Home > Bertinotti: «Se serve mi candido»
Il leader di Rifondazione conferma la sua disponibilità per le primarie. E sul programma: «Concordo con Epifani»
Alternativa «Quel che manca al centrosinistra è un impianto generale di politica economica-sociale»
MICAELA BONGI
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, bacchetta il centrosinistra. Si parla di «programma condiviso», è la sua critica, ma «sotto questo profilo siamo ancora all’anno zero». E avanza alcune proposte: il ripristino dell’imposta di successione per i grandi patrimoni, una revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie, una leggera, leggerissima patrimoniale.
Per i Ds e la Margherita dire che il centrosinistra sul programma è ancora fermo è ingeneroso. Cosa ne pensi?
Va da sé che non siamo all’anno zero perché le opposizioni su alcuni punti come lavoro e ambiente sono andate avanti. E la costruzione di un programma non è solo quella che fai nei luoghi predisposti alla bisogna, ma la costruzione materiale: Scanzano e Melfi consentono di dire che non siamo all’anno zero. Ma la questione posta da Epifani è di altra natura: di fronte alla crisi irreversibile del sistema politico berlusconiano, che affonda le radici nella crisi del blocco sociale e economico che lo ha alimentato, c’è una immaturità oggettiva che andrebbe colmata. Il problema non è solo definire il programma, ma definire la relazione fra il programma e un sistema di forze politiche, culturali, sociali. Tutti riconoscono l’importanza di un’operazione politica, che sia chiami convention programmatica o assemblea. Ma manca la volontà, l’energia politica che dà la soluzione del problema. Non è un j’accuse, ma la replica di lesa maestà è sbagliata. Andrebbe riconosciuto il problema e cercata la soluzione.
La convocazione della convention programmatica a settembre?
Entro settembre andrebbe convocata la prima assemblea, e parlo di assemblea perché bisogna dare il senso di un coinvolgimento largo. Anche su questo punto, nei colloqui che ho avuto mi sono speso sentito dire che un’assemblea di questo tipo deve comprendere anche esperienze di governo locale e esperienze di movimento. Quindi non vedo contrasti. Ma si torna sempre allo stesso punto: non accade. Aggiungo che la sollecitazione di Epifani andrebbe a maggior ragione accolta se si ritiene che noi andiamo a una acutizzazione della crisi. Il governo si accinge a misure di politica economica che si fondano sul motto «morto il re viva il re», cioè morte le politiche neoliberiste viva le politiche neoliberiste. Il fatto che la compagine governativa sia allo sbando aggrava la situazione come dimostra la fiducia su una questione pesante come l’attacco alla previdenza pubblica. Di fronte alla crisi del sistema politico berlusconiano il rischio che tu possa essere sotterrato dalle loro macerie è molto forte e quindi bisogna immediatamente pensare a una nuova edificazione, non si può più rinviare.
Proprio sulle pensioni il centrosinistra è tornato recentemente a dividersi.
Eistevano già le divisioni e anche per questo c’è bisogno di forti discussioni su un impianto comune. Insisto, su un impianto, non sulla definizione di un po’ di punti programmatici come se fosse un elenco telefonico, ma una discussione su un impianto generale di politica economica e sociale. Il discorso di Epifani comincia a accendere una luce: serve una vera e sistematica aggressione alle rendite.
Anche la proposta di elezioni primarie per la leadership del centrosinistra ha fatto discutere.
Ci sono primarie che mi piacciono. Penso che andrebbero fatte primarie programmatiche, ad esempio sulla legge 30 o appunto sulle pensioni.
E la proposta di Prodi? Tu hai ipotizzato una tua candidatura...
Noi abbiamo detto che non facevamo questione alcuna su Prodi, per noi andava bene, la questione era chiusa. Se tuttavia vengono proposte le primarie, allora è indispensabile che non ci sia il candidato unico, ma almeno due.
E tu saresti davvero pronto?
Assolutamente sì. Seriamente. O la discussione sulla leadership non si fa - è per noi il candidato c’è già - oppure se si va alle primarie...
La tua candidatura sembra aver messo in difficoltà i Ds.
Io sono tranquillissimo, in ogni caso. Ma ripeto, se vengono proposte le primarie servono almeno due candidati.
Dalla sinistra interna a Rifondazione ti hanno criticato: si paventa un Prodi-Bertinotti sul modello Kerry-Edwards...
All’interno di Rifondazione c’è un dibattito politico molto acceso al quale sono abituato e non mi sottraggo. Anche dopo il risultato elettorale c’è stato dibattito. Ci sentiamo più forti anche per il risultato elettorale, non è detto che non si possa avere una linea radicale e al tempo di unità. La grande crescita del movimento ha contribuito a innovare la cultura politica.
Nel centrosinistra è tornata a far discutere anche la guerra, dopo quanto hanno detto Fassino e Rutelli a Boston.
La guerra continuerà a essere centrale. In Italia c’è stata un’aggregazione di forze che ha portato alla richiesta del ritiro delle truppe anche quando non era l’opzione prevalente. Si tratta di successi importanti. Penso che ci siano buone chances per mantenere questa posizione anche se ciò determina forti disagi nelle forze riformiste.
Dunque, tu proponi l’assemblea programmatica. Prodi sarà disponibile?
Ho tutte le ragioni per pensare di sì.