternanza di affarismo, retorica e tecnicismo - capace finalmente di dare voce ai senza voce, a quelle molteplicità di domande sociali inevase, a quei diritti e bisogni fondamentali e universali, a quei soggetti sociali non garantiti i cui interessi deboli progressivamente vengono sacrificati per difendere privilegi e solidità degli interessi forti.

Da qui, da questo sud ribelle, da Acerra, dobbiamo ripartire per riappropriarci del nostro futuro.
Per questo dobbiamo rincontrarci in tanti domani alle 5 del mattino sul sito dove vogliono costruire il termodistruttore, e così anche dopodomani e il giorno seguente pure, con l’obiettivo di far desistere chi pensa di schiacciare, con la forza e la violenza, la nostra dignità. Ferragosto è tempo di relax, di vacanze, di divertimento.
Il nostro Ferragosto quest’anno sarà invece un ferragosto di lotta. Un Ferragosto per la democrazia, per la giustizia sociale, per la dignità.

Movimento dei Disobbedienti Campani


LA PROTESTA NEI GIORNI SCORSI:
[Acerra dice «No all’inceneritore»] [Sindaco Acerra firma ordinanza blocco cantiere inceneritore] [Rimosso dalla Ps il blocco contro l’inceneritore] [La battaglia di Acerra, fermato il sindaco] [Acerra insorge contro l’inceneritore] [Comunicato stampa sui fatti di Acerra] [Prosegue presidio manifestanti ad Acerra]
Prosegue la protesta: [bloccata la stazione ferroviaria] [e superstrada] [Presidio permanente e manifestazione nazionale] [Verso lo sciopero generale] [il Governo: «Apriremo quel cantiere»] [Morire di diossina, Acerra non ci stà] [ri-occupate ferrovia e statale] [Proteste a Napoli. Corteo ad Acerra] [Sale la tensione] [Acerra e Firenze]
GLI APPELLI:
[Il comitato ha bisogno di sostegno] [Appello dai manifestanti] [Comitato per la lotta contro la costruzione dell’inceneritore]

MOBILITAZIONI:
[No global e movimenti sociali sostengono la ribellione] [Acerra anche il parroco «mobilita»] [Acerra tarantolata]
E ADESIONI:
[Attac Italia] [Presidio di lotta contro l’inceneritore] [Verdi Campania] [La CUB per la manifestazione] [Adesione del PMLI-Campania]



L’impatto ambientale e sanitario

[...] Come accennato in precedenza le emissioni degli inceneritori, sia sotto forma solida che gassosa, sottopongono l’ambiente e la popolazione ad una ulteriore esposizione ai composti inquinanti, il cui reale impatto potrà essere documentato solo fra decine di anni.

Le poche indagini inerenti l’impatto ambientale hanno mostrato la presenza di livelli elevati di metalli e di diossine nel suolo e nella vegetazione limitrofa agli inceneritori, nonché la contaminazione causata a prodotti alimentari come il latte di mucca e le uova.

Nonostante l’entità dell’impatto sanitario delle sostanze tossiche dipenda da molti fattori fra cui la concentrazione nell’ambiente, il grado di tossicità e la durata dell’esposizione, esso può essere ricondotto a due tipologie principali:

Occupazionale, legata all’ambiente di lavoro (vedi tabella 1)

Non occupazionale, a sua volta distinta in accidentale o ambientale.

La prima si riferisce all’impatto che una sostanza (elemento o composto) può avere sui lavoratori impiegati in un processo produttivo; la seconda invece si distingue in una esposizione accidentale legata ad un evento fortuito, non prevedibile (esplosioni, incendi ecc.) o ad un’esposizione ambientale riferita ad una continuata emissione industriale di composti inquinanti in aria, nel suolo e nelle acque.

Le popolazioni residenti in zone limitrofe agli inceneritori (vedi tabella 2) sono fortemente esposte per inalazione e contatto dermico agli inquinanti immessi in atmosfera. La maggior parte di questi entra inevitabilmente nella catena alimentare.

L’immissione nell’aria di particelle fini insieme ad ossidi di zolfo e azoto (SO2 e NO2) determinano un notevole impatto sul sistema respiratorio, in quanto hanno la capacità di raggiungere le regioni più profonde dei polmoni. Oltre a disturbi respiratori di piccola entità come bronchiti e tosse è stata accertata la maggiore probabilità di incidenza di tumori ai polmoni sia per i residenti in aree prossime ad inceneritori che per i lavoratori impiegati in tali impianti.

In queste fasce di popolazione risulta più frequente l’insorgenza di forme tumorali che investono diversi apparati oltre quello respiratorio, quali il sistema gastrico, i tessuti molli (sarcoma) e le vie linfatiche (linfoma non-Hodgkin). I lavoratori impiegati negli inceneritori sono, inoltre, soggetti ad altre patologie come malattie del cuore, alterazioni del sistema immunitario ed è stato trovato un eccesso di lipidi nel sangue e di proteine e tioeteri nelle urine; i tioeteri sono markers biologici ovvero indicatori dell’esposizione tossica a composti come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici).

I risultati emersi negli ultimi anni suscitano preoccupazione in merito all’impatto dell’incenerimento sulla salute pubblica soprattutto in considerazione del fatto che il numero delle indagini sperimentali è ancora oggi limitato e non abbraccia tutti gli inquinanti emessi da un inceneritore, in quanto non è ancora nota la composizione di molte sostanze.

Tab. 1 - Lavoratori impiegati negli impianti di incenerimento

Impatti sulla salute
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Marcatori biologici dell’esposizione:

Elevati mutageni nelle urine
Le emissioni e le ceneri degli inceneritori sono mutageniche, hanno cioè la proprietà di danneggiare il DNA. I lavoratori sono così esposti a questi composti e lo dimostrano gli elevati livelli di mutageni nelle urine (studio del 1990/1992)

Elevati livelli di idrossipirene nelle urine

L’idrossipirene è un indicatore dell’esposizione agli IPA; i risultati rilevano elevate esposizioni a questi composti (studio del 1992)

Aumentata quantità di tioeteri nelle urine

I tioeteri sono indicatori dell’esposizione a composti, come gli IPA (studio del 1981)

Cancro:

Aumentata probabilità di cancro ai polmoni

Lavoratori di un inceneritore di rifiuti urbani in Svezia, 1920-1985 (studio del 1989)

Aumentata probabilità di cancro all’esofago

Lavoratori di un inceneritore di rifiuti urbani in Svezia, 1920-1985 (studio del 1989)

Aumentata probabilità di cancro all’apparato gastrico

Lavoratori di un inceneritore di rifiuti urbani in Italia, 1962-1992 (studio del 1997)

Altri impatti:

Aumentata mortalità per ischemia cardiaca

Lavoratori di un inceneritore di rifiuti urbani in Svezia, 1920-1985; i risultati sono stati significativi nei lavoratori con più di 40 anni di attività (studio del 1989)

Eccesso di lipidi nel sangue; alterazione sul sistema immunitario; alterazione del rapporto dei sessi nella prole; decremento nella funzionalità del fegato; aumento delle allergie
Lavoratori impiegati in un inceneritore in Giappone, 1988-1997. Sono stati significativi l’eccesso di iperlipidemia e cambiamenti nelle cellule del sistema immunitario, mentre deve essere confermata la correlazione tra allergie ed esposizione alle diossine (studio del 2000)

Eccesso di proteine nelle urine e ipertensione; anormale chimica del sangue
Lavoratori impiegati in un inceneritore di rifiuti urbani negli Stati Uniti (studio del 1992)

Cloroacne, eruzione cutanea dovuta alla esposizione di diossina

Cloroacne è stata trovata in un lavoratore di un vecchio inceneritore in Giappone, con alti livelli di diossine (studio del 1992)

(da Allsopp M. et al. 2001).

Tab. 2 - Residenti in aree limitrofe ad inceneritori

Impatti sulla salute
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Marcatori biologici dell’esposizione

Elevati livelli di tioeteri nelle urine dei bambini
Alti livelli di tioeteri nelle urine sono stati trovati in bambini residenti vicino ad un moderno inceneritore in Spagna (studio del 1999)

Cancro

Aumento del 44% del sarcoma nei tessuti molli e del 27% del linfoma non-Hodgkin
Questi tumori sono stati documentati in soggetti residenti vicino ad un inceneritore in Francia. La causa è con probabilità legata alla esposizione alle diossine, ma sono necessarie ulteriori indagini (studio del 2000)

Aumento probabilità di cancro ai polmoni

Aumenti significativi sono stati documentati in residenti vicino ad un inceneritore di rifiuti urbani in Italia (studio del 1996)

Aumento probabilità di cancro alla laringe

Documentato solo nei pressi di un inceneritore di rifiuti pericolosi (solventi) in Inghilterra (1990). In Italia l’aumento di mortalità dovuto a questo tipo di cancro è stato riscontrato in residenti vicino ad un inceneritore di rifiuti, ad una discarica e ad una raffineria

Aumento probabilità di cancro al fegato

Gli studi sono stati condotti su 14 milioni di persone residenti tra 7.5 e 70 Km di distanza da un inceneritore di rifiuti urbani in Inghilterra: l’incidenza tumorale è aumentata dal 20 al 30% (studi del 1998 e 2000)

Impatti sull’apparato respiratorio

Percentuale aumentata dell’impiego di medicine per problemi respiratori
In un villaggio in Francia è stato documentato un aumento dell’uso di medicine ma la relazione causa-effetto non può essere attribuita univocamente (studio del 1984)

Aumento di 9 volte di sintomi respiratori come tosse e affanno
Studio effettuato su residenti vicino ad un inceneritore di rifiuti pericolosi (studio del 1993)

Impatti avversi sulla funzione polmonare nei bambini

Studio condotto a Taiwan che indica una correlazione tra l’inquinamento atmosferico, non solo dovuto agli inceneritori, e la funzionalità polmonare nei bambini (studio del 1992)

Sintomi respiratori aumentati, compresi tosse e bronchiti
Uno studio su 58 individui residenti vicino ad un cementificio che brucia rifiuti pericolosi in Stati Uniti (studio del 1998)

Rapporto dei sessi

Aumento nelle nascite di individui di sesso femminile
Studio condotto su popolazione residente vicino a due inceneritori in Scozia. Altre indagine effettuate sulla popolazione di Seveso hanno rilevato una connessione con l’esposizione a diossine (studi del 1995 e 1999)

Anomalie congenite

Aumento della incidenza di spina bifida (deiescenza del canale midollare dovuta a mancata saldatura dell’arco posteriore della vertebra) e di ipospadia (malformazione delle vie urinarie dell’uomo)
L’aumento di questi difetti genetici è stato osservato in individui residenti in un’area posta vicino ad un inceneritore fra il 1960 e il 1969. La correlazione deve essere confermata

Aumento della probabilità di malformazioni congenite nei neonati
Indagine condotta su popolazione residente vicino a due inceneritori di rifiuti urbani in Belgio (studio del 1998)

Aumento di malformazioni congenite agli occhi
Studio sull’impatto di due inceneritori di rifiuti pericolosi in Scozia

Gravidanze multiple

Possibile aumento nei tassi di gravidanze gemellari e/o multiple
Un aumento nei parti gemellari è stato evidente nel 1980 in una popolazione residente vicino ad un inceneritore in Scozia. La probabilità di gravidanze multiple è stata osservata anche in Belgio (studio del 2000)

Altri impatti

Livelli più bassi dell’ormone tiroideo nei bambini
Bambini residenti vicino ad un inceneritore in Germania hanno mostrato questo fenomeno (studio del 1998)

Aumento di allergie, incidenza del comune raffreddore e di generali malesseri. Aumento della richiesta di intervento medico nelle scuole
Studio condotto in una scuola inferiore su bambini che vivono nelle vicinanze di due inceneritori di rifiuti urbani in Belgio (studio del 1998)

(da Allsopp M. et al. 2001). [...] tratto da GreenpeaceItalia - Il Dossier completo