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Alessandro Cardulli intervista il segretario del PRC Fausto Bertinotti
Publie le mercoledì 27 ottobre 2004 par Open-Publishing
Bertinotti: "Un nuovo contenitore non è un partito. Le primarie? Devono essere una competizione"
de Alessandro Cardulli
Senza giri di parole, perchè quando parla qualcuno della sinistra che viene definita radicale, nel migliore dei casi si tende sempre a dare un’interpretazione secondo le convenienze. Se poi dice qualcosa Fausto Bertinotti è d’obbligo la ricerca del retropensiero, ognuno tira la corda dove più gli fa comodo. In particolare i mezzi d’informazione si sbizzariscono com è avvenuto a fronte di un’intervista del segretario di Rifondazione in merito ai rapporti fra le diverse componenti del complesso aricipelago della sinistra, individuato come una sorta di “mandante” di eventuali scissioni. Allora quale migliore occasione che chiedere al “mandante”, a Fausto Bertinotti l’autenticità delle sue riflessioni sulla sinistra. Gli rubiamo dieci minuti del suo tempo in una pausa dei lavori della conferenza della Sinistra europea, di cui è presidente, che si batte per un’altra Costituzione europea, esprimendo un giudizio negativo, un vero e proprio rifiuto per quella che sarà firmata venerdì prossimo.
Le tue proposte - chiediamo a bruciapelo - sulla sinistra, sul suo assetto, sui rapporti fra le diverse componenti di questo mondo che si cararatterizza nella storia italiana per le sue divisioni, sono state interpretate come un invito alla sinistra diessina alla scissione: Mussi e Salvi, presentatori di due mozioni distinte della sinistra, hanno risposto che stanno combattendo una battaglia dentro il partito, contro derive moderate, per garantire i caratteri di una forza di sinistra, una forza del socialismo europeo. Allora quando hai parlato di un “contenitore” a cosa ti riferivi? A un nuovo partito, una confluenza in Rifondazione? “Chiarezza per chiarezza, senza giri di parole - risponde Bertinotti – non ho mai pensato che si potesse fare una sollecitazione per la scissione. Sarebbe una cosa politicamente insensata che ci riporterebbe a tempi e strade che nessuno vuole ripercorrere. Significherebbe riconoscere che siamo incapaci, pur da versanti diversi, di costruire politiche unitarie. Ho molto rispetto per la battaglia politica che la sinistra Ds sta conducendo e che guardo con interesse e comprensione dei valori cui s’ispira. L’uso che ho fatto della parola “contenitore” non può essere equivocato. Penso a un luogo, uno spazio organizzato entro il quale possono stare tutti coloro, a partire dalle forze politiche della sinistra, movimenti, associazioni, realtà sociali, che, pur diversamente collocati, possono costituire un laboratorio unitario e plurale per la costruzione di una forza che lavori alla proposta di un’alternativa di società. Non dico, non penso ad un partito, ma ad una soggettività capace di definire obiettivi convergenti, intraprendere iniziative, fare politica in modo nuovo, lasciandosi influenzare da nuove esperienze. Ti faccio un esempio. Partecipo al social forum, a riunioni di altre organizzazioni che sono nate in questi anni, se vado a Londra o in qualche altra parte del mondo, se prendo parte a iniziative che si svolgono in Italia promosse da movimenti e associazioni. Non annullo le mie caratteristiche, non annullo il partito di cui faccio parte, ognuno resta quello che è. Opero però perché esista questo luogo, questo spazio dove costruire un progetto comune, cui ognuno partecipa, ripeto, per quello che è e vuole essere. Chiaro?” Chiaro.
Allora passiamo ad affrontare un altro argomento spinoso, il riformismo di cui tutti parlano. Mi guarda male, capisco che non è aria. Cerco di prenderla partendo dai valori che oggi…. Non è aria, di una parola talmente usata si puù dire tutto o niente. Veniamo così alla primarie, altro tormentone di stagione: più volte hai affermato che condividi la candidatura di Romano Prodi; però se ci sono le primarie intendi candidarti. Ti viene fatto notare che cadi in una contraddizione. Se sei da’accordo per Prodi perché ti candidi? Qualcuno dice che vuoi fare una conta all’interno delle forze di sinistra. Bertinotti si mostra un po’ stufo ma, ripeto, questo si dice di te. “Le primarie - lo afferma come recitasse una litania - si possono fare o non fare. Se si fanno devono essere una reale competizione. Una competizione fra candidati diversi che hanno in comune una dichiarazione di intenti, un sentire comune in alternativa a Berlusconi. Dentro questo quadro comune gli elettori potranno scegliere. Il vincitore rappresenta tutti e sarà il coordinatore del lavoro per la costruzione del programma, garantendo una vasta partecipazione non solo delle forze politiche. Se seduti ad un tavolo con tutti i partiti della coalizione mi fosse chiesto se per me va bene Prodi, direi di sì. Se vogliamo garantire al candidato un largo consenso popolare già in partenza ci sono tanti modi. Ma se mi chiedono di fare le primarie, se mi candido non sono io in contraddizione. Sono tutti coloro che dicono di essere d’accordo per Prodi, però hanno bisogno delle primarie con un solo candidato.”
Chiarito anche quest’aspetto, la questione della Costituzione europea è un altro degli argomenti sui quali nel centrosinistra ci sono vedute diverse. Perché e come la Sinistra europea ritiene che sia possibile un’altra Costituzione. “Quella attuale - sottolinea Bertinotti - fotografa la realtà europea com’è oggi, con il primato del mercato, un deficit di democrazia, una penuria di diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti, non risponde a domade di qualità. La Costituzione dovrebbe indicare obiettivi, linee guida per superare l’attuale situiazione, per configurare l’Europa come un luogo politico di pace, di cooperazione con i paesi poveri. Occorre fare uno sforzo costituente con la partecipazione dei popoli, cosa che non è neppure iniziata. Siamo in presenza di un trattato che è un impedimento alla costruzione dell’altra Europa di cui abbiamo bisogno”. Ma non sarebbe meglio lavorare per migliare quello che c’è? “Penso -riprende Bertinotti- che questo trattato vada sconfitto ai fini di avviare un processo costituente dell’Europa dei popoli e delle cittadinanze”. Un altro argomento, insomma, sul quale le sinistra hanno molto da discutere.Ci salutiamo. Il presidente della Sinistra Europea riguarda gli appunti e poco dopo chiude i lavori della Conferenza, segnando puntigliosamente gli impegni della nuova formazione a partire da quel no a Buttiglione più volte pronunciato.
http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=2055&numero=128