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Bananeros: sono già 725...Occupazione della Dole Italia

Publie le lunedì 16 febbraio 2004 par Open-Publishing

Luis Alberto Espinoza Narvàez di 42 anni é morto ieri notte mentre visitava dei parenti in cerca di cibo e di alloggio, dato che le sue condizioni fisiche erano peggiorate dopo la lunga camminata di 150 chilometri e questi primi 4 giorni accampato a Managua.

Il corpo é stato "velato" nell’accampamento dove continuano a resistere i bananeros in difesa dei propri diritti e poi trasportato nel dipartimento di Leòn, dove Luis Alberto viveva. Il corpo é stato salutato con applausi e urla dalle migliaia di bananeros.

Da quando la marcia é iniziata sono già morti Juan Ramón Maradiaga di Telica, Julio César Lagos González ed ora Luis Alberto.

Benjamín León Poveda, originario di Chacaraseca, sta agonizzando a casa sua.
Nomi che forse non vogliono dire molto, ma che rappresentano una piccola parte di questa tragedia, dove é importante dare attenzione a volti, nomi, espressioni e non solo ai numeri.

Davanti ad eventi come questi risulta ancora più inspiegabile l’atteggiamento delle multinazionali multimilionarie che hanno il coraggio di denunciare queste persone che cadono, giorno dopo giorno, come foglie secche...e in questo caso non si tratta di un paragone.

La logica del profitto fa passare in secondo piano anche questi eventi e probabilmente si considererà come un caso in meno da indennizzare, un "nemico mafioso" in meno secondo gli estremi della denuncia presentata dalla Dole, Shell e Dow Chemical.

La giornata di oggi é stata anche segnata dalla nota positiva della firma del Contratto con il Ministero della Sanità (MINSA) con il quale si garantirà l’assistenza sanitaria a tutti i malati a causa del Nemagòn e la relativa somministrazione di medicine presso i Dispensari (Centro de Salud) sparsi per il territorio nazionale.

Tale contratto abilita i bananeros a stipulare contratti zonali con i SILAIS (le nostre ASL) dei dipartimenti e delle città dove ci sono persone colpite dagli effetti del pesticida.

Secondo le previsioni della Asotraexdan, questo nuovo risultato dovrebbe essere attivato nel giro di un paio di mesi e dovrà essere costantemente verificato per garantirne l’applicazione, soprattutto nei casi di malattie gravi e interventi costosi.

Lunedì 16 é stato confermata la riunione con il Presidente della Repubblica e il giorno stesso verrà preso l’appuntamento per l’incontro con la Corte Suprema de Justicia, pertanto i bananeros resteranno a Managua ancora diversi giorni.

Intanto a Milano un nutrito gruppo di persone si é lanciato nell’occupazione degli uffici centrali della DOLE in Piazza Tricolore 1. Li ringraziamo per questo grande gesto!

Di seguito il comunicato:

BANANEROS - Occupazione della Dole Italia

Oggi 12 febbraio 2004 la sede Italiana della Dole Fruit Company, situata a Milano in P.zza Tricolore 1, è stata occupata in segno di solidarietà agli uomini e donne ex lavoratori delle piantagioni di banane del Nicaragua.

Contemporaneamente i rappresentanti dei bananeros del Nicaragua entravano nel Parlamento di Managua per ottenere giustizia nella causa che li vede opposti a Dole, che con altre 3 multinazionali è stata condannata nel 2002 a pagare ingenti risarcimenti ai lavoratori, per i danni causati dal pesticida Nemagon.

Alle ore 16 una delegazione dei manifestanti è entrata negli uffici della Dole, bloccandone i lavori, per chiedere ufficialmente al direttore che la Dole paghi il prezzo del dolore causato.

Sono stati accesi fumogeni e affisso uno striscione alle finestre. Tutto si è svolto in diretta telefonica con il Nicaragua con il capo dei sindacati dei bananeros Victorino Espinales, che ha comunicato ai lavoratori in lotta l’azione italiana.

Rivendichiamo l’occupazione della Dole Italia e ribadiamo la solidarietà ai bananeros.

Con loro camminiamo e con loro siamo en pié de lucha!

I bananeros del Nicaragua non moriranno due volte, e il prezzo fissato dalla giustizia sarà pagato!

Associazione Italia Nicaragua

GAS Le perle ai porci

Giovani donne e uomini disobbedienti di Milano

Per chi volesse vedere le foto dell’azione e i documenti presentati al direttore della DOLE Italia può entrare in

La vergogna dei politici

Mentre migliaia di uomini e donne lottano per la propria vita nei paraggi del Parlamento, i deputati liberali arnoldisti (Partido Liberal Constitucionalista) hanno presentato ufficialmente una richiesta di AMNISTIA per il reo ed ex presidente della repubblica Arnoldo Alemàn, attualmente agli arresti domiciliari in quanto condannato in primo grado per una serie di delitti che vanno dal riciclaggio di denaro, truffa ai danni dello Stato, associazione per delinquere, peculato.

Come era stato previsto circa un mese fa dai deputati sandinisti (che a suo tempo tempo si erano rifiutati di far parte della nuova Giunta Direttiva del Parlamento, proprio perché si stava formando con l’ingerenza diretta dell’ambasciatrice statunitense e con l’obiettivo di riformare l’alleanza tra i due blocchi liberali fedeli ad Alemàn ed all’attuale presidente Bolaños), l’obiettivo principale degli arnoldisti che controllano la nuova Giunta Direttiva era quello di far liberare il loro leader.

Ancora più delirante é la motivazione.

Secondo i 20 deputati che hanno presentato la richiesta, dietro a questo atto si cela la necessità di "ristabilire l’armonia e il vincolo fraterno tra tutti i cittadini, per dedicarsi a riparare i danni procurati alla nazione per i continui scontri sociali e politici. Per ottenere questo stato di grazia e stabilità c’é bisogno del perdono e del lasciarsi dietro le spalle gli errori che si sono potuti commettere nella gestione delle funzioni pubbliche e private".

Secondo la richiesta si "dichiara ampia e incondizionata amnistia a favore dei funzionari e impiegati pubblici attuali e per gli ex funzionari e impiegati pubblici a partire da marzo del 1990 a oggi, per aver commesso durante le loro funzioni qualsiasi tipo di delitto, tra cui frode, peculato, riciclaggio di denaro, delitti elettorali, associazione per delinquere, aggressione e violenza sessuale".

Si chiede infine ai tribunali di sospendere qualsiasi tipo di processo in atto nei confronti di persone che rientrano nelle tipificazioni previste da questa amnistia e di liberare le persone che sono attualmente in carcere.

L’intento gravissimo é proprio quello di azzerare tutto ciò che é successo dal 1990 ad oggi.

Per convincere il FSLN a votare tale amnistia si fa partire il periodo da marzo del 1990, inserendo così anche tutto quello che ha a che fare con la famosa "piñata sandinista" e con il caso della figliastra di Daniel Ortega che lo aveva denunciato per reati sessuali (Ortega é stato poi assolto per decorrenza dei termini di prescrizione del delitto).

Lo stesso si fa per convincere il presidente Bolaños su cui pende l’accusa, ancora aperta, di delitti elettorali per avere utilizzato fondi sottratti allo stato per finanziare la sua Campagna Elettorale del 2001.

Inoltre i deputati liberali lo stanno presentando come Decreto Legislativo e non come Legge in quanto la prima forma non può essere vetata dal Presidente della Repubblica.

Purtroppo sembra fanta politica, ma non é così.

Approfittando della gran bufera in cui é avvolto il Nicaragua per il caso dell’omicidio del giornalista Carlos Guadamuz (avvenuta stranamente al momento giusto...), il PLC si sta lanciando in questa grande crociata pro Alemàn e cerca di coinvolgere tutte le altre forze politiche.

La speranza é che almeno il Frente sandinista non vacilli nemmeno per un secondo nel rifiutare questa ignominia.

Giorgio Trucchi