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di Marco c.
Il capitalismo occidentale è sempre più simile ad un serpente in agonia, con la testa negli Stati Uniti, ed il lungo corpo costituito dalla moltitudine di quegli stati che restano disperatamente aggrappati ad un modello ormai prossimo a defungere.
L’ultimo escamotage per tentare di dare ancora un paio di decenni di vita ad un sistema ormai fallito senza possibilità di appello, è una sorta di marasma schizofrenico, attraverso il quale perseguire la costruzione di un caos generalizzato, il cui fine ultimo è quello d’indurre le coscienze di tutti noi, ad obliare per un po’ di tempo ancora.
La società capitalista ha ormai manifestato, al di là di ogni ragionevole dubbio, tutta l’inadeguatezza di un modello che, allorquando s’innesca in una realtà tecnologicamente sottosviluppata, può riuscire a sopravvivere una quarantina d’anni (anche il socialismo reale è riuscito in questa impresa) attraverso l’induzione di un’illusoria sensazione di benessere, libertà e perline colorate; salvo poi implodere inesorabilmente nel lungo periodo, fagocitato dai mostri che esso stesso ha partorito.
Oggi i mostri sono dinanzi agli occhi di tutti, si chiamano economia prossima al collasso, disoccupazione in crescita esponenziale, potere d’acquisto delle famiglie in caduta libera, diritti dei lavoratori calpestati, rispetto per la vita umana sempre più assente, il culto dell’effimero assurto a ragione di vita, potere decisionale dell’individuo in campo politico praticamente ridotto a zero, rapporti interpersonali pregiudicati dal cancro della competitività sfrenata, insicurezza generalizzata, tensione, paura di questa discesa agli inferi, che da ormai almeno dieci anni ci sta portando sempre più in basso....
L’unica scappatoia rimasta a chi gestisce il capitalismo e da esso trae enormi poteri e guadagni, per far sì che il sistema, benché defunto, continui a dare l’illusione di camminare, è quella d’ingenerare all’uopo altri mostri fittizi, nonché mistificare le cause e la vera natura di quelli già esistenti.
Ecco dunque materializzarsi il grande spettro del terrorismo, non più sotto forma del gesto estremo di sparuti gruppi d’invasati, ma sotto le mentite spoglie di una seconda potenza militare mondiale.
Ecco la spasmodica ricerca della guerra, di una guerra che rimescoli completamente i contorni della realtà, eliminando ogni coordinata di lettura, giustificando l’ingiustificabile, creando il caos ed i presupposti per un nuovo sottosviluppo tecnologico.
E’ all’interno di questo quadro che i nostri occhi si posano sulla sagoma di una realtà sempre più irreale, permeata da una cacofonia di suoni senza senso.
Una realtà fatta di assassini buoni e cattivi, fatta di rapimenti, stragi, occupazioni armate.
Una realtà nella quale tutti finiscono per urlarsi addosso senza una ragione che non sia quella di urlare più forte degli altri.
La ricerca di una babele di linguaggi senza un linguaggio, figlia di un vortice che travisa il significato delle parole, delle azioni, degli accadimenti.
Semplicemente il caos, un mulinello all’interno del quale tutto si mescola in un marasma dalle tinte forti, la pace, la guerra, destra, sinistra, soldati, civili, pubblico, privato, torturati, torturatori, terrorizzati, terroristi, religione, denaro, tragedie, spettacolo, criminali, presidenti, dittature democratiche e democrazie dittatoriali.
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