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Cosa resta delle Olimpiadi

Publie le domenica 15 agosto 2004 par Open-Publishing

di Federica Losito

La stampa internazionale si interroga su cosa è rimasto dell’originario spirito olimpico e dubita della potenzialità simbolica dei Giochi di Atene in un mondo oscurato da scandali, interessi economici,corruzione e paura di attentati terroristici.

I Giochi olimpici hanno sempre rappresentato un ideale di pace, giustizia e sana competitività fra le nazioni. Ma negli ultimi anni gli atleti sono stati spesso protagonisti di scandali. “ Nessuno sa quanti atleti saranno implicati in casi di doping - scrive Richard Morrison sul Times -, ma non è il loro numero che conta. Il fatto è che l’immagine stessa dell’atleta e dell’intero evento olimpico è già incrinata senza possibilità di rimedio. Se non possiamo guardare allo sport per trovare nuovi eroi, a chi ci dovremmo rivolgere?” , si domanda ancora Morrison. La verità è che le Olimpiadi sembrano aver perso il loro fascino originario.

Max Boot, sul Los Angeles Times, considera come emozioni possibili solo quelle provocate da un ipotetico dramma. “ Tutto sommato speriamo che i terroristi boicottino i giochi. Anche se, in loro assenza, sarà difficile pensare di emozionarsi per le sole competizioni fra Usa, Russia, Cina o qualunque altra nazione. Ironicamente, il fatto che i paesi siano coinvolti in una gara pacifica, rende i giochi estremamente noiosi” .

Una sferzante critica sugli interessi economici legati all’evento sportivo arriva da José Alain Fralon che, sul francese Le Monde, ironizza sui divieti imposti agli spettatori. “ Il primo divieto riguarda l’acqua. Gli spettatori non possono portarsi le loro bottiglie, sono costretti ad acquistare un unico tipo di acqua minerale greca di proprietà della Coca Cola. Stessa logica per il divieto di portarsi del cibo da casa e di indossare magliette con il logo di prodotti diversi da quelli degli sponsor ufficiali, primo fra tutti McDonald’s” .

Il Baltimore Sun riconosce invece ai giochi ancora un forte valore simbolico. “ Ricordiamoci che gli ideali dei moderni giochi olimpici riflettono i valori del diciannovesimo secolo più che quelli del mondo classica. Le gare di duemila anni fa erano brutali, a volte letali, e lacerate, come oggi, da interessi politici e materiali; eppure servivano a offrire un momento di tregua dalla guerra. Sebbene i Giochi olimpici contemporanei non possono garantire un momento di cessate il fuoco, tuttavia rappresentano ancora quella pace di cui ora si ha, più che mai, bisogno” .

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