Home > Addio a Tiziano Terzani
di Francesca Lancini
Si è spento ieri nella città natale di Orsigna (Firenze) Tiziano Terzani,
giornalista e narratore dei mille volti dell’Asia. Aveva 65 anni e da anni era
malato di cancro.
"Diventai giornalista perché alle corse podistiche arrivavo sempre ultimo. Ero
studente in un liceo di Firenze e mi ostinavo a partecipare a tutte le campestri
che si tenevano alle Cascine. Non avevo alcun successo tranne quello di far ridere
i miei compagni", scriveva Tiziano Terzani, giornalista tra i più grandi in Italia
e nel mondo, nell’introduzione di uno dei suoi libri più letti e amati, "in Asia".
Ostinazione, coraggio, buon senso, sensibilità, curiosità irrefrenabile, lucidità,
cuore. Tutto questo era Tiziano Terzani. Caratteristiche che gli permisero qualche
anno più tardi - la prima volta fu nel 1965 da Tokyo - "di poter essere in prima
fila là dove avvengono le cose, porre a chiunque le domande più impossibili,
mettere il piede in tutte le porte, fare i conti in tasca ai potenti e poi poterne
scrivere".
Tiziano Terzani nacque a Firenze nel 1938 e dal 1971 divenne corrispondente dall’Asia per il settimanale tedesco Der Spiegel, i media
italiani allora non erano interessati a quegli angoli sconosciuti che stavano dall’altra parte del mondo. Iniziò per vocazione, si trovava in Giappone come dipendente della Olivetti e non poteva fare a meno, in quell’universo così estraneo dove "il moderno rende tutto piatto e la civiltà tutto civile", di scrivere lettere alla moglie Angela, che lo ha seguito in tanti anni di peregrinazioni per poi lasciarlo solo quando, avendo scoperto di avere un cancro nel 1997, iniziò un percorso dagli Stati Uniti all’India, dalla Thailandia alle Filippine, per trovare se stesso e il senso profondo del mondo esterno. Un viaggio intimissimo narrato nell’ultimo libro, "Un altro giro di giostra", uscito lo scorso 25 marzo.
Terzani, che poi divenne collaboratore del Corriere della Sera e
Repubblica, visse a Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo, Bangkok, New Dheli e nell’ultimo periodo - sempre nell’adorata India - in una casetta alle pendici dell’Himalaya. Raccontò la guerra del Vietnam: "La guerra è una cosa triste, ma ancora più triste è il fatto che ci si fa l’abitudine", scriveva da Saigon nell’aprile ’72. "Il primo morto, quando l’ho visto, stamani rovesciato sull’argine di un campo con le braccia aperte, le mani magrissime piene di fango e la faccia gialla, di cera, mi ha paralizzato. Gli altri, dopo, li ho semplicemente contati, come cose di cui bisogna, per mestiere, registrare la quantità". Ma Tiziano Terzani non registrò mai nulla, non conobbe mai il cinismo che spesso avvelena questa professione. "Scrivi col cuore", diceva ai ragazzi che si affacciavano al mestiere. Terzani faceva parlare le persone, anche le più anonime, le metropoli ultra-urbanizzate e i villaggi arrampicati su un fiume d’oriente, le piccole consuetudini e le ragioni dei conflitti, della politica internazionale, lui pacifista fino al midollo.
Gli orrori del Vietnam li denunciò nel primo libro "Pelle di Leopardo" (1973) e poi ancora in "Giai Phong!La liberazione di Saigon" (1976): Terzani era tra i pochissimi giornalisti che rimasero a Saigon nel 1975 e assistettero alla presa del potere da parte dei comunisti. Seguirono "Holocaust in Kambodsha" (1981 - Cambogia); "La porta proibita" (1985) in cui parla del lungo soggiorno in Cina e dell’espulsione dal Paese per "attività controrivoluzionaria"; "Buonanotte, Signor Lenin" (1992), testimonianza della caduta dell’impero sovietico; "Un indovino mi disse" (1995), un anno trascorso "a giro" per l’Asia senza prendere aerei in seguito alla profezia funesta di un indovino. Fu in prima linea anche nelle guerre post 11 settembre: rispose sul Corriere della Sera a "La rabbia e l’orgoglio" della concittadina Oriana Fallaci e scrisse, dopo essere stato in Afghanistan nel 2002, "Lettere contro la guerra", invitando al dialogo con l’Islam.
In "Un altro giro di giostra", Tiziano Terzani si allontanò dalla professione e, soprattutto, dai limiti temporali che questa comportava, per guardare dentro la malattia e il senso della vita. Sperimentò, con la curiosità e la totale mancanza di pregiudizi e barriere ideologiche di sempre, la medicina tradizionale e quella alternativa: di nuovo mosso dalla volontà di capire un nuovo modo di intendere la vita e la morte. Si preparava però a tornare, con un nuovo io interiore, dall’India all’Orsigna, a contatto col mondo esterno. Non ci stancheremo mai di aspettarlo.
La cerimonia di addio si terrà nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio a Firenze, venerdì 30 luglio, alle ore 17,30
http://www.peacereporter.net/it/canali/storie/0000asia/India/040729terzani
29.07.2004
Collettivo Bellaciao
Messaggi
1. > Addio a Tiziano Terzani, 30 luglio 2004, 00:45
Adesso il suo viaggio continua il un luogo assai diverso, il suo addio lo ha dato dalla sua amata città, dove la sua cara nonna, con i suoi consiglie i suoi intrugli lo teneva in un mondo fatato e antico che solo in india era riuscito a riscoprire. Tiziano ci ha trasmesso un messagio di grande umanità, che spero tutti possano recepire e lasciando scivolare fino al cuore cominciare ad aprirsi ad un dialogo che da troppo tempo viene ignorato a favore di interessi economici capaci di privarci della nostra splendida umanià. Addio Tiziano... Anzi no! Arrivederci per un altro giro di giostra.
2. > Addio a Tiziano Terzani, 30 luglio 2004, 11:28
Sto leggendo in questi giorni quello che adesso è diventato il suo ultimo libro.
Quando vidi in libreria "Un altro giro di giostra", lo acquistai subito, perchè leggere un libro di Terzani per me è come fare una bella, profonda, importante chiacchierata con un amico.
Sempre, anche adesso, in questi giorni, leggere i suoi scritti vuol dire per me ragionare, riflettere sul mondo e su me stessa, aprire la mente a prospettive diverse e ritrovare in ciò che lui scrive una parte di riflessioni che nel vivere quotidiano appaiono fugacemente nella mente, ma poi rischiano di disperdersi. Leggere i suoi scritti è ritrovare queste riflessioni e imprimerle nel proprio essere
Sto provando una grande tristezza, sento il vuoto di un amico con il quale da lontano, senza conoscerci, ho condiviso sensazioni e pensieri.
Ciao Tiziano, un grande abbraccio
3. > Addio a Tiziano Terzani, 30 luglio 2004, 16:58
Sto ancora leggendo il Suo libro, Tiziano.
La giostra ha ancora così tanti giri da fare per Lei.
Grazie con tutto il cuore.
Caterina
1. > Addio a Tiziano Terzani, 31 luglio 2004, 00:44
Il Suo messaggio mi ha commosso. Grazie.
4. > Addio a Tiziano Terzani, 31 luglio 2004, 20:49
......era vestito di bianco con la pashmina arancio sulla spalla, rimasi affascinata anzi attratta dalla profondità del suo sguardo.....non conoscevo nulla di lui avevo solo comprato il suo libro al premio bancarella, fu un felice connubio di emozioni : avevo comprato il libro per istinto sicura di leggerlo e conquistata dalla quella figura bianca, imponenete .
è stato un personaggio di grande spessore, la sua malattia mi ha colta di sorpresa, lo credevo immortale. Ora posso rivolgermi a lui dicendogli un ciao anzi arrivederci GRANDE SAGGIO e nel mio grande giorno mi piacerebbe rivedere quell’uomo vestito di bianco con la pashmina arancio sulla spalla........
5. > Addio a Tiziano Terzani, 25 agosto 2004, 17:56
Ho seguito il cammino di Tiziano attraverso i suoi libri, ora, che avevo voglia di conoscerlo, non c’è più, l’ho saputo oggi 24 agosto 2004.
Ciao Caro Tiziano.
ermanno
1. > Addio a Tiziano Terzani, 2 settembre 2004, 14:49
stavo leggendo "un indovino mi disse" e ho fatto la triste scoperta della sua morte: ho usato le sue parole "L’islam è troppo antiquato e repressivo (sopratutto nei confronti delle donne) per poter rappresentare qualcosa di positivo" parole quanto mai indovinate adesso che l’islam sta dando il peggio di se stesso.
ci mancherai...
vittorio baccelli