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CORAGGIO CARA LEYLA ZANA da CHIRINE EBADI e DANIELLE MITTERAND
Publie le venerdì 12 marzo 2004 par Open-PublishingCara Leyla Zana,
questo mese di marzo 2004 rappresenta un ben triste anniversario per te ed i tuoi amici. Fanno 10 anni che sei in prigione. Nel 1994 il Tribunale di Sicurezza dello Stato n° 1 di Ankara ti ha condannato per aver difeso i diritti culturali dei tuoi concittadini curdi, per aver difeso la pace e promosso l’amicizia e la fraternità fra i turchi ed i curdi in Turchia.
Dalla prigione di Ulucanlar, nelle tue lettere ci ricordi che l’essere rinchiusa fra quattro mura non fa diminuire la tua sete di un mondo migliore nel quale le donne, "uguali e giuste" partecipino attivamente alla costruzione della pace, della democrazia, e veglino per il rispetto di tutte le libertà.
Cara amica,
per scriverti, non abbiamo dovuto riflettere molto. I nostri cuori e i nostri pensieri, rivolti al tuo coraggio ed alla giustezza delle cause che difendi, ci hanno dettato queste parole: dirti a che punto ci manchi. Come manchi a Mehdi, tuo marito (che ha pasato 11 anni nelle prigioni turche); a Ronahi e Ruken, i tuoi figli; come manchi al tuo popolo che ti ha eletta al Parlamento affidandoti il mandato di difedere i suoi millenari diritti culturali . Come manchi, Leyla, alla Libertà.
Il rinvio della undicesima udienza del vostro processo, cominciato un anno fa, e che fa seguito a dieci successivi precedenti rinvii nel corso dei quali tu e i tuoi colleghi deputati siete apparsi ammanettati e circondati dalle forze di sicurezza, ci ha profondamente turbate.
Le richieste di liberazione presentate dai vostri avvocati vengono sistematicamente respinte, senza alcuna motivazione, in totale violazione del vostro diritto nazionale e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ed ancora oggi rimanete imprigionati.
Cara Leyla,
Anche se importanti rappresentanti politici europei pensano che, poiché nel tuo paese sono state fatte varie riforme per soddisfare i criteri di Copenhagen, adesso esso sia all’altezza di instaurare un vero partenariato con l’unione Europea, i tuoi amici, loro, sono scandalizzati: il vostro processo politico è in effetti altamente rappresentativo delle contraddizioni con le quali i dirigenti del tuo paese si scontrano.
In vista di ottobre 2004, costoro aspirano ad ottenere una data di inizio delle trattative per l’adesione. Ma mentre questi dirigenti politici manifestano una volontà di riforma, di democratizzazione e d’apertura, l’apparato giudiziario turco, al contrario, testimonia numerose resistenze.
Così, le riforme adottate per ciò che concerne il popolo curdo, rimangono lettera morta. Il diritto a diffondere trasmissioni radio-televisive in lingua curda è di fatto bloccato da una miriade di decisioni amministrative o giuridiche.
Il diritto alla preservazione della cultura curda ( per esempio mettere dei nomi kurdi ai bambini) nei fatti è molto limitata da restrizioni linguistiche.
Le scuole che dovrebbere impartire l’insegnamento in lingua curda, a causa di vari impedimenti amministrativi, non riescono ad aprire le porte.
I difensori dei diritti dell’uomo vengono perseguitati e spesso sottomessi a processo.
I dirigenti del tuo paese, cara Leyla, avranno la volontà necessaria a mettere in pratica le riforme che hanno avuto il coraggio di adottare?
Ovviamente, le mentalità non potranno cambiare bruscamente da un giorno all’altro. La messa in pratica ed il rispetto della democrazia e di tutte le libertà hanno bisogno di una autentica e forte volontà, ma anche di coraggio, franchezza e fermezza da parte dei dirigenti politici di qualsiasi nazione
Cara Layla, cara amica, i giorni e gli anni passano e tu resti in prigione. Per quanto tempo ancora?
Il 12 marzo si deve tenere la dodicesima udienza del vostro processo. Per quest’occasione invitiamo i difensori dei diritti dell’uomo, i parlamentari europei ed i rappresentanti delle Nazioni Unite ad unirsi a noi nel chiedere con forza la tua liberazione e quella dei tuoi colleghi per l’instaurazione della democrazia e della pace.
Chirine Ebadi, avvocatessa iraniana, é Premio Nobel per la pace 2003. Danielle Mitterand è presidentessa della Fondazione France Liberté
Traduzione di Vera Silveri