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Con Dax nelle strade di Milano
par Francesco Piobbichi
Publie le lunedì 18 marzo 2013 par Francesco Piobbichi - Open-Publishing"Sembra di essere al Corteo del Leoncavallo dei primi anni novanta", mi ha detto un compagno sorridendo. Non so come mai, ma ho pensato la stessa cosa. Certo è che ieri per ricordare DAX, il giovane dell’Orso ucciso dai fascisti dieci anni fa, di militanti se ne sono visti parecchi, giovani e meno provenienti da tutta Italia. C’era insomma più di una generazione che in questi anni ha resistito e ha strisciato la pelle nell’asfalto, occupando spazi sociali, case, cercando di opporsi al liberismo ed al razzismo.
Tutti aspettavano qualche migliaio di persone, ma alla fine la piazza era piena, e al corteo hanno partecipato non meno di 10 mila antifascisti. Il corteo determinato e militante ha attreversato Milano in una lunga marcia ed ha bloccato la città per ore. Si è camminato dal centro della cttà fino alla periferia, all’erea Grizzy, una Zona Autonoma occupata in questi giorni dove si è svolto il concerto finale con Assalti e 99 posse. Una giornata resistente anche dal punto di vista fisico. Si è camminato infatti per circa dieci km sotto un vento pungente con una città che osservava da dietro le finestre.
A fare le spese della rabbia alcune vetrine di banche, ma non c’è stato nessun riot come la stampa cerca di far credere. Durante il corteo inoltre si sono occupate case, segno questo che il terreno dell’antifascismo è intrecciato alle lotte sociali. Un elemento di novità positivo questo, che per certi aspetti fa divenire manifestazioni come questa lo spazio all’interno del quale si possono determinare risposte dirette ai bisogni sociali del popolo della crisi e le rende attraversabili dalle pratiche sociali. Un popolo, almeno quello di ieri lo era, dove i precari e migranti urlano gli stessi slogan, occupano le stesse palazzine, denunciano la repressione di un sistema sociale spietato con i più deboli e garantista per le classi dominanti.
Ma c’era anche dell’altro in questo corteo, c’era anche la voglia di dare una risposta forte alla retorica che tende sempre più a cancellare le identità, al senso comune che vuol produrre nel paese un cielo “grigio” che non fa pensare, dove la destra e la sinistra non esistono più, dove il fascismo è una questione legata al passato e le sue vittime vanno dimenticate. Se la memoria è un ingranaggio collettivo, la manifestazione di ieri ci dice che quella per DAX resterà a viva a lungo per le strade di Milano, e non solo di Milano...