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Armi dal Pentagono, addestramento dalla Cia e soldi dal partito repubblicano. Retroscena ad Haiti
Publie le mercoledì 3 marzo 2004 par Open-PublishingRetroscena dei disordini ad Haiti
Per chi ancora avesse dubbi.
Ramsey Clark: «È l’ennesimo cambio di regime»
Armi dal Pentagono, addestramento dalla Cia e soldi dal partito
repubblicano. Ecco come ti rovescio Aristide
JOHN ANDREW MANISCO
Tra qualche giorno gli esperti di guerre «sporche» statunitensi
potrebbero celebrare un altro strepitoso successo: la caduta di
Jean-Bertrand Aristide ad Haiti. La denuncia è arrivata nientemeno che
dall’ex ministro della giustizia Usa, Ramsey Clark, durante una
conferenza stampa venerdì scorso a Washington. «L’amministrazione Bush
è di nuovo coinvolta in un’operazione aggressiva di cambio di regime -
ha sostenuto Clark - questa volta contro il presidente
democraticamente eletto di Haiti». Kim Ives, direttore del giornale
Haiti Progress, ha dichiarato di essere in possesso di prove della
collaborazione tra le forze speciali statunitensi e i gruppi
paramilitari entrati dalla vicina Repubblica Dominicana. Due settimane
prima dell’inizio della rivolta, sostiene Ives, il Pentagono ha
inviato 20.000 fucili M-16 a Santo Domingo: «É probabile che parte di
quegli M-16 siano gli stessi che oggi vediamo in mano ai ribelli», ha
detto Ives. Oltre agli M-16, i ribelli sono armati con M-60 e Rpg «per
abbattere l’unico elicottero presente ad Haiti», ironizzava Ira
Kurzban legale del governo haitiano. Anche altri indizi puntano verso
Washington. Due settimane prima dell’inizio dell’invasione il
Pentagono aveva già iniziato a predisporre l’accoglienza di sino a
50.000 rifugiati haitiani nella base navale cubana di Guantanamo.
Gli attivisti, che non hanno risparmiato critiche al governo di
Aristide, denunciano la campagna mediatica che dipinge l’ex prete dei
poveri come unico responsabile del disastro economico e sociale della
piccola isola caraibica. Alle accuse di non aver fatto abbastanza per
combattere la povertà e la corruzione, di aver usato metodi violenti
per reprimere le opposizioni Clark ha ribattuto: «Gli Stati uniti
hanno creato questa situazione mantenendo un embargo contro il paese
dal 1994, come poteva aver successo Aristide?»
Ci può aiutare a capire la politica Usa anche andare a vedere chi sono
gli uomini di Bush che manovrano su Haiti. Uno è il noto Otto Reich,
inviato del presidente per le Iniziative nell’Emisfero Occidentale. Il
suo è un curriculum di tutto rispetto: veterano della campagna dei
«Narcos» di Reagan in Nicaragua, sostenitore agguerrito del fallito
golpe contro Chavez in Venezuela, «liberatore» del terrorista
anticastrista Orlando Bosch (responsabile di diversi attentati e che
oggi vive a Miami). Otto Reich era in visita ad Haiti l’anno scorso
all’alba della guerra in Iraq come membro di una delegazione
incaricata di mediare un accordo tra Aristide e l’opposizione.
Casualmente la sua visita coincise con l’inizio degli attacchi contro
le caserme di polizia e degli attentati ad opera delle ex forze armate
haitiane. Un altro uomo di punta di Bush è il sottosegretario di stato
per gli affari latinoamericani, Roger Noriega, ed ex capo ufficio del
senatore di estrema destra Jesse Helms. Maxine Waters, parlamentare
dello stato della California appena ritornata da Haiti, sostiene:
«Attualmente la crisi haitiana è determinata da un’opposizione
sostenuta dal signor Noriega e da altri il cui unico obiettivo è far
dimettere Aristide. É questa cosidetta opposizione a creare la
violenza per poi incolpare Aristide».
L’opposizione politica riconosciuta come interlocutore dagli Usa è
costituita dalla Convergenza Democratica capeggiata dalle élite
economiche del paese. Anch’essa è un sottoprodotto degli Stati uniti:
è stata infatti creata e finanziata da un progetto della Usaid dal
nome altisonante, Democracy Enhancement (Promozione della democrazia).
Alla sua guida il Gruppo dei 184, composto da studenti ed ex
sostenitori di Aristide, ma capeggiato da un cittadino americano di
origine haitiana chiamato Andy Apaid. Secondo la Waters, Apaid è «un
sostenitore di Duvalier (l’ex dittatore haitiano attualmente in esilio
in Francia ndr)» che sta «cercando di istigare un bagno di sangue ad
Haiti per poi dare la colpa al governo». A suggello di questo sostegno
un convegno dei partiti di opposizione organizzato dall’Istituto
Internazionale del partito Repubblicano americano nel dicembre scorso
dove sono state esplicitate le posizioni oltranziste nei confronti del
governo.
Non va meglio sul fronte armato dei ribelli. I vari Chamblain, «Toto»
Constant, Douzable, Tatun sono tutti ex veterani dei gruppi speciali,
condannati per atroci violazioni dei diritti umani, del disciolto
esercito haitiano addestrato dalla Dia e sul libro paga della Cia
quando si tramutò nel sedicente gruppo di liberazione del Fraph. Il
loro capo riconosciuto, Guy Philippe, è stato «ammaestrato» in una
accademia militare in Ecuador da truppe francesi e dai servizi segreti
americani. É un convinto ammiratore di Bush perché, dice, «mi
piacciono i tipi duri, quelli che difendono la loro patria».
il manifesto