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Aerei attacano gli sciiti a Najaf

Publie le martedì 24 agosto 2004 par Open-Publishing

Nel weekend sono morte almeno 114 persone, molti i civili. Si cerca di riaprire la trattativa con Sadr

Ancora nessuna luce in fondo al tunnel della
rivolta sciita a Najaf, che ormai va avanti da tre
settimane e che ha causato la morte di diverse
centinaia di persone. I miliziani di Moqtada
Sadr continuano a combattere e le forze
americane e irachene continuano a
bom-bardare. Un portavoce del ministero della
sanità ha affermato che solo tra sabato e
domenica nella città santa sono state uccise
114 persone, tra civili e guerriglieri.

Nell’ulltima
notte sono state udite almeno una quindicina
di potenti esplosioni. Nella tarda serata, un
razzo si è abbattuto sul muro di cinta della
grande moschea al cui interno sorge il
mausoleo dell’imam Ali, provocando una
breccia larga almeno un metro quadrato. «Si
tratta di una grave profanazione», hanno
affermato dei sostenitori di Sadr, secondo i
quali il razzo è stato sparato da un elicottero
americano Apache. Il comando Usa ha
smentito la circostanza, ma l’episodio potrebbe
comunque suscitare ulteriore collera tra la
comunità sciita. In mattinata sono poi ripresi i
combattimenti nel grande cimitero alle porte
della città, dove sin dall’inizio della rivolta si
sono asserragliati numerosi guerriglieri.

Alcune fonti hanno affermato che le forze Usa
stanno avanzando tra le tombe, mentre al
tempo stesso mantengono con i carri armati
l’accerchiamento nel raggio di 200 metri dal
mausoleo, ma gli insorti hanno fatto sapere di
avere munizioni e cibo per resistere per
settimane, forse per mesi.
Le autorità irachene, che la settimana scorsa
avevano lanciato una serie di ultimatum dando
agli insorti solo poche ore per deporre le armi,
sembrano intanto decise a perseguire la via
del negoziato. La delegazione della
Conferenza nazionale che giorni fa andando a
Najaf sembrava esser riuscita a indurre Sadr
alla resa ieri ha fatto sapere di essere in attesa
di un impegno scritto del leader religioso sul
disarmo della sua milizia.

«Abbiamo lanciato
un appello mercoledì scorso per chiedere (a
Sadr) di impegnarsi per iscritto, con la sua
firma, sui tre punti votati alla Conferenza
nazionale, cioé il ritiro dal mausoleo, il disarmo
della milizia e la sua trasformazione in partito
politico. Aspettiamo la risposta e quando
l’avremo ricevuta andremo di nuovo là», ha
detto un componente della delegazione, lo
sheikh Mohammad Mohammad Ali.
Nel frattempo purtroppo non ci sono novità
riguardo la sorte di Enzo Baldoni, il reporter
sequestrato nei giorni scorsi dai miliziani. Per
la sua liberazione si sta muovendo anche
Scelli della Croce Rossa.

«Non abbiamo nessuna novità, proprio niente,
niente, è tutto come ieri», ha detto Ida Baldoni,
la sorella del giornalista scomparso. «Non
abbiamo - ha proseguito rispondendo all’Ansa
 alcuna novità, né ufficiale, né ufficiosa».
Anche dall’unità di crisi della Farnesina - ha
proseguito - «ci è stato detto che e’ tutto come
ieri».

http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=30983&page=2