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L’attuale situazione dei bambini palestinesi detenuti nelle carceri
israeliane Fonte: Anbamed, notizie dal Mediterraneo da una ricerca di
Defence for children international (Dci) http://www.dci-pal.org - 23 agosto
2003 16 settembre 2003
Dati importanti
almeno 2000 bambini sono stati detenuti dall’inizio della Seconda Intifada.
Il 5% di tutti i detenuti e prigionieri palestinesi sono ragazzi sotto i 18
anni.
L’8% dei bambini detenuti sono trattenuti senza un giudizio del tribunale e
senza accuse.
215 bambini sono in attesa di giudizio.
Il 44% dei detenuti hanno tra i 16 e i 17 anni.
Il 50% dei bambini detenuti provengono da aree dove la presenza militare
israeliana è particolarmente visibile.
L’80% dei bambini detenuti era soggetto a torture.
L’11% dei bambini detenuti soffre di problemi psico-fisici.
Retroscena
Sin dall’occupazione del 1967, l’Autorità Israeliana Occupante ha utilizzato
gli strumenti legali in una maniera che infrange le norme e i regolamenti
internazionali. Le Autorità israeliane giustificano sempre le loro procedure
illegali contro i palestinesi sostenendo che stanno eseguendo ordini
militari che regolano il processo di detenzione nei Territori Palestinesi
Occupati (TPO).
Gli arresti e le detenzioni operati dai servizi israeliani dell’occupazione
nei TPO sono regolati da una serie di ordini militari che, per anni, hanno
reso inferiori i diritti dei palestinesi a quelli dei cittadini israeliani e
che infrangono gli standard internazionali sugli arresti e le detenzioni.
Gli strumenti del diritto internazionale umanitario tracciano una serie di
garanzie per le persone che sono arrestato o detenute. Queste garanzie
devono essere applicabili a tutti senza discriminazione di razza, colore,
sesso, lingua, religione, opinioni politiche, origini sociali o altro
status.
Queste garanzie includono tra le altre: il diritto a non essere arrestati
arbitrariamente; il diritto a essere informati del motivo dell’arresto; il
diritto a contattare un avvocato; il diritto a informare o far informare i
familiari dell’arresto e del luogo di detenzione; il diritto a essere
tradotti velocemente davanti a un giudice; il diritto a mettere in
discussione la legalità della detenzione; il diritto ad avere accesso al
mondo esterno e il diritto ad essere trattati con umanità e rispetto
coerentemente con l’intrinseca dignità di ogni essere umano.
Pochi palestinesi che vivono nei TPO e che sono stati arrestati o detenuti
dall’autorità israeliani per l’occupazione godono di questi diritti. I
palestinesi arrestati dai servizi di sicurezza israeliani sono sotto un
sistema di giustizia militare.
Dal 1970 gli arresti e le detenzioni dei palestinesi sono state regolate
dall’Ordine Militare 378 che è stato emendato più volte. I palestinesi
possono essere arrestati senza mandato e senza la necessità di dimostrare un
ragionevole sospetto sul fatto che la persona arrestata abbia commesso alcun
crimine.
Coloro che vengono arrestati possono essere trattenuti fino a 18 giorni
senza alcuna revisione giudiziaria; nel 1994 il periodo senza accesso a un
giudice è stato ridotto a 11 giorni e nel 1997 a 8 giorni.
Il 5 Aprile del 2002 è stato introdotto un nuovo ordine militare, l’Ordine
Militare 1500. questo ordine, retroattivo dal 29 marzo 2002, afferma che,
data l’inusuale situazione della sicurezza nell’area, un qualsiasi ufficiale
delle Forze di Difesa Israeliane di rango non inferiore al Capitano o un
ufficiale di polizia di rango equivalente può comandare con ordine scritto
la detenzione per un periodo non superiore a 18 giorni. L’articolo 3d
afferma, inoltre, che durante questo periodo il detenuto non potrà
incontrare nessun legale.
Durante i mesi seguenti sono stati istituiti tre ordini militari aggiuntivi
(Ordini Militari 1501, 1502 e 1503); tutto questo per estendere il periodo
senza accesso a un avvocato.
Comunque, quando gli avvocati hanno presentato le petizioni per avere
accesso ai loro clienti o ottenere libertà provvisorie o cauzioni trattenuti
sotto l’Ordine Militare 1500, il comando militare ha imposto un ordine di
detenzione amministrativa sui detenuti. Questo ha permesso agli avvocati di
avere accesso ai detenuti, ma ha anche significato che il detenuto è
trattenuto sotto un sistema che permette di trattenere le prove contro di
lui rendendo così difficili le opposizioni.
Arresti di minorenni
Dall’inizio della Seconda Intifada, le autorità israeliane hanno detenuto
almeno 2000 minorenni. La situazione del 23 agosto 2003 è di 346 minorenni
palestinesi, tra i 14 e i 18 anni, detenuti nelle carceri israeliane e nei
centri di detenzione, principalmente in territorio israeliano.
Le condizione nelle quali vengono detenuti i bambini palestinesi sono sotto
lo standard minimo tracciato dall’ONU (CRC e regole di Pechino) e la Quarta
Convenzione di Ginevra. Le condizioni di custodia dei bambini sono andate
deteriorandosi a velocità allarmante, al punto che le loro stesse vite sono
minacciate.
I detenuti bambini palestinesi sono giudicati dalle corti militari
israeliane, sebbene l’Autorità Palestinese sia dotata di un sistema
giudiziario per i minori che può trattare di minorenni che hanno problemi
con la legge. Le corti militari israeliane mettono in pratica gli ordini
militari e non la legislazione sui minori. Diversamente dai bambini
palestinesi detenuti, quelli israeliani sono soggetti al sistema giudiziario
minorile israeliano.
Vale la pena ricordare che Israele ha sottoscritto la Convenzione ONU sui
Diritti dei Bambini e la Convenzione Contro la Tortura e altre Punizioni
Crudeli, Inumane o Degradanti.
Ordini Militari Razziali
Le autorità israeliane preposte all’occupazione dei territori hanno
istituito ordini militari per governare gli arresti e le detenzioni dei
minori palestinesi. L’Ordine Militare 132 del 1999 consente l’arresto di
bambini di 12-14 anni. Questo spiega il rapido aumento delle detenzioni di
minori dopo il 1998. per esempio, il numero di bambini detenuti nel 1998
raggiunse quota 98, 202 nel 1999 e 330 nel 2000.
Ad ogni modo, secondo gli ordini militari israeliani, i ragazzi palestinesi
che hanno raggiunto l’età di 16 anni sono considerati adulti, contravvenendo
la definizione, accettata a livello internazionale, secondo cui si considera
minore chiunque abbia meno di 18 anni. Le autorità occupanti israeliane
stanno discriminando contro i bambini e i ragazzi palestinesi su basi
religiose e razziste.
Stato attuale dei detenuti minorenni
Dall’inizio della Seconda Intifada nel settembre 2000, le autorità occupanti
israeliane hanno arrestato più di 2000 minorenni palestinesi. Al 23 agosto
2003 c’erano ancora 346 giovani tra i 14 e i 18 anni detenuti nelle carceri
e nei centri di detenzione israeliani. Di questi 31 sono trattenuti senza
accuse e senza giudizio del tribunale.
Circa 215 giovani sono in attesa di giudizio; alcuni stanno aspettando dal
marzo 2003. Questo infrange l’articolo 14 della Convenzione sui Diritti
Civili e Politici e l’articolo 40 della Convenzione sui Diritti del Bambino.
Gli altri 131 giovani prigionieri sono portati davanti e giudicati da corti
militari, che mettono in pratica gli ordini militari e non la legislazione
sui minori.
Tortura contro i minorenni
I detenuti palestinesi minori sono soggetti a diverse forme di tortura e
trattamenti crudeli. Secondo i dati del 1998 forniti dal Centro di
Informazione sui Diritti Umani israeliano, i servizi di sicurezza israeliani
interrogano ogni anno 1000-1500 palestinesi. L’85% di questi sono soggetti a
tortura.
Dall’altro lato, la sezione palestinese di Defense Children International
riporta che l’80% dei giovani palestinesi arrestati sono stati sottoposti a
tortura. I giovani detenuti palestinesi sono soggetti a varie forme di
trattamento inumano inclusi percosse, privazione del cibo e del sonno, abusi
di posizione (Shabeh), minacce (incluse minacce di morte, violenze sessuali
e minacce alla propria vita o a quella dei propri familiari) e isolamento
durante gli interrogatori dei Servizi Generali di Sicurezza israeliani,
dell’intelligence militare o della polizia. Durante gli interrogatori ai
giovani detenuti non è permesso contattare un avvocato o i parenti. Durante
questo periodo è interdetto l’accesso ai legali ed è molto difficile venire
a sapere dove è detenuto il bambino.
Il ricorso alla tortura e ad altri trattamenti crudeli e inumani contro
detenuti minorenni da parte dei servizi di sicurezza israeliani viola le
convenzioni internazionali sui diritti umani; in particolare l’articolo 37
della Convenzione sui Diritti dei Bambini, gli articoli 2 e 16 della
Convenzione contro la Tortura e altre Punizioni o Trattamenti Crudeli,
Inumani o Degradanti. Infrange, inoltre, gli articoli 7 e 10 della
Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, gli articoli 31,
32 e 37 della Quarta Convenzione di Ginevra e l’articolo 277 del Codice
Penale israeliano.
Le statistiche del Ministero delle Questioni relative alla Detenzione
mostrano come l’11% dei bambini palestinesi detenuti soffre di varie forme
di ingiurie fisiche e disturbi psicologici e richiede una cura medica
costante e un intervento professionale. Raramente viene fornito e i servizi
forniti sono ben lontani dall’essere adeguati. Considerando che il 44% di
questi giovani hanno tra i 16 e i 17 anni e considerando la rapida crescita
di sentenze di privazione della libertà emesse dalle corti militari, risulta
chiaro come le possibilità che questi ritornino a scuola siano in discesa.
D’altro canto, molti giovani detenuti palestinesi trascorrono periodi lunghi
di detenzione, di solito tra i 2 e gli 11 mesi. Il periodo medio di
detenzione prima del giudizio del tribunale per i giovani accusati di aver
lanciato pietre è di 2-6 mesi, mentre quello per colpe più gravi come il
lancio di bombe Molotov raggiunge spesso i 12 mesi. In ogni caso, sono stati
documentati almeno 10 casi di minorenni in attesa di giudizio per più di 24
mesi.
Prendendo in esame il caso della detenzione di minori, il Ministero
sottolinea il fatto che quasi tutti questi arresti sono eseguiti su base
arbitraria dall’Autorità occupante israeliana. La maggior parte dei bambini
palestinesi detenuti è stata presa dalla propria casa nel mezzo della notte
quando un gran numero di soldati israeliani circondano la casa della
famiglia, entrano con la forza, spesso distruggendo la proprietà personale e
minacciando i familiari, e portano via i giovani con la forza. Altri sono
stati arrestati nelle strade o nei posti di blocco.
Carceri e Centri di Detenzione
La maggior parte dei bambini palestinesi detenuti sono trattenuti nelle
carceri e nei centri di detenzione israeliani. Questo significa che sono
rinchiusi in luoghi lontani dal loro abituale posto di residenza.
Le visite dei familiari sono molto rare per via della politica e delle
procedure israeliane e l’assedio totale imposto ai territori palestinesi.
Per quanto riguarda le visite degli avvocati, se a questi viene permesso di
visitare il proprio cliente, questo deve avvenire alla presenza di almeno
due ufficiali che di solito comprendono l’arabo e chiedono insistentemente
che il colloquio finisca velocemente. Questo nuovo regolamento viola
chiaramente la confidenzialità del rapporto avvocato-cliente e pone sia il
legale che il detenuto sotto grande pressione creando una forte sensazione
di disagio.
I minori prigionieri nei centri di detenzione israeliani sono completamente
isolati dal mondo esterno; non è permesso loro vedere la televisione,
ascoltare la radio o leggere giornali, questo, per di più, in una situazione
in cui pochissimi di loro possono incontrare i loro familiari o i loro
avvocati (se pur nelle modalità fortemente restrittive sopra descritte).
Questa la distribuzione dei detenuti minori nell’agosto del 2003: Jalameh
(kishon): 2, Maskoubeya (enclave russa a Gerusalemme): 2, Bitah Tikva: 3,
Telmond: 78, Salem: 6, Atsyon: 10, Qadomim (Ifrayim): 7, Ramleh: 12, Negev
(Kitsiot): 55, Beit El: 15, Hewwarah: 11, Asqelon: 6, Ofer: 57, Mageddo: 31,
non localizzati: 52.
Detenuti minorenni secondo il posto di residenza:
E’ stato notato come il 50% dei detenuti minorenni vengano da aree ad alta
presenza militare israeliana; principalmente le aree di Hebron, Nablus,
Jenin e Betlemme. Mentre il 18% dei detenuti minorenni provengono dalle aree
di Ramallah e Gerusalemme, il 38% sono delle aree del nord della West Bank,
18% dalle aree dellla West Bank centrale e il 23% dalle aree meridionali
della West Bank.
La distribuzione di detenuti secondo il posto di residenza è la seguente:
Gerusalemme 25, Hebron 53, Nablus 63, Ramallah 39, Tulkarem 22, Qalqelyah
11, Jenin 30, Betlemme 30 e Tubas 6.
Detenuti minorenni secondo l’anno di arresto
Anno di arresto Numero di detenuti
Prima del 2000 14
dal 2001 15
dal 2002 110
dal 2003 200