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Cecenia: altri 21 morti. I ribelli annunciano nuove "operazioni"

Publie le martedì 3 agosto 2004 par Open-Publishing

di Daniele Bertulu

Ventuno vittime in due giorni: in Cecenia si continua a morire, a neanche un mese di distanza dalle prossime elezioni presidenziali che dovranno stabilire il successore di Akhmad Kadyrov, ucciso a maggio in un attacco dei ribelli. Secondo quanto riferito all’agenzia Associated Press da un ufficiale del governo ceceno filorusso, negli ultimi scontri con la guerriglia avrebbero perso la vita 17 militari russi, tre agenti della polizia locale ed un indipendentista.

Gli episodi più sanguinosi hanno avuto luogo in diversi quartieri periferici di Grozny (quattro morti) e nel villaggio di Roshni-Chu, situato nelle montagne meridionali, dove il controllo dell’esercito è ancora estremamente limitato.

Abitazioni civili incendiate ad Argun

La Società per l’Amicizia Russo-Cecena (SRChF) denuncia ennesime violenze commesse contro la popolazione: secondo tale organizzazione, il 28 luglio scorso una violenta battaglia tra governativi e indipendentisti (non resa nota dai comunicati ufficiali) sarebbe scoppiata nella città di Argun, provocando la morte di 7 russi e di 2 membri delle forze di polizia della vicina repubblica dell’Inguscezia, oltre al ferimento di 12 persone.

In seguito, le squadre speciali russe hanno fatto irruzione in una palazzina locale, credendola occupata dai guerriglieri; alcuni residenti sarebbero stati malmenati, e uno di loro è stato ferito con un colpo d’arma da fuoco, arrestato e successivamente abbandonato in una strada periferica della città.

Poche ore dopo, i federali hanno dato alle fiamme l’abitazione, bloccando l’intervento dei pompieri; diversi civili sono rimasti feriti saltando dalle finestre, ma non si sono avuto vittime; un’altra casa di proprietà di un anziano è stata poi incendiata, a quanto sembra ancora dai soldati.

Al momento le famiglie evacuate non hanno potuto stabilirsi in un nuovo alloggio, a causa del rifiuto opposto da parte dell’amministrazione cittadina.

L’ombra dei ribelli sulle elezioni

Non si sono fatte attendere le minacce dei guerriglieri riguardo al voto presidenziale del 29 agosto, il cui favorito è Alu Alkhanov: un comunicato pubblicato dall’agenzia Kavkazcenter, attribuito al presidente indipendentista Aslan Maskhadov, annuncia che "chiunque vincerà le elezioni verrà ucciso".

"Non c’è alcuna differenza tra chi verrà scelto da Vladimir Putin: è solo questione di tempo, e la mano del guerriero raggiungerà anche lui; Allah ha il compito di decidere quando sarà la fine di ogni individuo".

Il proclama continua affermando che "vi saranno nuove e massicce operazioni in tutta la Cecenia ed oltre [...] si rifiuta qualsiasi amnistia, e gli ipocriti e i traditori nazionali non potranno più nascondersi dietro alcuna protezione".

Dichiarazioni ben poco rassicuranti, se si pensa che di recente attacchi simili hanno causato centinaia di vittime, molte delle quali tra la popolazione civile che i ribelli asseriscono di "voler proteggere".

L’ultima sanguinosa incursione dei ribelli è stata compiuta in Inguscezia, ma i loro leader tengono a precisare che si è trattato "solamente di un raid su scala ridotta".

Anche le forze russe, peraltro, tengono lo stato di allerta in tutto il Caucaso settentrionale: le ultime notizie diffuse dal quotidiano Caucasian Knot parlano di un possibile attacco indipendentista nella regione della Kabardino-Balkaria: la polizia locale è stata rafforzata in seguito alla segnalazione della presenza di gruppi di uomini armati nella foresta di Nalchik.

"Bavaglio" a un quotidiano indipendente

Sono stata bloccate le pubblicazioni del quotidiano indipendente Chechenskoye Obshchestvo (Società Cecena), dopo pressioni da parte delle autorità dell’Inguscezia, dove ha sede la redazione.

A detta dell’agenzia Prague Watchdog e del Moscow Times, il direttore e l’editore del giornale, Souleiman Kostoyev e Timur Aliev sono stati più volte interrogati dalle autorità locali: negli ultimi giorni i due sono stati costretti a sospendere l’attività dietro l’"invito" e la "raccomandazione" degli ufficiali del Ministero dell’Interno, che ha definito il Chechenskoye come una "pubblicazione antigovernativa".

Chiude così uno degli ultimi organi di informazione indipendenti del Caucaso, particolarmente noto per le sue forti critiche dirette contro la politica attuata dalla Russia e dal governo ceceno.

http://www.warnews.it/index.php/content/view/1069/37/