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ATTENTATO CONTRO LA SOCIETA’ CIVILE DI MADRID

Publie le venerdì 12 marzo 2004 par Open-Publishing

Qualitativamente, l’attentato che ha spezzato la vita di 180 persone oggi a Madrid e ne ha ferite
più di 1000 è come l’11 Settembre. Esattamente uguale. La stessa intenzione di scatenare processi
di guerra civile (globale), la stessa volontà di dichiarare una guerra totale, la stessa logica
del "tanto peggio tanto meglio", lo stesso disprezzo per la vita.

E’ stata ETA, è stata Al-Qaeda? Come sono rapidi alcuni nella risposta! Senza nemmeno lasciare
tempo alla legittima indignazione, senza dati né prove, il ministero dell’Interno e i suoi portavoce
affermano categoricamente che è stata ETA mentre Otegi e i suoi portavoce affermano in modo
ugualmente categorico che è stata la "resistenza (sic!) islamica". I partigiani dell’appiglio disperato
a quest’ultima ipotesi affermano con soprendente flemma che non ha potuto essere ETA in alcun modo
"perché non c’erano obiettivi politici" (sic!) e indicano Al Qaeda o, secondo i gusti e i deliri
personali, i servizi segreti (che terribile contestazione volevano scongiurare con un gesto di
terrorismo di Stato?), il Partido Popular (con il solito "a chi giova"?), la Cia, l’ultradestra, ecc.

Noi non sappiamo chi è il responsabile di quest’atto di barbarie, ma sappiamo che ETA disprezza
assolutamento la vita della società civile e vorrebbe confrontarsi con lo Stato senza le sue
fastidiose mediazioni, alimentando la logica dello stato d’eccezione. E ci pare vergognoso che una parte
della sinistra, che si crede capace di giudicare tutto senza sentirsi responsabile di nulla,
cerchi di discolparla (ETA, ndt) così in fretta, di riflesso, senza sapere nulla dei fatti, senza
meditare un solo momento, semplicemente per un tic ideologico. Per caso i terroristi che venivano
foraggiati con dinamite a Madrdi da alcune settimane (che crederanno questi miserabili che sia Madrid e
la gente che vive qui?) pensavano di venderla al mercatino?

Che altre variabili - etiche,
politiche, morali - entrano in gioco nella logica di ETA al di sopra della produzione massiva di terrore e
di panico? Non potrebbe volere ETA omologare di forza ciò che avviene nel Paese Basco con quanto
avviene in Palestina o in Iraq o in Afghanistan, come una profezia autoavverata?

L’attentato che è avvenuto oggi a Madrid è un attentato contro la società civile, contro la gente.
Non è un attacco contro lo Stato. Lo Stato, come riferimento ineludibile quando è ora di fare
politica, uscirà disgraziatamente rafforzato. La forma-Stato, che non è la stessa cosa del governo. A
partire da subito, i politici e i media ripeteranno incessabilmente che tutta la società civile
unita-come-un-solo-uomo deve porsi al servizio delle autorità. Se non l’evitiamo, l’identificazione
tra Stato e società civile si intensificherà fino ad un grado praticamente irresistibile. La
profonda messa in discussione delle istituzioni attuali e delle loro decisioni unitarie sarà
criminalizzato immediatamente.

La sinistra tradizionale si dividerà tra quanti non si muovono dalla fotografia (e seguono come un
fuso le consegne del Partido Popular come le uniche possibili adesso) e quanti adottino la tattica
dello struzzo ("lo Stato uccide di più") negandosi di guardare davanti a sé darsi conto del fatto
decisivo nell’Impero che le agenzie terroriste esistono e che la loro capacità di produzione di
panico è enorme. Invece sì, esistono, e bisogna dire molto forte e chiaro che ci hanno di fronte e
cercare quotidinamente di erodere le certezze, i postulati ideologici e i luoghi comuni che le
alimentano. Smantellare la logica di guerra nelle nostre teste, scappare per la tangente, uniti a
molti altri, affini e differenti.

Molte domande, poche risposte, molto dolore e indignazione, nessun gingillo ideologico che
permetta di giudicare quanto è successo, farne responsabili i mali di sempre e quietarci in fretta con la
coscienza tranquilla.

Colectivo Editorial Indymedia Madrid