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CONDANNATI CASARINI, METZ E ALTRI 7 CHE FECERO CHIUDERE IL CPT/LAGER DI TRIESTE
Publie le sabato 20 marzo 2004 par Open-PublishingVERGOGNA! MAI PIU’ LAGER SULLA NOSTRA TERRA!
Con una vergognosa sentenza oggi il Tribunale di Trieste ha condannato nove disobbedienti a pene tra sei mesi e un anno per la manifestazione che il 24 ottobre 1998 portò alla chiusura del Centro di Permanenza Temporanea (CPT) allestito nell’area del Porto Vecchio di Trieste, struttura in cui venivano detenute in condizioni disumane diverse decine di cittadini migranti.
Tra gli imputati Luca Casarini, portavoce dei Disobbedienti, e Alessandro Metz, consigliere regionale dei Verdi del Friuli Venezia Giulia, entrambi condannati a un anno di reclusione di fatto per aver subito con gli altri una carica a freddo del reparto Celere di Padova che tentava di impedire l’ingresso (precedentemente accordato) di una delegazione accompagnata dai giornalisti all’interno del CPT.
L’aspetto più assurdo di questa pesante condanna risiede proprio nel fatto che in seguito a quelle cariche - in cui diversi manifestanti vennero feriti da manganellate e lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, e in cui si evitò il peggio solo grazie all’uso degli scudi da parte delle prime file del corteo - non solo la delegazione riuscì finalmente ad entrare nel CPT e a documentarne pubblicamente lo scandalo, ma proprio in virtù di questa denuncia l’allora governo di centrosinistra decise l’immediata chiusura del CPT e la sua non riapertura, decretando quindi - caso unico in Italia - una importante vittoria dei movimenti e della società civile che da anni si battono contro l’apertura di questi nuovi lager.
Il governo Berlusconi tenta oggi di mettere in discussione quella vittoria con la paventata apertura di un CPT per il nordest a Gradisca d’Isonzo: se Pisanu insisterà a sfidare la volontà contraria della società civile del Friuli Venezia Giulia disobbediremo ancora e non sarà questa condanna a impedircelo!
Crediamo però che la sentenza di oggi debba far riflettere e mobilitare le coscienze di tutti e tutte coloro che in questi anni hanno riempito le manifestazioni contro la legge Bossi-Fini e contro il meccanismo disumano delle deportazionie e dei CPT, ma anche tutti quelli che domani 20 marzo scenderanno in piazza contro la guerra globale e i meccanismi di terrore e controllo che essa produce: la criminalizzazione delle idee e del dissenso è ormai una pratica diffusa in cui l’azione della magistratura si intreccia fittamente con le indicazioni provenienti dai palazzi del potere in una spirale perversa che tenta di emarginare il movimento che in maniera radicale si oppone alla guerra, al razzismo, all’attacco ai diritti.
La sentenza di Trieste sta a dimostrarlo come sta a dimostrarlo il processo apertosi a Genova contro 26 manifestanti o la vergognosa inchiesta di Cosenza, stanno a dimostrarlo le misure restrittive per Francesco Caruso e per molti altri e la richiesta di sorveglianza speciale per Luca Casarini. Stanno a dimostrarlo anche i provvedimenti contro chi sciopera o occupa le case sfitte: anche questo è guerra e dobbiamo dirlo chiaramente. Lanciamo un appello affinchè dentro il movimento e in ogni sua espressione si apra una seria riflessione al riguardo.
MOVIMENTO DEI/DELLE DISOBBEDIENTI
INVISIBILI NORDEST