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Cesare Battisti: Castelli, "l’Europa difende gli assassini"
Publie le lunedì 23 agosto 2004 par Open-Publishingdi Federica Fantozzi
Polemiche e accuse incrociate dopo la fuga di Cesare Battisti, l’ex terrorista rifugiato in Francia e sottrattosi da due settimane all’obbligo di firma. Il governo italiano è in imbarazzo: sebbene il mandato di arresto europeo non si applichi a reati commessi oltre vent’anni fa quali gli omicidi imputati a Battisti, l’esecutivo - con il Guardasigilli in prima fila - ne ha ostacolato in tutti i modi il recepimento, rallentando di fatto la costruzione dello spazio comune di giustizia e sicurezza.
Adesso Castelli e il centrodestra accusano la Francia e gli «intellettuali della sinistra francese ed europea» per una scomparsa «prevedibile». E il Guardasigilli gela l’apertura del neo-eurocommissario Rocco Buttiglione su un’accelerazione dell’approvazione del mandato di cattura Ue, approvato a maggio dalla Camera: «La Lega continuerà ad opporsi anche in Senato». Il centrosinistra replica con un’interpellanza parlamentare a Silvio Berlusconi: il premier prenda le distanze dalle parole del suo ministro «lesive della dignità di milioni di cittadini italiani ed europei con opinioni politiche di sinistra e che si battono per la legalità».
Lo show del ministro Castelli è stato a Radio Padania, dove ha assolto le autorità francesi ma non «la posizione degli intellettuali di sinistra, direi non francesi ma europei, che oggi è imbarazzante». Nulla da imputare quindi al suo omologo d’oltralpe Dominique Perben, ma molto «a una cultura di sinistra aberrante che non si cura delle vittime ma difende gli assassini e i latitanti, vorrebbe i colpevoli fuori a danno degli onesti. Una cultura della morte che ha agevolato la fuga». A quest’ambito il ministro ascrive «quel famoso direttore di Le Monde che è venuto in Italia a darci dei cretini» (Colombani, che ha denunciato controlli eccessivi all’aeroporto di Venezia su suo figlio di origine indiana, ndr).
Ma il suo collega di partito e di governo Roberto Calderoli non condivide la linea morbida verso Palazzo Matignon: «Si può valutare se denunciare o meno chi ha consentito questa fuga: credo che la responsabilità sia da attribuire al governo francese... Si può denunciare per complicità tutti coloro che hanno contribuito nel sosterere la posizione di un criminale della peggior specie, c’è una sinistra europea che continua a creare disastri». Accuse che scatenano la reazione dei leader delle opposizioni. Con un’interpellanza urgente al presidente del Consiglio (firmata da Fassino, Rutelli, Boselli, Diliberto, Pecoraro Scanio e Mastella) chiedono le scuse per aver definito la sinistra europea portatrice della «cultura della morte e della difesa di chi compie delitti». Il centrosinistra vuole sapere se il governo «condivida le opinioni espresse dal ministro della Giustizia, e se non le condivide in che modo intenda scusarsi nei confronti dei cittadini e dei governi europei volgarmente offesi e ottenere dai ministri comportamenti consoni al senso dello Stato». Poco prima il diessino Vannino Chiti aveva rivolto un appello «ai settori politici più responsabili della maggioranza, in primo luogo Udc e Nuovo Psi» per «dare un alt alle offese gratuite e incivili del ministro più arrogante e incapace della storia della Repubblica».
Al di là dei comportamenti francesi, la probabile seconda latitanza di Battisti ha riaperto con veemenza le polemiche sull’euromandato di cattura. L’Italia è rimasta l’ultimo Stato dell’Unione Europea a non aver recepito la relativa decisione-quadro. Il provvedimento è stato approvato dalla Camera a maggio scorso e alla ripresa dei lavori comincerà l’esame del Senato, con ampio ritardo rispetto alle prescrizioni di Bruxelles che ne richiedevano l’approvazione entro il 2003.
E su questo aspetto attacca l’opposizione: il dielle Pierluigi Castagnetti si augura che il portafoglio Giustizia e Immigrazione attribuito a Buttiglione nella nuova Commissione Barroso aumenti la «disponibilità» del governo ad approvare il mandato. Il diessino Giovanni Kessler ribadisce l’utilità in generale di questo strumento giudicando «scandaloso che le autorità francesi non abbiano prevenuto la fuga di Battisti». Per Marco Rizzo (Pdci) «chi la fa l’aspetti, il governo che ha sempre operato contro l’euromandato è rimasto vittima delle proprie contraddizioni».
Ma anche esponenti del centrodestra auspicano un’accelerazione nell’iter del provvedimento. Per l’azzurro Gaetano Pecorella l’euromandato «avrebbe accelerato i tempi dell’estradizione di Battisti, ma non serve in assenza di controlli vigili». Se la prendono con la Francia il suo collega Gargani («Ha tenuto bordone a Battisti, lo dimostra l’intervento tardivo») e Anedda di An.
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