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Battiamo il ferrotranviere intanto che e’ caldo
Publie le martedì 27 gennaio 2004 par Open-PublishingCredo interessi un po’ tutti il punto a cui è giunta la situazione degli
autoferotranvieri.
L’accordo fatto a Milano si sta rivelando sempre di più per quello che
è: un bidone. I 25 euro di aumento sono solo per quest’anno e, parole
dell’ineffabile Alberitni, saranno compensate dalle sanzioni ai
lavoratori. Inostre l’accordo prevede aumenti di produttività, cioè
riposi in meno. Forte è il rischio che accordi aziendali come quello di
Milano minino il principio di contratto nazionale.
La vertenza non è chiusa.
Il 26, lunedì, alle ore 8,00 i tranvieri di Firenze si ritroveranno,
assieme a tutti quelli che li vogliono sostenere, alla pensilina del
lato arrivi della stazione (presso l’ufficio abbonamenti ATAF) per poi
fare una passeggiata nel centro a sostegno delle loro richieste. Non è
una manifestazione vera e propria, ma l’intenzione è di finire il
percorso davanti a Palazzo Vecchio, sede della controparte cittadina.
Chi può partecipare sarà benvenuto (io purtroppo sarò a Roma).
Ricordo, per chi fosse interessato, che la "Rete a sostegno degli
autoferrotranvieri..." si riunirà martedì 27 gennaio alla casa del
polpolo del Progresso, in via Vittorio, alle 17,30 per decidere delle
prossime iniziative.
Il 30 gennaio ci sarà lo sciopero degli autoferrotranvieri per ottenere
i soldi che spettano loro. Come rete organizzeremo in quel giorno e nel
precedente volantinaggi informativi per gli utenti.
Vorrei ricordare brevemente i motivi dello spostamento dello sciopero
dal 26 al 30. Le norme che "regolano" lo sciopero prevedono procedure di
"raffreddamento" (sic) delle vertenze. La commissione di garanzia si è
appellata a questa norma nonostante il fatto che la situazione non
volesse raffreddarsi soprattutto per la testardaggine di aziende e
governo. Le norme prevedono ci sia una riunione per tentare di sbloccare
la vertenza. Se i sindacati non avessero richiesto l’incontro avrebbero
rischiato da 5 a 50 milioni di multa.
Che cosa è successo? Non si sono
presentati rappresentanti di aziende e governo. Le azienda rischiano, a
non essersi presentate, 500 mila lire di sanzione (Lo capite per chi è
fatta questa legge? La capite la differenza nei trattamenti delle parti?
Che cosa sono 250 euro per un’azienda?).
I 10 giorni di preavviso scattano dal momento del fallimento della
trattativa ( il 20 gennaio). Per questo lo sciopero è slittato al 30. Ma
da un punto di vista etico e politico chi è da sanzionare sono governo,
aziende e commissione di garanzia; quest’ultima, poi, si dimostra solo
una macchina produttrice di capziosi cavilli per togliere ai lavoratori
la possibilità di scioperare.
Noi, che siamo movimento nato proprio dalla crisi della politica
rappresentativa dei partiti e dei sindacati, dobbiamo avere chiaro che
tutto questo apparato "negazionista del diritto di sciopero" è stato
partorito da forze del "centro sinistra" negli anni passati.
Scusate l’invadenza, ma la cosa mi appassiona parecchio.