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Baghdad, il governo mette a tacere Al Jazira. «Incita alla violenza»
Publie le domenica 8 agosto 2004 par Open-Publishingdi Toni Fontana
La decisione era nell’aria, e addirittura attesa. Pochi giorni fa il ministro degli Interni Falah al Naquib aveva, per l’ennesima volta, puntato il dito contro Al Jazira accusando l’emittente di «incoraggiare i rapimenti mostrando immagini di ostaggi minacciati di esecuzione». Sabato il premier Allawi, con corso di una conferenza stampa, ha annunciato che gli uffici di Baghdad dell’emittente saranno chiusi per un mese. La censura - ha spiegato il capo del governo iracheno - è stata presa per «proteggere il popolo iracheno». L’annuncio del premier era stato preceduto da dichiarazioni ufficiali e ufficiose di funzionari governativi che lanciavano violentissime accuse contro Al Jazira. Uno dei collaboratori del premier si è spinto a dire che l’emittente «incoraggia criminali e gangster» in Iraq. I responsabili della rete araba non hanno incassato il colpo senza protestare; Jihad Ballout, portavoce di Al Jazira a Baghdad, ha definito «deplorevole e ingiustificabile» la censura del governo che - ha aggiunto «va contro tutte le promesse delle autorità irachene riguardo ala libertà di espressione e alla libertà di stampa. Noi mostriamo quello che accade nella maniera più obiettiva ed equilibrata possibile». L’emittente ha poi annunciato che continuerà a seguire gli avvenimenti iracheni nonostante l’imposizione del bavaglio, ma - hanno sottolineato fonti di Al Jazira - «non sarà facile».
La decisione del governo non rappresenta una sorpresa perché i rapporti con l’emittente erano tesi da tempo, ed in passato non erano mancati gli interventi censori. La decisione di Allawi appare ispirata dagli americani che non sono mai andati per il sottile con Al Jazira. L’8 aprile del 2003 un tank Usa che stava avanzano verso la zona sud di Baghdad sparò un colpo di cannone contro gli uffici dell’emittente del Qatar uccidendo un cameraman. Il primo governo ad interim ha più volte posto limitazioni alle troupe della rete araba esclusa dalle conferenze stampa e da innumerevoli iniziative pubbliche. Mai però si era giunti alla chiusura degli uffici di corrispondenza di Baghdad e ciò fa ritenere che l’annuncio del premier rappresenti l’inizio di un giro di vite più volte minacciato. Allawi infatti ha dovuto cedere alle pretese americane che hanno bloccato l’amnistia per i miliziani, e ieri ha spiegato che il provvedimento di clemenza riguarderà solo i detenuti «per reati minori». Allawi, pur non avendo annunciato decisioni in tal senso, non ha rinunciato al «pacchetto» sulla sicurezza che prevede la reintroduzione della pena di morte e restrizioni per gli spostamenti all’interno del paese. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso con Al Jazira è stata la trasmissione dell’ennesimo video attribuito al capo della rete di Al Qaeda Al Zarqawi, nel quale si afferma che due camionisti turchi sono stati rilasciati perché le imprese per le quali lavoravano avevano deciso di abbandonare il paese. A quel punto qualcuno ha «suggerito» ad Allawi di imbavagliare l’emittente. Non a caso Al Jazira ha ricordato ieri gli innumerevoli attacchi rivolti contro l’emittente dal capo del Pentagono, Donald Rumsfeld.
Il fatto che Al Jazira rappresenti una presenza fastidiosa per il comando Usa è testimoniato anche dal fatto che, proprio ieri, l’emittente ha trasmesso un’intervista con il vice presidente ad interim del governo Ibrahim al-Jafari che critica aspramente l’operato dei militari americani. L’esponente del governo si riferisce alla morte di civili iracheni nel corso dei recenti bombardamenti americani su Najaf e afferma di «non trovare giustificazioni per tali uccisioni» convinto che «il nuovo Iraq» si può costruire solo con il «dialogo e non con i proiettili». Interviste come queste non sono evidentemente gradite ai generali americani anche perché la stampa Usa sta elogiando un documentario che viene trasmesso in questi giorni a Londra. Nel filmato, intitolato «Control room», il regista Yehane Noujahit utilizza anche spezzoni dei filmati girati a Baghdad da Al Jazira per dimostrare alcuni falsi della propaganda del Pentagono.
La censura imposta per un mese ad Al Jazira avvantaggia la concorrente Al Arabiya che infatti ha incrementato fin da ieri il suo notiziario dall’Iraq. Al Jazira viene vista in tutto il mondo e in particolare nei paesi di lingua araba dove ha conquistato il pubblico in special modo dopo i conflitti in Afghanistan ed Iraq. Il mese scorso i responsabili della redazione hanno adottato un «codice di condotta» decidendo tra l’altro di non mandare in onda i video che contengono immagini particolarmente violente.
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