Home > Cosa aspettiamo a muoverci?

Cosa aspettiamo a muoverci?

Publie le lunedì 27 settembre 2004 par Open-Publishing
3 commenti

Dazibao


di Teresa

Cosa aspettiamo a muoverci per salvare quelle due ragazze, se e’ vero che
sono ancora vive e la loro vita dipende dal ritiro dell’Italia dall’Iraq?

C’e’ chi mette le citta’ a soqquadro contro gli inceneritori, per salvare i posti
di lavoro, senza parlare di cose piu’ abbiette tipo partite di calcio. E
noi ci limitiamo a sottoscrivere appelli telematici.

Eravamo tre milioni a Roma nel 2003? E adesso aspettiamo "pacificamente"
che si muovano solo Berlusconi, Ciampi la farnesina, i servizi, ecc. quelli
che non ci rappresentano perche’ la guerra l’hanno voluta e la sostengono,
che "stoicamente" non cedono ai ricatti e che faranno poi delle belle
cerimonie in memoria delle vittime del terrorismo.

Se quelle ragazze vengono uccise, anche qui, come successe negli USA, si
scateneranno violenze contro gli immigrati islamici, attentati sul nostro
territorio e vendette su vendette senza fine.

Cosa aspettiamo a muoverci?

Messaggi

  • forse perche’ nelle manifestazioni di sabato scorso in tutta Italia non
    eravamo in tre milioni, ma molto meno,

    forse perche ’Il Ponte per Bagdad ..’ non ci chiede di fare cortei ma di
    mettere le margherite sulle nostre giacche.

    forse perche’ ci si chiede di aderire al ’ponte per Bagdad ..’
    www.poneteper.it

    forse perche’ siamo inadeguati e non abbiamo trovato ancora forme di lotta
    unificanti che non siano il corteo.

    forse perche’ dobbiamo lavorare anche nella quotidianita’ piu’ di quanto
    non facciamo fino ad ora.

    forse perche’....

    antonio

    • Caro Antonio,

      non credere che non ci si stia provando.

      Stiamo ragionando su ciò che è possibile fare, e ho delle idee in merito.

      Intanto non credo che noi si possa prescindere dal concordare ogni
      iniziativa con il "Ponte".

      Personalmente ho ricevuto ancora questa sera un messaggio da Baghdad, ma
      purtroppo pur avendo l’autorizzazione a renderlo pubblico non sono
      autorizzato a citare la fonte, e quello che potrei dire è troppo generico.

      In ogni caso tutto quello che ricevo trasmetto alla nostra Segreteria e poi
      sta a Silvano decidere che fare. Comunque egli sottopone tutto al "Ponte",
      anche perché Fabio fa arrivare tutto alle famiglie. Va da sè che sia loro e
      soltanto loro l’ultima parola in merito.

      In soldoni, una proposta percorribile sarebbe quella di un’iniziativa volta
      in qualche modo a rilanciare la proposta di un percorso di liberazione
      progressiva e graduale di tutte le persone Iraquene detenute cui non siano
      attribuibili fatti o episodi specifici di natura criminale, come iniziativa
      di apertura di un processo di pace che consenta di porre fine alla pratica
      dei sequestri. A cominciare dalle donne.

      Sto vedendo se i miei contatti con rappresentanti della società civile
      Iraquena mi permettono di arrivare ad Ali Al-Sistani, che potrebbe avere un
      ruolo determinante nella questione. Tramite le organizzazioni Islamiche
      potrei riuscirci.

      Per aggirare l’ostacolo della decisione dei governi di non trattare
      direttamente con i gruppi e le organizzazioni che definisco "di natura non
      statuale" (per evitare l’impiccio delle etichette ordinariamente usate) si
      potrebbe proporre l’intermediazione delle organizzazioni Islamiche Iraquene
      che già stanno lavorando alla cosa ed eventualmente si potrebbe verificare
      le nostre disponibilità a mettere mano alla cosa.

      Il documento potrebbe essere inviato ai Gruppi Parlamentari ed
      eventualmente al Consiglio dei Ministri, previa sottoposizione ovviamente al
      "Ponte" e alle famiglie.

      Dobbiamo però stare molto attenti: dopo la figuraccia rimediata da Gino
      Strada, ne va della nostra credibilità, che in questo momento non è poi così
      bassa. Dal momento che, dalle informazioni che circolano pare che la stessa
      Presidenza Olandese dell’Unione Europea sia favorevole a non vedere l’azione
      dei corpi civili di pace ristretta al solo campo dell’intervento umanitari,
      come attualmente è nella bozza di Costituzione circolante.

      Purtroppo mi è venuto un dubbio atroce: che le due ragazze a questo punto
      possano essere usate dagli Americani per le loro elezioni, così come
      Berlusconi ha adoperato i tre mercenari italiani per le Europee e le
      Amministrative. Tirare un mese un sequestro, alternando messaggi di speranza
      ad altri di differente tenore (una prova ne abbiamo avuta in questi giorni),
      tecnicamente non mi sembra poi così complicato. Da concludersi in modo
      piuttosto scontato con un blitz in pieno stile "arrivano i nostri", magari
      messo insieme un po’ più credibilmente di quello inscenato nell’occasione
      della liberazione dei tre mercenari italiani. Si potrebbero in questo modo
      ottenere una serie di risultati politici non indifferenti:

       il consolidamento dei rapporti fra il governo statunitense e quello
      italiano,

       un’ulteriore ancora di salvataggio per il governo Allawi,

       l’imbavagliamento del Movimento per la Pace (noi non potremo altro che
      gioire della cosa, temo, "senza se e senza ma"),

       una dimostrazione dell’attenzione dei governi "guerrafondai" anche alla
      sorte dei loro oppositori, con una conseguente iniezione di credibilità
      rispetto al loro obiettivo di "esportazione della democrazia",

       la dimostrazione dell’efficacia della linea della fermezza,

       il contenimento della presa di parola dell’ONU rispetto alle elezioni di
      gennaio, con una conseguente progressiva sostituzione della NATO all’ONU,
      come espressione della "comunità internazionale",

       soprattutto l’accantonamento dell’ipotesi di cattura (a scopo elettorale)
      di qualche pesce di dimensioni più grosse (Osama bin Laden? Abu Musab
      Al-Zarqawi? Ayman Al-Zawahiri?).

      Mi auguro di sbagliarmi.

      A presto

      Angelo

  • HA PERFETTAMENTE RAGIONE..
    DOVREMO MOBILITARCI seriamente,ne va in gioco la vita di queste ragazze..ma nello stesso tempo la vita di tutto il movimento...
    Dobbiamo essere decisivi...scendere nelle piazze e protestare all’infinito contro questo governo pazzo che per non scendere a compromeso coi terroristi(Chi è il vero terrorista in questo caso?)
    mette a rischio seriamente la vita delle ragazze..
    Hai voglia a dire che si stanno muovendo...
    Quì ci vuole una mobilitazione urgente,permanete e nazionale di tutto il movimento che deve alzare forte la Voce,manifestare e scendere in piaza..come quel 15 febbraio..non ce lo dimentichiamo!Sfilammo per manifestare contro la guerra e contro tutte le guerre in atto...
    L’invito a non riaddormentarci!!!
    Monica