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DEMOCRAZIA DELLA TERRA, È LA VERA RIVOLUZIONE

Publie le giovedì 29 gennaio 2004 par Open-Publishing

Non è con le
guerre che si esporta la pace. Ma con una nuova forma di sovranità popolare.
Che
nasce dalle campagne. Parola di Vandana Shiva

da L’espresso.

Ho fatto un sogno in cui la società umana si evolveva
dall’avidità e dal consumismo della globalizzazione alla compassione e ad una
Democrazia della Terra basata sulla conservazione.
La globalizzazione sta
spingendo il mondo verso un apartheid del "vivere" e non "vivere", giacché gli
elementi primari della vita - la biodiversità, il cibo e l’acqua vengono mercificati
e privatizzati e le condizioni di base per la vita della gente
vengono distrutte.
Nella democrazia della Terra, la biodiversità e l’acqua saranno recuperate come
beni comuni. Non ci saranno brevetti sulla vita e nessuna privatizzazione dell’acqua.
Il diritto al cibo e all’acqua sarà parte dei diritti umani universali fondamentali
di tutti, a prescindere dalla classe,
dal sesso, dalla religione e dall’etnia.

Come disse Gandhi "Sulla terra ce
ne è abbastanza per i bisogni di tutti ma non per l’avidità di alcuni". Nessuno
soffrirebbe la fame o la sete se fossimo tutti responsabili e disposti a
dividere.
Nella democrazia della Terra, la diversità sarà la condizione per la pace e la
cooperazione.
Nella democrazia della Terra, la nostra identità fondamentale sarà quella di
cittadini della terra, parte della famiglia allargata di tutte le specie e di
tutti gli esseri attualmente divisi da conflitti e guerre basati sulla razza
e la religione.
In quanto cittadini della terra il nostro dovere di proteggere la Terra e il
suo fragile sistema
ecologico, circoscriverà il nostro sistema di produzione e consumo. La conservazione,
e non il consumismo, sarà il segno del progresso umano.

Questo
sogno di giustizia e pace, di sostenibilità e cooperazione sta già delineando
un
altro mondo, al di là della globalizzazione e della militarizzazione, oltre la
paura e l’odio. Il mondo e la visione del mondo delineati dalla globalizzazione
corporativa sono chiaramente in declino - e si reggono solo tramite la forza
bruta. I movimenti contro la globalizzazione corporativa che si sono riuniti
a
Porto Alegre, in Brasile, avevano come slogan "un altro mondo è possibile". Un
altro mondo non è solo possibile, sta avvenendo. Mi riferisco alla costruzione
della "democrazia della terra". La democrazia della Terra è centrata sulla terra.
Ci ricolloca nella trama della vita della famiglia della terra - Vashudhaiva
Kutumbakam in sanscrito. In quanto membri della famiglia della terra, le nostre
responsabilità aumentano, ma anche i nostri diritti. Le nostre
responsabilità aumentano perché dobbiamo rispettare lo spazio ecologico per altre
specie e dobbiamo smettere di operare come se le risorse del pianeta fossero
solo di pochi membri delle specie.
Il ricollocare gli umani nella famiglia della terra accresce i diritti di coloro
che attualmente sono esclusi
sia dall’acceso alle risorse vitali - biodiversità, sementi, medicina, acqua
che dalle altre risorse.
La globalizzazione corporativa sta trasformando la terra in un supermercato,
e le risorse della terra in merci che possono essere comprate in un supermercato
controllato da cinque giganti dei geni, cinque giganti del grano e cinque giganti
dell’acqua.

Questa è la ragione per la
quale al World Food Summit, il riferimento al "diritto al cibo" è stato cancellato,
al World Water Forum il "diritto all’acqua" è stato cancellato e nelle varie
negoziazioni sulle risorse genetiche e la biodiversità i "diritti
dei contadini" sono stati negati.
Nella Democrazia della Terra, i diritti alle risorse vitali naturali sono diritti
naturali che discendono dal nostro
essere membri della comunità della terra e non vengono dati dagli stati e non
possono essere tolti dalle corporazioni.
E tutti gli umani hanno gli stessi
diritti al cibo e all’acqua, perché in quanto esseri ecologici, siamo tutti uguali
è il mercato globale che ci rende disuguali.
Il mercato globale ha
accresciuto la ricchezza dei ricchi e la povertà dei poveri - ma ha disumanizzato
tutti gli umani - i poveri perché spinti a livelli di esistenza subumana, o peggio
perché viene negato loro il diritto alla sopravvivenza. I ricchi e benestanti
stanno diventando disumani nel processo di accumulazione
della ricchezza.

Per riscattare la nostra comune umanità dobbiamo riconoscere
che la nostra specie è diversa ma uguale all’interno della comunità della
terra.
Il progetto di eguaglianza che è crollato con il muro di Berlino, e
che è stato descritto come la fine della storia da Francis Fukuyama, era centrato
sullo stato e basato sulle uniformità.
L’uguaglianza nella
democrazia della terra è radicata nella diversità e nell’auto-organizzazione
decentrata che va dall’individuo alla comunità, dal paese al pianeta. Questa
ricerca di un’eguaglianza basata sull’ecologia sta portando a cambiamenti radicali
nella produzione e nel consumo.
La globalizzazione corporativa riduce la terra ad un supermarket di merci dove
tutto è in vendita. Estingue i diritti fondamentali alla vita, ai mezzi di sostentamento
e agli stili culturali
diversi.
I ricchi sono ridotti ad accumulatori e consumatori del supermarket globale,
mentre i poveri e gli emarginati sono considerati non necessari e da buttar via.
Gli umani, come agenti creativi che fanno e producono beni e servizi e attraverso
quella produzione riproducono la vita, non trovano posto nel supermarket globale
nel quale possiamo essere solo consumatori e non
produttori.
La globalizzazione corporativa è la fine della riproduzione e della produzione
come elementi essenziali degli esseri della nostra specie. La democrazia della
Terra è il modo per reclamare la nostra creatività e le nostre
capacità produttive.

Nella sfera della biodiversità, la fine della
creatività sta nei brevetti per la vita che portano alla pirateria e al brevettare
il sapere indigeno, e da qui alla creazione di un monopolio di diritti nelle
mani delle corporazioni occidentali che possono essere usati per impedire alle
comunità indigene di accrescere la loro sapienza per produrre cibo e prevenzione
sanitaria.
I brevetti sui semi rendono illegale il conservare e riprodurre semi, spezzando
così il ciclo della rigenerazione sia del raccolto
che della conoscenza.
Nella sfera alimentare, la fine della creatività sta nella globalizzazione e
industrializzazione dei sistemi alimentari, che eliminano i piccoli contadini
dalla catena alimentare, distruggono le economie alimentari locali e le culture,
lasciando tutti ignoranti sulla provenienza del cibo, su come sia stato prodotto
e su quello che contiene.
Nei buoni sistemi
globalizzati non c’è posto per le persone che coltivano e producono cibo. Questa è una
ricetta per rendere superfluo il 75% dell’umanità legato alla produzione
alimentare.
La privatizzazione dell’acqua è un tentativo di rompere i nostri legami con l’acqua
in quanto dono di natura, essenziale per tutte le vite, riducendola ad una merce
che si può acquistare dalle corporazioni.
Questo
comporta la fine delle persone e delle comunità che conoscono i loro sistemi
idrici, che hanno la responsabilità della conservazione dell’acqua e del mantenimento
del ciclo dell’acqua, e che, attraverso la cura e la conservazione, ne assicurano
riserve sostenibili.

Economie Viventi

La democrazia della Terra centra la conoscenza e la produzione nei processi
viventi del suolo,
dell’acqua e della biodiversità. E attraverso questo crea delle economie viventi
che conservano la vita, creano condizioni di vita e provvedono ai bisogni vitali
di base.
Il sistema economico dominante è diventato un’economia di morte. Uccide le fondamenta
della nostra sopravvivenza ecologica. Uccide la possibilità di condizioni di
vita sicure e dotate di senso per tutti. Per questo quando il contadino coreano
Lee si è ucciso a Cancun, portava un cartello che diceva "il
WTO uccide i contadini". Ed è ecologicamente, economicamente e socialmente non
sostenibile.
E’ per questo che al posto delle economie di morte inglobate negli accordi TRIPS
del WTO che negano sementi e medicinali ai contadini e ai pazienti che ne hanno
bisogno, noi abbiamo bisogno di un’economia che condivida
le sementi e la sapienza.
Al posto delle economie morte inglobate nelle regole dell’accordo sull’agricoltura
del WTO, abbiamo bisogno di un’economia
vivente alimentare e agricola.
Al posto delle economie di morte della privatizzazione dell’acqua, abbiamo bisogno
di un’economia vivente dell’acqua.

Le economie negative e le politiche negative nutrono e fomentano le culture e
le identità negative. La culture vengono formate dalla terra. La diversità culturale
si è co-evoluta con la biodiversità biologica.
Le culture hanno
delineato identità positive - un senso dell’auto-collocarsi su un senso del luogo,
negli ecosistemi e nelle comunità. Mentre vengono spiazzate le identità tradizionali
e crescono le insicurezze, l’identità viene delineata dall’insicurezza - la cultura
viene vissuta attraverso la negazione
dell’"altro", poiché la cultura come espressione di sé viene distrutta dalla
globalizzazione corporativa.
In queste culture e identità negative il terrorismo, l’estremismo e la xenofobia
prendono forme virulente.
L’umanità si definisce attraverso la sua disumanità. I circoli viziosi della
violenza e dell’esclusione - culturale, politica ed economica - diventano le
mode
dominanti.
L’imperativo della sopravvivenza richiede una transizione dal negativo al positivo
dai circoli viziosi della violenza ai circoli virtuosi della non violenza,
dalle economie negative di morte e distruzione alle economie vitali che sostengono
la vita sulla terra e le nostre vite, dalle politiche negative della corruzione
e del fascismo alle democrazie viventi che includono
la responsabilità e la partecipazione di tutte le vite, dalle culture negative
che stanno portando a un comune annichilimento alle culture viventi e positive
basate sull’interessamento, la compassione e la conservazione.
Ogni democrazia permette l’emergere di economie viventi, di democrazie e di culture
viventi.

Le Culture Viventi

L’economia dell’esclusione che deriva dalla globalizzazione corporativa sta
creando culture di paura e insicurezza, violenza, terrorismo e pulizia etnica.
Sta portando a culture di morte e
sterminio.
Le guerre contro L’Afghanistan e l’Iraq si sono basate sulla cultura della paura
in cui la condizione per la sopravvivenza dell’uno è l’annientamento dell’altro.
Ma non si tratta solo una superpotenza che cerca sicurezza attraverso lo sterminio
di altri popoli.
Nelle società rese
insicure, la pulizia etnica può cominciare in una quantità infinita di modi.
L’offerta per dei lavori in India ha scatenato un enorme conflitto etnico nell’India
dell’est, portando al massacro dei Binari ad Assam. Quando le condizioni di vita
economiche e la sicurezza nella società vengono essiccate, la
più piccola scintilla può generare etnocidio e genocidio.
E quando i valori cambiano grazie alla cultura del consumatore creata dalla globalizzazione
economica, anche il valore della vita viene imposto dal mercato. Questo sta portando
a un’epidemia di omicidi di donne in India. Più ricca è la regione, più alta è la
pratica del feticidio femminile.
La democrazia della Terra fornisce il terreno per ribaltare questa tendenza a
considerare inutili le persone in
base alla religione, al sesso o all’etnia.
La democrazia della Terra aiuta a nutrire le culture viventi - quelle culture
che si innalzano dalla terra, nel contempo diverse nelle loro radici locali ma
legate dalla consapevolezza planetaria che siamo tutti membri della famiglia
della terra, che dividiamo una casa e che creiamo le condizioni per l’esistenza
gli uni degli altri.

La
Democrazia Vivente

La globalizzazione corporativa ha ucciso la democrazia. La democrazia rappresentativa
intesa come "dal popolo per il popolo " è stata trasformata in "dalle corporazioni,
delle corporazioni, per le
corporazioni".
Con la democrazia elettorale sequestrata dal potere
corporativo, si è anche fomentata la crescita del fondamentalismo religioso come
paesaggio politico. La democrazia economica è scomparsa e i nazionalismi xenofobici
sono in aumento.
La democrazia vivente re-inventa la democrazia,
rendendola più estesa e più profonda. Approfondire la democrazia comporta il
portare la politica a ogni persona nella quotidianità - senza restringerla alle
elezioni ogni quattro o cinque anni.
Allargarla comporta l’includere tutti gli esseri viventi e tutte le persone nel
contesto della democrazia. La
democrazia della Terra non è morta, è viva. Sotto la globalizzazione, la democrazia,
anche quella superficiale di tipo rappresentativo, sta morendo. Ovunque i governi
tradiscono i mandati che li hanno portati al potere. Stanno
centralizzando l’autorità e il potere, sovvertendo le strutture democratiche
delle costituzioni e promulgando ordinanze che soffocano le libertà civili.

In tutto il mondo la tragedia dell’11 settembre è diventata una comoda scusa
per legiferare contro il popolo. Ovunque i politici stanno cambiando i programmi
in direzione xenofoba e fondamentalista per ottenere voti in un momento in cui
i programmi economici non sono più stabiliti a livello nazionale, ma dalla Banca
Mondiale, dal FMI, dal WTO e dalle corporazioni globali, e i partiti perdono
le elezioni a causa del tradimento economico della
loro gente.
Il movimento per la democrazia della Terra riguarda la democrazia viva e non
quella morta.
La democrazia è morta quando i governi
non riflettono più la volontà del popolo ma sono ridotti a strumenti anti-democratici
e inaffidabili di regolamenti corporativi sotto l’egida della globalizzazione
corporativa, come hanno messo bene in evidenza i casi Enron e
Chiquita.
La democrazia corporativa è centrata sui profitti corporativi. La democrazia
della Terra è basata sul mantenere sulla terra la vita e la libertà per tutte
le persone e le specie.
La globalizzazione corporativa è basata sul privilegiare la logica della competizione.
La democrazia della terra è basata sulla cooperazione.
La globalizzazione corporativa opera per creare regole per i mercati globali,
nazionali e locali che privilegiano le corporazioni globali e minacciano le specie
diverse, la qualità della vita dei
poveri e dei più piccoli, i produttori e le attività locali.

La democrazia della terra opera secondo le leggi ecologiche della natura, e limita
l’attività commerciale per prevenire danni ad altre specie o persone.
La globalizzazione
corporativa crea povertà e minaccia la pace. La democrazia della terra crea una
prosperità inclusiva attraverso la quale crea la pace.
La globalizazione
corporativa distrugge le diversità biologiche e culturali. La democrazia della
terra è la protezione della diversità nella natura e nella società.
La globalizzazione corporativa viene attuata da un potere istruttivo centralizzante.
Il separatismo è parte essenziale della centralizzazione
coercitiva.
La democrazia della terra viene attuata attraverso il potere decentralizzato
e la coesistenza pacifica, con i poteri più elevati ai livelli
più bassi, e il potere che viene delegato verso l’alto sulla base delle
riserve.
La globalizzazione corporativa globalizza l’avidità e il consumismo. La democrazia
della terra globalizza la compassione, l’interessamento e la
condivisione.

Questo cambiamento è anche un imperativo ecologico. In quanto membri della famiglia
della terra, della Vasudhaiva Kutumbhakam, abbiamo diritto a una parte nelle
risorse della terra. I diritti alle risorse naturali per i bisogni di sostentamento
sono diritti naturali.
Non vengono dati o assegnati. Sono riconosciuti o ignorati. Il principio del
dominio porta inevitabilmente
alla situazione "tutto per alcuni" - ai monopoli corporativi sulla biodiversità attraverso
i brevetti, ai monopoli corporativi sull’acqua attraverso la privatizzazione
e ai monopoli corporativi sul cibo attraverso il libero mercato.
Il diritto più basilare che abbiamo come specie è la sopravvivenza, il diritto
alla vita.
La sopravivenza richiede l’accesso garantito alle risorse. Il popolo fornisce
quella garanzia. La privatizzazione e le barriere la
distruggono. La localizzazione è necessaria per la ripresa dei popoli. E la democrazia
della Terra è il movimento per ricollocare le nostre menti, i nostri sistemi
di produzione e i modelli di consumo fuori dalla povertà, creando mercati globali
per il sostentamento e la condivisione della comunità della
terra.

Questo cambiamento dai mercati globali alla cittadinanza della terra è uno spostamento
del centro del potere dalla globalizzazione e dalle corporazioni
ai cittadini.
Ho il sogno, che passeremo dalla violenza, dalla distruzione e dalle monoculture
come principi organizzativi dell’economia, della politica e della cultura, alla
non-violenza, alla creatività e alla diversità come principi organizzativi della
vita umana sulla terra.

Vandana Shiva , fisica
quantistica ed economista, è la teorica più nota dell’ecologia sociale. I suoi
libri sono editi in Italia da Feltrinelli. Questo testo è stato raccolto da Cristiana
Ceci