Home > Al Sadr dichiara guerra aperta alla Coalizione
di Toni Fontana
Al Sadr ha dichiarato guerra aperta ad americani ed inglesi. Il fronte sciita, che pareva spento da un paio di mesi, è da ieri in fiamme; si combatte a Najaf, nei sobborghi di Baghdad, a Bassora. A Nassiriya il comando italiano ha schierato ieri sera, per la prima volta, i nuovi blindati «Dardo». Scontri tra polizia locale e miliziani sono scoppiati nella zona meridionale della città dove sono schierati gli italiani. La ribellione degli estremisti sciiti riesplode mentre si diffondono preoccupanti notizie sullo stato di salute del 73enne ayatollah Al Sistani, il religioso che, con saggezza e moderazione, ha finora tenuto a bada le pretese del giovane mullah Al Sadr, da ieri nuovamente in trincea. Il capo degli sciiti moderati soffrirebbe di problemi cardiaci e ieri, mentre nelle città sante si sparava con mortai e mitragliatrici, ha dovuto annullare tutti gli impegni presi.
Mai come ora il futuro dell’Iraq appare precario. Mentre il governo di Allawi tenta inutilmente di avviare la «transizione» e minaccia di espellere Al Sadr e le sue milizie riesplodono tutte le contraddizioni irrisolte dell’Iraq. I terroristi proseguono la loro devastante campagna immolando kamikaze come è accaduto ieri a Mahawil, ad una settantina di chilometri a sud di Baghdad (nove morti), dove è stato attaccato un commissariato di polizia, uccidendo altri camionisti (un turco è stato assassinato ieri nel nord), danneggiando gli oleodotti (ancora una volta a Kirkuk). L’escalation del terrore era in qualche modo prevista, ma altrettanto non si può dire della ribellione sciita le cui conseguenze appaiono imprevedibili. Sono stati i miliziani sciiti a fare la prima mossa trascinando i marines Usa e gli inglesi nella battaglia. Come era accaduto in primavera la «polveriera sciita» è esplosa a Najaf. Nel corso della notte gli uomini di Al Sadr, armati di lanciarazzi, mortai e mitragliatrici hanno scatenato l’ennesimo assalto alla caserma della polizia; a quel punto sono intervenuti i marines e la battaglia è divampata.
È la prima volta che i soldati americani penetrano nella città santa da quando, nel mese di giugno, è stata concordata una tregua (che il comando Usa ufficialmente non ha mai riconosciuto) che affida il controllo dei luoghi santi alla polizia irachena. Attaccando il commissariato i miliziani di Al Sadr hanno dunque stracciato l’accordo e ripreso le ostilità a tutto campo. Il bilancio dei morti e dei feriti è molto approssimativo anche perché i miliziani sono soliti recuperare i corpi dei loro caduti senza dare notizia delle perdite subite. Si parla di 16 guerriglieri e un soldato Usa uccisi. Ieri mattina è stato abbattuto un elicottero Usa; i due ufficiali a bordo sono rimasti feriti e sono stati tratti in salvo.
Nel corso della battaglia sono stati sparati cinque razzi contro l’ospedale. Gli estremisti sciiti hanno insomma fatto la prima mossa sia a Najaf che a Bassora, ma, all’origine della nuova fiammata di violenza, vi è l’attacco compiuto appena tre giorni fa dal marines alla casa di Al Sadr. In quella occasione i soldati Usa non trovarono traccia del leader ribelle ed anzi negarono che l’obiettivo del blitz fosse la sua cattura.
La reazione del quartier generale dell’esercito del Mehdi, la milizia sciita, non si fece tuttavia attendere e ieri al Sadr ed i suoi guerriglieri hanno dato seguito alla minacce pronunciate.
Il vero proposito del comando Usa era probabilmente quello di «intimorire» al Sadr che, alcuni giorni prima, aveva impedito la nomina dei delegati di Najaf alla conferenza nazionale, poi rinviata anche per questa ragione. Come in altre occasioni il capo ribelle ha invece reagito rilanciando la sfida.
Da Najaf la ribellione si è rapidamente estesa anche a Bassora, capitale delle regioni del sud. Qui gli uomini di Al Sadr, ed in particolare il suo luogotenente Saad al Basri, hanno letteralmente «dichiarato guerra» agli inglesi. «Condurremo la jihad e la guerra contro le forze straniere - ha detto lo sceicco - non attaccheremo la polizia e le forze irachene, e tuttavia, se queste ultime combatteranno a fianco degli occupanti noi le colpiremo duramente». Il comando britannico, dal quale dipendono anche gli italiani, ha schierato nei pressi del quartier generale di Al Sadr mezzi blindati e carri armati. Nella battaglia che ne è seguita sono stati uccisi almeno due miliziani.
I guerriglieri sono riusciti ad incendiare due Land Rover dei britannici. In serata gli scontri si sono attenuati, ma la tensione in città è altissima. Da ieri anche gli italiani si trovano dunque tra due fuochi: Najaf al nord e Bassora al sud. Miliziani sono comparsi anche a Nassiriya dove il governatore iracheno ha chiesto ai militari italiani di intervenire. Colpi sono stati sparati contro due pattuglie, una dei Lagunari ed una dei carabinieri; nessun soldato italiano è rimasto ferito. Un elicottero di «Antica Babilonia» è intervenuto per trarre in salvo tre britannici coinvolti in un incidente, mentre una pattuglia di artificieri italiani e americani ha effettuato un massiccio sequestro di armi ed esplosivi nei pressi della città ribelle di Suq ash Shuyuk, teatro di innumerevoli agguati.
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