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CONSIGLI REGIONALI E SPESE PAZZE, ANCHE LE PROSTITUTE, PAGATE DA NOI - PARTE SEC
par Lucio Galluzzi
Publie le giovedì 23 gennaio 2014 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing
REGIONE PER REGIONE, LA MAPPA RAGIONATA CON I NOMI, LE FOTO, I CAPI DI IMPUTAZIONE E APPROFONDIMENTI DALLA CRONACA GIUDIZIARIA
MARCHE - FRIULI VENEZIA GIULIA - MOLISE - CAMPANIA - TRENTINO ALTO ADIGE - SARDEGNA - VALLE D’AOSTA
– ogni nome, parola, frase in grassetto, cliccati portano ai documenti -
* MARCHE
Sarebbe quasi giunta al termine l’indagine effettuata dalla Guardia di finanza sui fondi ai gruppi consiliari. I sospetti sulla gestione del denaro riguardano principalmente l’anno 2011. E’ la Procura di Ancona che ha in mano l’inchiesta: indagini a tappeto delle Fiamme gialle su tutti i documenti relativi agli anni 2008-2011: fatture, scontrini, bolle e ricevute. Per quanto riguarda la prima tranche, relativa al 2011, la spesa dei quindici gruppi consigliari e dei consiglieri ammonta a un milione di euro.
L’ombra gettata dalla procura sulla verifica contabile sarebbe quella del peculato a carico di circa quaranta consiglieri per un totale di 300mila euro di spese irregolari. Proseguono le verifiche della Finanza anche sulla contabilità degli anni precedenti al 2011.
Soprattutto viaggi. Ma anche cene, benzina, regali, night, alberghi, interviste a pagamento, persino una bella puntatina a Rimini per il convegno di Rinnovamento dello spirito a carico della Regione Marche. Non solo: anche la beneficenza apparentemente personale veniva fatta mungendo dalla cassa pubblica.
Lo facevano tutti i partiti. Pure l’app di ’Itunes’ per scaricare
’navigon’ sul libro paga della Regione. Lo ha fatto il gruppo autonomo
del presidente Spacca, spendendo 94 euro.
Pochi consiglieri si sono rifiutati di rubare dalle casse del denaro pubblico, due o tre solamente, tra questi Vitaliano Sollazzi che aveva rinunciato ad avvalersi di quei rimborsi riservati ai gruppi.
Nessun altro invece ha rinunciato ad alcunché. Come il consigliere Pdci-Prc Raffaele Bucciarelli, quello del libro sull’orgamo delle donne, che ha comprato olio, farina, formaggi
con i soldi della Regione. Lo ha fatto nel 2012 spendendo 340 euro. Li ha giustificati come missione per attività politica.
Così come è stato facile per il consigliere Dino Latini di Alleanza per l’Italia spendere 2.100 euro pubblici per comprare targhe e coppe per un torneo di calcio di amici. Ha pure acquistato per 150 euro un frigorifero. Sono stati spesi dal gruppo per le Marche 1.800 euro per un parcheggio auto (in favore di chi?).
E lo stesso Erminio Marinelli non ha esitato a spendere 120 euro per un cesto di Natale da regalare a qualche caro.
E come farsi sfuggire il viaggio in pullman Setra da 55 posti del gruppo Futuro e Libertà a Mirabello spendendo 800 euro?
Hanno scritto che si incontravano tra intimi col senatore Baldassarri,
ma per comodità hanno preso una corriera. A spese delle Marche.
Poi 200
euro spesi per la cornice di un quadro che non figura nel patrimonio del
partito. Oppure i due telefonini dell’Udc da 1000 euro oltre a un navigatore satellitare? E’ attività politica? Per la Finanza non lo è affatto. E nemmeno per la Corte dei Conti.
* FRIULI VENEZIA GIULIA
La procura di Trieste ha appena chiesto il proscioglimento per il
presidente del consiglio regionale, Franco Iacop (Pd), coinvolto
nell’indagine sulle spese dei gruppi consiliari e relativi rimborsi. A
Iacop era stato notificato all’inizio di settembre un invito a
comparire.
L’indagine, per l’ipotesi di reato di peculato, riguardava
tre ricevute di pernottamenti in albergo risalenti al 2011 e al 2012 per
una spesa complessiva di 600 euro, in Tirolo, a Trieste e a Milano.
All’epoca Iacop era consigliere regionale nel gruppo Pd. I documenti
erano stati trasmessi alla procura penale dalla Corte dei Conti, che non
aveva avanzato contestazioni relative a danni erariali. Iacop si era
difeso sottolineando che si trattava di una penale giunta al
consiglio regionale relativa a un sopralluogo a un impianto termale, e
di due pernottamenti per una seduta del consiglio e per la
partecipazione alla Bit.
Parallelamente, però, la procura di Trieste
oggi prosegue nelle verifiche di altri scontrini e ricevute, tanto che
la lista degli indagati continua ad allungarsi. Tra i nuovi nomi,
anche quelli di cinque consiglieri della nuova legislatura, targata
Serracchiani.
In Consiglio Regionale sono sensibili all’abbandono dei minori, ma sempre con i soldi nostri.
Qualche anno fa, infatti, il gruppo regionale del Pd ha presentato richiesta di rimborso spese per 113 euro destinate a un progetto di adozione a distanza. Un utilizzo di soldi pubblici che la Corte dei Conti ha contestato e che ora sono oggetto d’indagine da parte della Procura della Repubblica di Trieste.
Non era la prima volta, ci tengono a precisare le persone coinvolte. Quando il Pd non esisteva ancora, il gruppo consiliare degli allora Ds (Democratici di sinistra), aveva finanziato la medesima associazione di suore di Udine. Erano tre-quattro anni che questa prassi era in piedi.
Gli attuali esponenti del gruppo regionale Pd, raggiunti al telefono, prendono le distanze dall’ episodio contestato che risale al 2011, quando il gruppo regionale era guidato da Gianfranco Moretton. Il quale insiste sulla bontà dell’operazione. Spiega l’ex capogruppo: «Noi abbiamo dato un contributo a un’associazione della curia vescovile della diocesi di Udine, la quale ha scelto poi l’adozione a distanza. Alla fine archivieranno questa questione, perché ha del paradossale. A quanto mi consta, non era vietato farlo, rispetto alle finalità previste per i contributi ai gruppi consiliari». Perché appunto il gruppo consiliare del Pd, lo aveva ascritto tra i costi di rappresentanza del gruppo. Moretton insiste su due dati: «Primo. Soldi pubblici non è detto che non possano essere utilizzati per un’azione meritoria come questa. Secondo. Questi soldi pubblici sono stati dati a un’associazione privata, com’è il gruppo consiliare, che ha deciso di investire questi soldi per rappresentanza all’esterno». A fargli notare che la destinazione era nobile, ma sarebbe stato meglio che i consiglieri regionali l’avessero finanziata magari autotassandosi, Moretton obietta: «Personalmente io sostengo anche un’altra adozione a distanza. Ma questo che c’entra?». [La Stampa]
* MOLISE
Sulle spese dei gruppi la novità è del luglio scorso: i primi avvisi
di garanzia della procura di Campobasso sono stati recapitati ai
consiglieri regionali in carica nella legislatura finita nel 2011.
Le
contestazioni principali per molti esponenti politici che hanno
amministrato a Palazzo Moffa riguardano peculato e truffa. Dietro gli
avvisi di garanzia - dice il Quotidiano del Molise - si celerebbe
l’accusa di utilizzo improprio di denaro pubblico destinato ai partiti.
Pare si tratti di circa due milioni e mezzo di euro all’anno. Nei
palazzi del potere, però, si parla di normale proseguimento delle
indagini avviate mesi fa: indagini iniziate con il sequestro dei
fascicoli relativi alle spese dei partiti regionali dai quali
spuntarono le cene, i casinò e i night e la lap dance. Intanto, la
commissione anticorruzione del Molise si è rivolta alla Corte dei conti
per chiedere l’avvio della procedura per danno erariale di natura non
patrimoniale, connesso alla lesione dell’immagine della pubblica
amministrazione, perché "chi ha distratto soldi pubblici deve
restituirli"
Non solo gelati, pizze, cd e pranzi al ristorante.
Tra le ‘spese folli’ fatte con i soldi dei gruppi consiliari alla Regione Molise, tra i Consiglieri, c’è pure appunto chi avrebbe deciso di passare una serata in un locale a luci rosse facendosi poi rimborsare la spesa sostenuta.
Mentre emergono questi nuovi particolari, l’inchiesta va avanti e rivela altre
sorprese l’inchiesta sulle spese dei gruppi riferita agli anni tra il
2009 e il 2011, inchiesta alla quale lavorano Procura e Guardia di Finanza e che coinvolge tutti i consiglieri in carica nel periodo in esame, nessuno escluso.
* CAMPANIA
Dopo l’arresto per truffa aggravata (nel 2012) del consigliere Pdl Massimo Ianniciello a cui un mese fa il giudice ha confermato un
sequestro patrimoniale per 192mila euro, il colpo di scena si è
verificato lo scorso luglio, quando il ciclone della magistratura ha
investito l’assemblea legislativa quasi per intero.
Sessanta i
consiglieri indagati con l’accusa di peculato, compresi anche tre ex
eletti divenuti nel frattempo parlamentari: il deputato Pd, Umberto Del Basso De Caro, e i senatori Pdl, Eva Longo e Domenico De Siano. In due
anni, tutti avrebbero bruciato in maniera poco chiara 2,5 milioni di
euro. A dover rispondere del "disegno criminoso" sono i gruppi ’Caldoro
Presidente’ (ma l’avviso di garanzia non ha raggiunto il governatore
Stefano Caldoro), Pdl, Pd, Udc, Udeur, Noi Sud, Moderati, Centro
democratico e tutta la vecchia Idv, oggi nel Misto.
Negli atti
dell’indagine risulterebbe che questo tesoretto di soldi pubblici
sarebbe stato utilizzato per spese personali, feste di compleanno, un
cenone di capodanno, giocattoli, cialde del caffè, 11mila euro solo per
bar e pasticceria, occhiali da vista, tintura per capelli, farmaci e
sigarette.
Il capolavoro, però, lo firma un esponente del gruppo Misto
che si giustifica portando alla Finanza la ricevuta della Tarsu, cioè la
vecchia tassa sui rifiuti. Poi ecco la ’spiegazione’ presentata dai
consiglieri Udeur, Ugo De Flaviis e Sandra Lonardo (ovvero lady
Mastella), interrogati durante l’estate: quei soldi, dicono, li hanno
utilizzati per pagare collaboratori. Ovviamente in nero, e senza
contributi.
IL DETTAGLIO DELLE SPESE CONTESTATE AI 53 CONSIGLIERI CAMPANI
L’ex
presidente del Consiglio regionale, Sandra Lonardo Mastella, ora
consigliere regionale dell’Udeur per una somma pari a 7.550 euro.
L’ex assessore al Lavoro della giunta Bassolino, Corrado
Gabriele, ex Pd, ha preso rimborsi per 24mila euro su cui i pm hanno
dubbi; e l’attuale assessore all’Agricoltura, Daniela Nugnes, Pdl, per
circa 37mila euro. Il totale delle spese della politica nel mirino della
procura è di 1.675.097 euro e riguardano spese non documentate del
biennio 2010-2012.
Nel dettaglio le somme contestate nel biennio 2010-12 ai seguenti consiglieri o ex consiglieri regionali:
Giuseppe Russo ( Pd 24.800), Antonio Amato (Pd 11.300), Nicola Caputo
(Pd 11.300), Mario Casillo (Pd 11.300), Angela Cortese (Pd 10.300),
Rosa D’Amelio (Pd 11.300), Umberto Del Basso De Caro ( Pd 11.300), Lucia
Esposito (Pd 4.500), Enrico Fabozzi (Pd 6.300), Corrado Gabriele (Pd
poi Pse 14.384,52), Antonio Marciano (Pd/ 11.300), Anna Petrone (Pd
11.300), Donato Pica (Pd 11.800), Raffaele Topo (Pd 12.300), Antonio
Valiante (Pd 11.300) e Gianfranco Valiante (Pd/ 11.300).
Daniela Nugnes (Pdl 37.610), Mafalda Amente (Pdl 26.896), Giovanni
Baldi (Pdl 15.447,50), Bianca D’Angelo (Pdl 11.928), Domenico De Siano
(Pdl 19.660), Pasquale Giacobbe (Pdl 23.703, 34), Eva Longo (Pdl
27.991), Francesco Nappi (Pdl 27.991), Gennaro Nocera ( Pdl 35.258),
Monica Paolino (Pdl 19.801), Angelo Polverino (Pdl 19.660), Paola Raia
(Pdl 27.991), Paolo Romano (presidente del Consiglio regionale, Pdl
22.460), Antonia Ruggiero (Pdl 18.960), Ermanno Russo (Pdl 19.660),
Luciana Scalzi (Pdl 14.570), Michele Schiano di Visconti (Pdl 19.760),
Luciano Schifone (Pdl/ 27.991).
Luigi Cobellis (Udc 29.008), Angelo Consoli (Udc 18.471), Pasquale De
Lucia (Udc 10.888,76), Pietro Foglia (Udc 32.183), Biagio Iacolare (Udc
31.038) e Carmine Mocerino (Udc 27.902) Spese non documentate del
gruppo Udc: 14.621,76.
Eduardo Giordano (Italia dei Valori 37.404,49), Dario Barbirotti (Idv
37.484,26), Nicola Marrazzo (ex Idv 43.284,26) e Anita Sala (Idv
40.679,26).
Massimo Grimaldi (Nuovo Psi 21.300), Angelo Marino (Nuovo Psi
20.150). Ettore Zecchino (Nuovo Psi 20.150) e Giovanni Fortunato (Nuovo
Psi-Caldoro Presidente 20.150).
Carmine Sommese (Gruppo Misto-Alleanza di Popolo 14.782,87). Carlo
Aveta (Gruppo Misto-La Destra 28.560,09). Annalisa Vessella (Gruppo
Misto-Popolari Italia Domani 6.900). Giuseppe Maisto (Gruppo
Misto-Alleanza per l’Italia 34.535).
Gennaro Oliviero (capogruppo Pse, nessun importo). Spese non documentate per il gruppo Pse: 31.266,31.
Il totale contestato dalla procura dai pm assomma a 1.218.449 euro,
per i singoli consiglieri, e 456.648,03 per il funzionamento dei gruppi,
per un totale pari a 1.675.097,44. Non risulta destinatario di avvisi
il capogruppo del Nuovo Psi, Gennaro Salvatore, che ha percepito la
somma più elevata: 93.215,06. Sandra Lonardo Mastella (che ha percepito
euro 7.550) è stata già interrogata dal pm in qualità di indagata.
* TRENTINO ALTO ADIGE
La procura di Bolzano omincia ad indagare per peculato il governatore
altoatesino Luis Durnwalder in riferimento all’utilizzo del suo fondo
spese riservato.
Dopo avere analizzato la documentazione relativa
alla gestione dei fondi riservati dal 1994 ad oggi, infatti, la Corte
dei conti ha depositato la segnalazione alla procura penale, indicando
le ipotesi di reato. Nel mirino della procura è finita dunque la
gestione di 72 mila euro l’anno che costituiscono i fondi riservati a
disposizione del presidente della Provincia. Ma siccome al vaglio
della procura sono finiti ben 17 anni di gestione di tale fondo, la
cifra complessiva ammonta a 1 milione e 653mila euro. Secondo
l’accusa, Durnwalder avrebbe speso soldi pubblici per pagare (l’Ici),
per le sue case, il canone Rai e l’iscrizione all’albo dei
giornalisti. Il governatore tuttavia smentisce e si difende: "Non ho
mai incassato un euro".
* SARDEGNA
L’inchiesta sulle spese pazze fa scattare gli arresti.
L’ultimo, nell’ordine di tempo, a essere portato in carcere è Sisinnio Piras,
consigliere del Pdl, per presunto uso illecito dei fondi destinati
all’attività istituzionale dei gruppi. Secondo l’accusa, poi, tra il
marzo 2009 e il luglio 2012 l’ex capogruppo del Pdl in consiglio
regionale (ora alla guida di ’Sardegna è già domani’), Mario Diana, da
un lato avrebbe distratto circa 250mila euro di fondi pubblici,
dall’altro utilizzato decine di migliaia di euro per incontri e
dibattiti dei quali la procura contesta l’attinenza con la finalità per
la quale i soldi sono stati erogati. Diana ora è in carcere in custodia
cautelare. In prigione (sempre custodia cautelare) anche Carlo Sanjust
che dovrà giustificare la spesa di 23mila euro che secondo gli
inquirenti avrebbe utilizzato per il proprio matrimonio, e di altri
27mila euro destinati a corsi di formazione (gli daranno i domiciliari a
dicembre 2013 dopo che avrà restituito i soldi delle nozze al Pdl).
L’inchiesta-bis sulla spesa dei fondi destinati ai gruppi consiliari
deflagra a inizio ottobre 2013 non solo con la notizia della
perquisizione della casa e dello studio oristanesi di Mario Diana,
indagato per peculato, ma anche, e soprattutto, con l’indiscrezione
sull’imminente notifica di 33 inviti a comparire per altrettanti
consiglieri regionali del Pdl e del Pd. Indagata pure Francesca Barracciu
(oggi europarlamentare Pd), vincitrice delle primarie del
centrosinistra per la candidatura alla guida della Regione Sardegna,
costretta a rinunciare a seguito dello scandalo.
I 33 vanno ad
aggiungersi ai cinque Udc convocati in procura poche settimane fa: gli
assessori regionali Sergio Milia e Andrea Biancareddu e il consigliere Sergio Obinu devono rispondere di spese non giustificate per 90.000
euro, mentre a Franco Cuccu e Alberto Randazzo sono contestati
rispettivamente 14.000 e 12.000 euro. In tutto, i consiglieri sardi
indagati sono 65: 18 di loro (e non tutti sono ex) risultano già
pronti ad affrontare il processo. Nel numero, anche Silvestro Ladu, ex
parlamentare, accusato di aver speso i fondi per l’attività politica
acquistando pecore e un vitello.
* VALLE D’AOSTA
Le indagini risultano complesse, con
numerosi accertamenti bancari. Il periodo finito nel mirino degli
inquirenti parte dal 2009. Quanto ai reati ipotizzati, le accuse sono di
finanziamento illecito dei partiti e peculato: in alcuni casi, infatti,
i fondi destinati ai gruppi sarebbero stati versati al partito di
riferimento (quello, cioè, con cui i singoli consiglieri sono stati
eletti), mentre in altri casi sono finiti nelle disponibilità del
singolo consigliere. Le posizioni dei personaggi coinvolti – dei gruppi
Union Valdotaine, Federation autonomiste, Stella Alpina, Pdl, Alpe e Pd –
sono diverse l’una dall’altra, al pari delle contestazioni. Le indagini
erano state avviate nell’ottobre 2012 a seguito di notizie emerse su
alcune spese sospette sostenute dal Pd e pubblicate sul sito e sul
giornale del partito. Tra gli acquisti che hanno alimentato dubbi, anche
alimenti, premi per la Festa democratica e il pagamento dei contributi
previdenziali dei consiglieri.
Lucio Galluzzi
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