Home > Atac, l’autista Quintavalle ai cittadini "Scusateci e manifestate con (…)
Atac, l’autista Quintavalle ai cittadini "Scusateci e manifestate con noi"
par InformationGuerrilla
Publie le mercoledì 27 novembre 2013 par InformationGuerrilla - Open-PublishingLa promotrice della rivolta dei conducenti spiega le ragioni della protesta in una lettera aperta. "Per vincere questa guerra, giovedì 28 abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi"
"Carissimi utenti, carissimi cittadini di Roma ai quali mi rivolgo in particolare, sono Micaela Quintavalle e sono una autista dell’Atac. Una volta una collega ha definito noi autisti dell’Atac dei semplici numeri. Delle matricole. E aveva ragione".
In una lettera inviata all’agenzia di stampa Omniroma, la protagonista della rivolta degli autisti Atac cerca di spiegare le ragioni della protesta e invita a "creare un fronte comune".
La Quintavalle, nelle lunga missiva, parla in maniera diretta: "Siamo quel numero i cui diritti, i bisogni, le esigenze e la dignità non sono stati minimamente tutelati dalla classe sindacale quasi interamente aziendalista né dall’azienda stessa".
"Noi vi chiediamo scusa - scrive ancora - vi chiediamo scusa perché la maggior parte di voi è gente onesta. La maggior parte di voi dopo una giornata piena e dopo aver pagato un costoso biglietto per tornare a casa deve subire quotidianamente una odissea. Vorrei solo che passasse questo messaggio: noi siamo con voi. Sempre e comunque. Ribelliamoci a questo sistema fatto di gente corrotta e corruttibile che sta portando una azienda come l’Atac allo sfacelo piu totale".
Quintavalle, in ultimo, invita tutti i cittadini "giovedì 28 novembre alle ore 10.30 venite a manifestare sotto la sede di via Prenestina 45 con i colleghi della Roma-Lido, i pendolari e tutti noi lavoratori. Per vincere questa guerra abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi utenti. E’ l’unione dei lavoratori e degli utenti di Roma. Con tutto quello che mi si scatena dentro, vi voglio bene".
27 Novembre 2013
"E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un
crescente furore.
Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e
s’avvicina l’epoca della vendemmia"
John Steinbeck, “Furore”