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Confessioni di un allevatore....

par Jonathan Safran Foer

Publie le mercoledì 27 marzo 2013 par Jonathan Safran Foer - Open-Publishing

"Una volta la pistola per l’abbattimento è stata rotta tutto il giorno, hanno preso un coltello e tagliavano il dorso dei manzi quand’erano ancora in piedi. Quelli cadevano tremando tutti. E li pugnalavano nel culo per farli muovere. Gli rompevano la coda. Li picchiavano così tanto..e la bestia piangeva con la lingua di fuori.

E’ difficile parlarne. sei sempre sotto stress, sotto pressione. E lo so sembra proprio una cattiveria, ma io ho preso pungoli (elettrici) e glieli ho conficcati negli occhi. E ce li ho tenuti.

Giù nella fossa per il dissanguamento dicono che l’odore del sangue ti rende aggressivo. E’ vero. Se quel maiale ti dà un calcio, tu gli rendi la pariglia. Stai già comunque per ammazzarlo, ma non basta. Deve soffrire..ci vai giù pesante, insisti, gli fai scoppiare la trachea, lo fai annegare nel suo stesso sangue. Gli spacchi il naso. Un maiale vivo correva in circolo nella fossa. Mi guardava, toccava a me sgozzarlo e ho preso il mio coltello e -zac- gli ho cavato un occhio mentre lui se ne stava lì seduto. E il maiale si è messo a strillare. Una volta ho preso il mio coltello -è affilatissimo- e ho tagliato via la punta del naso a un maiale, come se fosse un pezzo di mortadella. Per qualche minuto è impazzito.

Poi si è seduto con un’aria un po’ stupida. Allora ho preso una manciata di acqua e sale e gliel’ho schiacciata nel naso. a quel punto il maiale ha dato proprio di matto, premeva il naso dappertutto. avevo ancora una manciata di sale in mano - indossavo un guanto di gomma- e gliel’ho ficcato su per il culo.

Quel povero maiale non sapeva se cagare o accecarsi. Non ero l’unico a fare roba del genere. Uno con cui lavoravo insegue i maiali facendoli finire nella vasca di scottatura. E tutti -autisti, incatenatori, inservienti- usano tubi di piombo sui maiali. Lo sanno tutti, tutto quanto.

Queste testimonianze sono penosamente emblematiche di ciò che Gail Eisnitz ha scoperto con le sue interviste. I fatti descritti non sono autorizzati dall’industria, ma non dovrebbero essere considerati infrequenti.

Indagini sotto copertura hanno costantemente rilevato che si lavora in condizioni che Human Rights Watch descrive come "sistematiche violazioni dei diritti umani", inducendo spesso gli addetti a sfogare la loro frustrazione sugli animali o anche solo a cedere alle richieste dei sorveglianti di mantenere le linee di macellazione in movimento a qualunque costo e senza pensarci 2 volte. Alcuni sono chiaramente sadici nel senso letterale del termine. m persone così io non le ho mai incontrate (per fortuna). Le decine di lavoratori che ho conosciuto erano brave persone..La responsabilità è della mentalità vigente nell’industria della carne, che tratta tanto gli animali quanto il "capitale umano" come macchine.

Un lavoratore dice:

La cosa peggiore del pericolo fisico, è il costo emotivo. Se lavori all’abbattimento per un po’, sviluppi un atteggiamento che ti permettere di uccidere come se niente fosse. Puoi guardare negli occhi un maiale che scende per la iugulazione inseme a te e pensi, Dio, non è mica un brutto animale. Magari ti viene da accarezzarlo. E’ capitato che i maiali nella zona di abbattimento si siano avvicinati e mi si siano strofinati addosso come cuccioli.

Due minuti dopo dovevo ucciderli, picchiarli a morte con un tubo. Quando lavoravo di sopra, all’eviscerazione dei maiali, potevo far finta di lavorare a una linea di produzione, di aiutare a dar da mangiare alla gente.

Ma giù all’abbattimento non stavo dando da mangiare alla gente. Stavo uccidendo.

Quanto devono essere comuni simili efferatezze perchè una persona normale le ignori? Se sapeste che un animale su mille di quelli allevati a fini alimentari ha subito atti simili, continuereste a mangiare carne? Uno su cento? Uno su dieci?

Da: -Se niente importa- di Jonathan Safran Foer

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