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CONSIGLI REGIONALI E SPESE PAZZE, ANCHE LE PROSTITUTE, PAGATE DA NOI - PARTE 1
par Lucio Galluzzi
Publie le lunedì 20 gennaio 2014 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing
REGIONE PER REGIONE, LA MAPPA RAGIONATA CON I NOMI, LE FOTO, I CAPI DI IMPUTAZIONE E APPROFONDIMENTI DALLA CRONACA GIUDIZIARIA
– ogni nome, parola, frase in grassetto, cliccati portano ai documenti -
EMILIA ROMAGNA, CALABRIA, LAZIO, LOMBARDIA, UMBRIA, BASILICATA, LIGURIA, SICILIA
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Il denaro a disposizione dei ’parlamentini’
In tutta italia nel 2011 i soldi pubblici a disposizione dei Consigli Regionali e dei loro eletti sono stati 47 milioni di euro.
Rimborsi extra destinati ai gruppi, che si sono aggiunti compenso d’oro percepito mensilmente.
Le inchieste giudiziarie che hanno aperto uno squarcio inquietante sulla gestione ’allegra’ del denaro versato dai contribuenti e destinato - sulla carta - al funzionamento dei singoli parlamentini, la mannaia normativa ha tentato di ridimensionare la portata dello scandalo sulle ’spese pazze’ e di calmierare l’ammontare dei rimborsi elargiti a uso e consumo dei singoli gruppi consiliari. Nell’elenco degli acquisti effettuati negli anni passati col denaro di rappresentanza, infatti, è finito davvero di tutto: dai profumi alle penne d’oro, dalla lap dance alle pecore, passando per il buffet a base di cornetti, paste secche e latte di mandorla offerto, dopo un funerale, ai parenti del caro estinto. Ma c’è stato perfino chi ha usato quei soldi per saldare la propria tassa sui rifiuti. A pagare, in realtà, i cittadini.
Dal pasticcio delle carte sparite dagli uffici dell’Idv
alle indagini sul presidente Vasco Errani, accusato di falso
ideologico per aver favorito il fratello, e poi assolto.
Tutto però è
cominciato a emergere nel 2012 con le interviste a pagamento fatte con
i soldi dei gruppi consiliari: interviste che hanno coinvolto Pd,
M5S, Sel, FdS, Lega e Udc. Nel Pdl, invece, il consigliere Alberto Vecchi è già stato rinviato a giudizio per truffa: deve rispondere
degli 80mila euro di rimborsi chilometrici ricevuti dopo aver spostato
nel 2006 la residenza da Bologna a Castelluccio di Porretta Terme, a
60 km dal capoluogo.
Nel mirino, anche le auto blu del presidente
dell’assemblea legislativa, Matteo Richetti (Pd). La lente della
magistratura sta scandagliando il budget regionale a partire dal 2005:
tra i particolari che emergono, oltre alle spese destinate a
ristoranti, alberghi e regali di Natale (dallo zampone ai panettoni,
dai vini agli spumanti), al vaglio anche i costi per le varie
consulenze che i gruppi hanno accordato.
Indagati, intanto, tutti i 9
capigruppo.
Quello del Pd, Marco Monari
si è dimesso. E’ accusato, tra le altre cose, di aver speso 1.200 euro
per un week end a Venezia. Sotto inchiesta per truffa, inoltre, è
Zoia Veronesi, storica segretaria di Pierluigi Bersani ed ex
dipendente della Regione: nei giorni scorsi i magistrati emiliani hanno
inviato le carte a Roma per competenza territoriale. Sul conto
corrente cointestato con l’ex segretario Pd ora indaga la procura della
Capitale.
* CALABRIA
Lo scorso maggio 13 politici regionali sono stati indagati dalla
procura per peculato, falso e truffa. Nel mirino della magistratura
sono finiti, tra gli altri, il neo senatore Giovanni Bilardi, ex
capogruppo della ’lista Scopelliti’, e l’ex governatore di
centrosinistra della Calabria Agazio Loiero.
L’inchiesta abbraccia le ’spese folli’ nel periodo che va dal 2010 al
2012. In questo arco di tempo ogni gruppo ha gestito 4.462.000 euro
ogni anno, sino a dicembre 2012.
Secondo il Quotidiano della
Calabria, al vaglio della Corte dei conti ci sono fatture, buoni
acquisto e scontrini: si va dai balli cubani alle valigie,
dall’acquisto su Sky all’argenteria. Ma nel dossier figurano pure gli
omaggi gastronomici ai parenti del defunto e i profumi.
* LAZIO
Dopo i nuovi accertamenti
di natura patrimoniale sui conti di 13 ex consiglieri del Popolo della
libertà in Regione, ci si avvia verso la conclusione delle indagini.
La
Procura di Roma, infatti, nei mesi scorsi aveva deciso di ’allungare’ la
chiusura sulla presunta appropriazione e illecito utilizzo di fondi
pubblici destinati ai gruppi consiliari della Pisana. E lo aveva fatto
con una delega d’indagine al Nucleo di polizia tributaria della Guardia
di finanza, per trovare riscontri agli interrogatori dei politici
coinvolti. Nel mirino investigativo, il cosiddetto ’sistema Fiorito’,
l’ex capogruppo Pdl in Regione ribattezzato ’Er Batman’ di Anagni, condannato in primo grado lo scorso 27 maggio a tre anni e
quattro mesi di reclusione (per lui però niente carcere) per la presunta
appropriazione di un milione e 300mila euro di fondi pubblici e a 5
anni di interdizione dai pubblici uffici.
Uno scandalo considerato la
’madre’ di tutte le altre inchieste per peculato e che ha fatto saltare
la testa di Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio in
quota Pdl. E’ rimasta nelle cronache, peraltro, la festa in costume
organizzata allo Stadio dei Marmi a Roma organizzata dall’ex consigliere
Carlo De Romanis [clicca su Carlo de Romanis per la galleria immagini del Toga Party della Polverini] del Pdl dove comparvero anche le famose ’teste di
maiale’.
Oggi sarebbero quattro i politici del Pdl che rischiano il
processo e che andrebbero ad affiancarsi allo stesso Fiorito: le accuse
comprendono cene, viaggi in Porsche e ’finanziamento’ di taluni circoli
del rugby.
* UMBRIA
E’ stata la Corte dei
Conti a focalizzarsi sulle spese dei consiglieri regionali e a scavare
nei bilanci 2012 dei singoli gruppi: un milione e mezzo speso dai
partiti per personale e funzionamento dei gruppi.
Da sinistra a destra,
la lente non avrebbe risparmiato nessuno: occhi puntati su collaboratori
co. co. pro "non indicati" e su fatture rilasciate da alcuni alberghi
nel 2013 per eventi del 2012.
Ma anche viaggi, pranzi e cene su cui i
magistrati hanno fatto fatica a comprendere "l’attinenza con l’attività
istituzionale".
La vicenda inizia il 1° marzo 2013 quando i giudici
contabili ricevono le ’note di riepilogo’ (entrate e uscite) dei gruppi
per il 2012. Le note, però, sono "prive della documentazione
giustificativa", e i magistrati chiedono alla Regione quel che manca. A
ruota, è partita la verifica, da parte dei magistrati, delle risposte
fornite dai consiglieri. E’ in corso, poi, il processo che vede Eros Brega , attuale presidente del consiglio regionale, imputato
per peculato, falso ideologico, calunnia e concussione. Ipotesi di
reato relative, per la maggior parte, alla gestione dei fondi per gli
Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando
svolgeva l’incarico di assessore alla Cultura del Comune di Terni.
Pranzi elettorali, soldi a una pasticceria, assegni "opachi", e perfino
concerti nel mirino della magistratura. Brega ha chiesto e ottenuto il
rito immediato [click qui per la vicenda giudiziaria di Brega].
Lombardia,
le indagini sono partite a dicembre del 2012.
Nel mirino sono finiti
subito i pranzi, i libri e i viaggi dei consiglieri della Lega e del
Pdl, compresi Renzo Bossi (’il Trota’) e Nicole Minetti .
A ruota, anche quelli del Pd. A maggio di quest’anno è divenuta nota
l’analisi della sezione di controllo della Corte dei conti sulle spese
dello scorso anno: minuziosa, ha messo in fila ogni scontrino e ricevuta presentati dai singoli consiglieri [clicca per approfindimento]
e dai gruppi di riferimento, arrivando a stabilire chi, e quanto ha
speso soldi pubblici senza averne diritto.
Guida la classifica dei
rimborsi non dovuti la Lega Nord, a cui vengono contestate spese per
597.525 euro in un solo anno; seguono il Pdl, con 297.721 euro, l’Udc
con 48.886 euro, il Pd con 46.256 euro, l’Idv con 12.365 euro, Sel con
10.308 euro e, infine, il Partito pensionati (che conta un solo
consigliere) con 827 euro. Le spese non giustificate, o giustificate
con generiche indicazioni, sono state ritenute illegittime. Ma su
queste cifre va avanti anche l’indagine penale parallela, che si
allarga pure ai rimborsi allegri degli anni precedenti
* BASILICATA
Due assessori e un consigliere in carica sono finiti agli arresti
domiciliari, ad aprile, per l’uso illecito dei rimborsi previsti per le
loro attività.
Gli assessori - in libertà dal mese successivo - sono
Vincenzo Viti (Pd) e Rosa Mastrosimone (esterno in quota Idv). Il
consigliere regionale ai domiciliari è Nicola Pagliuca, capogruppo Pdl.
Per il gip di Potenza, Viti è "un vero specialista nell’allegazione di
spese di ristorazione, e non solo, assolutamente non sostenute". In
pratica, agli atti figurano numerose ricevute ’gonfiate’ provenienti da
ristoranti ma con un numero in più davanti al conto: da 23 a 230 euro,
da 86 a 386, da 92 a 292, e avanti così. In tutto, ci sono 48 indagati.
Nell’inchiesta, però, finisce anche il nome del governatore Vito De Filippo, esponente del centrosinistra, per l’acquisto ’sospetto’ di
3.840 euro di francobolli.
De Filippo si è subito dimesso e il consiglio
regionale è stato sciolto: gli elettori sono tornati a votare il 17 e
18 novembre scorsi.
* LIGURIA
Il 3 ottobre scorso la Guardia di finanza irrompe nell’ufficio di
presidenza del consiglio regionale della Liguria.
Il sopralluogo è
legato all’inchiesta sulle ’spese folli’ (da parte dei membri dei
gruppi consiliari) coordinata dal pm Francesco Pinto.
Le acquisizioni
di documenti in atto riguardano il 2011 ed il 2012. Alcuni consiglieri
avrebbero utilizzato i soldi destinati all’attività del gruppo per
scopi personali. Le note di spesa venivano vidimate da una commissione
che faceva capo proprio alla presidenza del consiglio regionale.
Le
Fiamme gialle hanno chiesto documenti relativi alle spese del
presidente Rosario Monteleone dell’Udc, e dei
due vicepresidente vicari Michele Boffa e Luigi Morgillo (Pdl) degli
anni 2010-2011-2012.
L’indagine, avviata nel 2012, aveva già portato a
cinque avvisi di garanzia a marzo 2013.
Lo shopping contestato va
dagli scontrini per 100 euro fino a rimborsi per 2-3mila euro.
A fine
ottobre 2013, però, Monteleone decide di compiere il passo indietro e di
dimettersi: accusato di aver prelevato 189mila euro in contanti dal
salvadanaio del proprio gruppo ma di averne giustificato soltanto la
metà, si è presentato in aula dicendo: " Me ne vado, ma si tratta di un
grosso malinteso".
Un altro filone di indagine, invece, è sulle sole
spese dell’Idv: a gennaio erano partiti 4 avvisi di garanzia. Nei mesi
successivi, invece, sono stati notificati i primi inviti a comparire.
La nuova documentazione è poi stata vagliata attentamente e messa a
confronto con gli "elementi investigativi in possesso" della procura
di Genova. E a gennaio 2014 viene arrestato l’ex vicepresidente della giunta regionale, Nicolò Scialfa. A
lui (ora consigliere del gruppo Diritti e Libertà, nato dalla
scissione interna al partito di Di Pietro), viene contestato di essersi
appropriato di 70.000 euro usciti dai fondi del gruppo senza
giustificazioni. In pratica, avrebbe usato fondi del gruppo politico,
cioè soldi pubblici, per spese personali, "non pertinenti all’attività
politica".
In particolare Scialfa, per comprovare l’uscita dei soldi,
avrebbe falsificato le firme di consiglieri regionali nonché del
tesoriere Giorgio de Lucchi, anche lui indagato. Scialfa, tuttavia, si è
sempre dichiarato innocente.
* SICILIA

Il materiale è stato ritenuto
interessante dagli inquirenti - tra le spese pazze figurano auto di
grossa cilindrata oltre che regali di nozze - e sotto la lente del
procuratore aggiunto Leonardo Agueci sono finiti i capigruppo del Pd
(Antonello Cracolici), del Pdl (Giulia Adamo), del Mpa (Francesco Musotto) e del Pid (Rudy Maira).
Musotto avrebbe speso 45mila euro senza
giustificazione, ma il diretto interessato smentisce e sostiene di
averli consegnati per spese elettorali al leader del Mpa ed ex
governatore Raffaele Lombardo.
La Adamo, invece, avrebbe speso 1.690
euro in una gioielleria.
A gennaio 2014, però, la svolta. Piovono
infatti decine di avvisi di garanzia: la
procura di Palermo iscrive nel registro degli indagati 97 esponenti
politici tra i quali l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo,
l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio e anche Davide Faraone,
deputato del Pd responsabile del Welfare nella segreteria formata da
Matteo Renzi.
Ha inoltre notificato tredici avvisi di garanzia agli
ex capigruppo Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici,
Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza. Tra i 97 sotto
inchiesta, 83 sono parlamentari della scorsa legislatura gli altri sono
stati rieletti col nuovo presidente Rosario Crocetta.
... E alle prossime elezioni ricordatevi di votarli di nuovo tutti: se lo meritano!
Lucio Galluzzi
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