Home > Bravo Johnnie?
di Greg Palast
I palloncini cadono a pioggia su John Kerry, John Edwards e i loro più stretti familiari.
Dagli altoparlanti si ascolta "Johnnie B. Goode". I democratici saltellano come se JFK non fosse mai stato a Dallas; come se Bill Clinton non ci avesse fregati tutti; come se ci fosse una possibilità di riportare a casa sani e salvi "i nostri ragazzi"
I milionari adesso ballano. I palloncini cadono a pioggia su John Kerry, John Edwards e i loro più stretti familiari.
Dagli altoparlanti si ascolta "Johnnie B. Goode".(1) I democratici saltellano come se JFK non fosse mai stato a Dallas; come se Bill Clinton non ci avesse fregati tutti; come se ci fosse una possibilità di riportare a casa sani e salvi "i nostri ragazzi"; come se l’America potesse uscire strisciando dal bunker di Dick Cheney a rivedere il sole.
Ma Johnnie Kerry è stato bravo fino a ora?
Stanotte ci ha parlato di un povero bastardo in Ohio il cui lavoro è svanito di colpo, quando la società per cui lavorava ha smontato gli impianti e li ha spediti a sud. Ehi, Johnnie, ma tu non avevi votato per il Nafta?
Ho applaudito quando ha detto che la Casa bianca deve smettere di trattare insegnanti e alunni come se fossero fuggiaschi e cominciare ad aiutarli. Ma Johnnie, non hai forse votato per il programma "No Child’s Behind Left"(2) di Bush, con cui ha preso d’assalto l’istruzione pubblica?
Poi c’era quella storiella con cui voleva mostrarci di essere l’uomo per tutte le stagioni, al di sopra delle politiche di partito. "Ho rotto con molti del mio stesso partito", ha detto Kerry, "per votare a favore di un bilancio in pareggio, perché pensavo fosse la cosa giusta da fare". No, John, non è così. Altro non era che vile codardia politica; hai cavalcato l’onda dell’isteria antigovernativa che ha pugnalato al cuore quei programmi su cui ti sei sgolato stanotte.
Ci ha raccontato la triste storia del povero senzatetto raggomitolato davanti la Casa bianca. E’ questo lo stesso John Kerry che ha votato a favore della riforma del "welfare" voluta da Clinton? Quella che ha messo una scadenza di cinque anni sui buoni pasto, facendo diventare la denutrizione infantile una legge negli Stati Uniti.
Almeno Reagan cercava di spacciare il ketchup per verdura.
Kerry però ha fatto buon uso dei soldi risparmiati nel dar da mangiare ai poveri. "Ho lottato per avere sulle strade 100 mila poliziotti in più". Ehi, grazie mille, John.
Ma la mia preferita di stanotte è stata quando Kerry ha detto, "Non basta dire che in Iraq ci sono armi di distruzione di massa perché esistano davvero. Da presidente, farò domande difficili e chiederò prove inoppugnabili".
Ma da senatore non l’hai fatto. Niente domande: hai chiuso gli occhi e votato a favore della menzogna. Lo so, e quant’è vero iddio lo sai anche tu.
E due o tre volte, stanotte, hai detto che hai servito il tuo paese. Che ti sei persino guadagnato una medaglia per averlo fatto. Mi dispiace, ma sparare alle spalle un adolescente vietnamita che stava difendendo il suo paese non fa di te un eroe.
Ieri, io e il mio amico Michael Moore abbiamo tenuto una conferenza stampa a Boston. Un giornalista buontempone ha chiesto al sig. Farenheit un commento sulla posizione di Kerry, che sembra avere la chiara intenzione di lasciare i soldati americani a Baghdad. Michael ha preso tempo, cercando una risposta. Sono stato male per lui quando, mentendo, ha detto: "Il presidente Kerry non ci avrebbe mai portati in guerra". Ma, da senatore, l’ha fatto.
Io ho un lavoro più facile di quello di Michael: essendo giornalista, non devo difendere alcun candidato. Eppure, so che i miei amici del partito democratico vorrebbero spedirmi a Guantanamo, quando chiedo loro: "Voi credete in Kerry, ma Kerry crede in voi?"
Ricordate, compagni, sto solo facendo delle domande. Mi dispiace se le risposte vi fanno sentire a disagio circa il vostro riccastro preferito.
So che cosa direte: "Ma Bush non è peggio?"
Di gran lunga. Chiedere se Kerry è come Bush è come chiedere se uno schiaffo faccia altrettanto male di un mattone sulla testa.
Ma non siete stanchi di continuare a farvi schiaffeggiare dai vostri politici privilegiati in questo crescendo di ipocrisia — e dover pure applaudire? Non può essere piacevole, per quanti bei palloncini vi facciano cadere sulla testa.
(1) E’ il titolo di una notissima canzone rock degli anni ’50, nonché il nomignolo di Johnnie Johnson, uno dei padri storici del Rock ’n Roll americano. Si pronuncia anche come "Johnnie be good", ovvero "Johnnie fai il bravo", ma anche come "Johnnie been good?", ovvero "Johnnie sei stato bravo?"; da cui il titolo ironico dell’articolo. (NdT) (<<)
(2) In realtà, il programma di George W. Bush, introdotto l’8 gennaio 2002, si chiama "No child left behind", ovvero "nessun bambino rimanga indietro" (si veda in proposito http://www.ed.gov/nclb/landing.jhtml?src=pb. "No child behind’s left" significa, invece, "non si salva il culo di nessun bambino"... (<<)