Alba Dorata, la polizia cerca l’arsenale nascosto

A confermarlo è un rapporto della Corte Suprema greca, che dice: il partito di estrema destra ha la stessa struttura gerarchica ispirata al Fuehrerprinzip nazista.

Che Alba Dorata non fosse partito politico comune si era capito da tempo. Ma le continue rivelazioni sul movimento di estrema destra greco sono impressionanti, a cominciare dal presunto arsenale bellico nascosto. A indagini non ancora concluse la magistratura ellenica ha ordinato alcuni arresti - in parte legati all’omicidio del rapper antifascista Pavlov Fyssas - e molte perquisizioni, anche nei confronti di alcuni parlamentari del gruppo neonazista, che sarebbero stati coinvolti in un presunto tentativo di colpo di Stato. A confermarlo adesso ci sono anche le 9 pagine della relazione del vice procuratore della Corte Suprema greca Charalambos Vourliotis, che tratteggia un’organizzazione molto simile a quella nazista del Fuehrerprinzip, ovvero fondata sul principio di supremazia del capo.

La struttura militare del gruppo - che alle ultime elezioni in Grecia ha guadagnato più del 13 per cento delle preferenze - prevede che i subalterni debbano cieca fedeltà ai propri capi. In testa - fino al 28 settembre scorso - c’era il leader del movimento Nikos Michaloliakos, finito in manette per appartenenza a banda criminale e per il coinvolgimento nell’omicidio di Fyssas. Lui impartiva gli ordini - spiega Vourliotis nel suo rapporto - e chi stava più in basso nella piramide gerarchica eseguiva senza fiatare. Stando alle carte, inoltre, il gruppo viene gestito a livello locale da comitati di 5 militanti col proprio "capocellula" al comando. Mentre altri 5 giudicano le nuove aspiranti reclute, pescati tra le fila di disoccupati e in generale all’interno delle fasce deboli della società greca.

Ma le rivelazioni più curiose riguardano la natura del partito di ispirazione neonazista: se da una parte esiste la facciata pubblica e istituzionale, dall’altra - stando sempre alle carte del vice procuratore - c’è quella clandestina, che si muove tra le sedi locali dei militanti e degli oscuri rapporti con alcuni apparati istituzionali. Ruolo chiave, secondo un altro filone d’inchiesta, potrebbero averla giocata alcuni poliziotti corrotti. Il sospetto degli investigatori è che alcuni simpatizzanti di Alba Dorata siano contemporaneamente alti dirigenti dei servizi segreti greci ed esponenti militari di primo piano. La notizia è del 28 settembre scorso: prima vengono sostituiti due dirigenti della polizia. Poi viene dimissionato Dimos Kouzilos, capo della Terza divisione Peg del controspionaggio ellenico.

Ed ecco che le indiscrezioni su un possibile colpo di stato si trasformano in qualcosa di più di un semplice timore. In queste ore la polizia sta effettuando perquisizioni nelle case e nelle varie sedi di Alba Dorata - anche nei luoghi finora ritenuti più sicuri dai membri del gruppo - alla ricerca di armi. Il sospetto degli investigatori, infatti, è quello che alcuni militanti e deputati stavano costituendo un arsenale privato, da usare alla prima buona occasione. D’altra parte, riferisce il quotidiano greco Kathimerini, in casa di Christos Pappas - numero due dell’organizzazione - la polizia ha trovato alcune pistole, oltre a materiale propagandistico, come bandiere con la svastica e inneggianti ad Adolf Hitler.

Ultima curiosità: Alba Dorata, di dichiarata tendenza xenofoba, non disdegna la collaborazione di "lavoratori" immigrati per gestire la vendita di alcuni "prodotti" in cambio di una percentuale sui profitti. In alcune «case sicure» dell’organizzazione, guarda guarda, sono state trovate sigarette di contrabbando. Che siano quelli i cuoriosi "prodotti" di cui il sostituto procuratore Charalambos Vourliotis parla nel suo rapporto, che i media greci hanno potuto visionare in parte?

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