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Ciò che però non mi va di accettare è l’uso della violenza, nemmeno verbale...
Publie le mercoledì 25 febbraio 2004 par Open-Publishing1 commento
Parere personale:
Per quanto il mio istinto direbbe in questo caso diversamente, le persone si accettano sempre. Tanto più in una manifestazione pubblica... perchè è pubblica. Altrimenti la si fa nel salotto di casa propria, e lì si selezionano gli invitati.
Ciò che però non mi va di accettare è l’uso della violenza, nemmeno verbale. Sia Caruso che Agnoletto (stando all’articolo di Repubblica) ne fanno uso "ceffone umanitario" ed "è meglio che resti a casa".
Teniamo conto che Lilliput, seppur non di fatto grandissima realtà, è in questo momento sotto i riflettori (in genere comunque gode di attenzione da parte dei media) e viene percepita da questo articolo come una dignitosa "terza parte" rispetto a disobbedienti e Social Forum, forse la parte più "moderata" e aperta al dialogo. Noi non fatichiamo a capire che senz’altro è potenzialmente la parte più "simpatica" e gode dei testimonals più pubblicamente credibili e carismatici (Alex, Ciotti, Strada...). Proprio per questo penso che sia moralmente obbligata a proporre la nonviolenza, e a dimostrare con i fatti che è molto più valida ed efficace della violenza.
Chiedo allora: si possono cominciare ad adottare fin da subito dei comportamenti, delle azioni, dei confronti, delle richieste a queste altre aree che faccia capire loro che la violenza non solo danneggia la credibilità di tutto il movimento, ma danneggia per primo chi la usa?
Non sto parlando tanto di dialogare, che non se ne viene a capo, e ognuno sta sulle proprie. Sto parlando di qualche azione concreta che "smascheri" e metta "all’angolo" i comportamenti violenti di coloro che si accingono a partecipare alla manifestazione. Non so se sono riuscito a farmi capire... Forse già il fatto che Lilliput sia senz’altro "l’area" più credibile dalla gente comune esterna dai nostri giri è una prima vittoria della scelta della nonviolenza, ma bisogna perseverare ed essere sempre più limpidi in parole e azioni.
In ogni caso, che ne dite se in ogni prossimo comunicato stampa /o incontro pubblico non si perda l’occasione per puntualizzare la necessità della scelta nonviolenta, non dandolo per sottinteso?
Chiedo ancora: a titolo preventivo x eventuale emergenza manifestazione 20/3. Non succederà, ma se dovessero succedere dei casini da parte di disobbedienti o altri gruppi a lato della manifestazione, è possibile che troviamo un modo di applicazione della nonviolenza per bloccare gli scontri? è possibile che un gruppo di persone ben motivate, magari vestite in maniera ben riconoscibile, (GAN?) si prepari per piombare sul posto e, magari recitando insieme e a voce alta una frase di Gahandi, o M.L.King... frapporsi fra i manifestanti e le forze dell’ordine con una cordata umana? E se numeroso che anche circondi i manifestanti? La cosa creerebbe notevole imbarazzo in chi manifesta e avrebbe il suo innegabile impatto positivo. Un solo sciagurato colpo inferto da una parte o dall’altra a queste persone sarebbe in realtà una grandissima pubblica auto-bastonata.
Messaggi
1. rispetto per Agnoletto e la sua storia, 25 febbraio 2004, 19:12
Mi permetto di intervenire su questo sito dopo aver letto un intervento che mette insieme Caruso e Agnoletto a proposito del tema della violenza e non-violenza e la manifestazione del 20 marzo. Non capisco: Agnoletto sono due anni che parla di non-violenza, che ripete ossessivamente che la scelta della non-violenza e’ una scelta strategica.. ecc. E ancora qualcuno dice per fortuna c’e’ Lilliput perche’ lui usa violenza verbale..ecc.
La sua storia parla poi per lui: non e’ un politicante, io l’ho incontrato quando di notte girava con le unita’ mobili a raccogliere tossici, barboni e prostitute. Mi da’ fastidio questo dover sempre accettare certe costruzioni di certi mass-media. Capisco che Agnoletto da’ fastidio: ha scelto di non fare solo (importante) testimonianza attiva come Alex zanotelli o Gino Strada, ma ha scelto di giocarsi di persona, di sporcarsi le mani, per esempio immergendosi nel movimento e non standone fuori a fare il simbolo carismatico. Da Genova in poi ha scelto di essere parte di qualcosa. Poteva fare un’altra scelta: aveva il curriculum giusto (anni di lavoro di strada, lavori in Africa con le donne sieropositive, parecchio tempo in Bosnia a lavorare con le conseguenza dell’esplodere della prostituzione a seguito della presenza delle varie truppe internazionali...ecc: ma queste cose perche’ non si dicono?).
Insomma per una volta. abbiamo un leader politico con una storia importante e invece di tenercelo stretto...
ciao
stefano