Home > Discorso di Chavez per la vittoria
Di Robin Nieto - Venezuelanalisys.com
Caracas - Fuori dal palazzo presidenziale, in migliaia ascoltano il discorso della vittoria del Presidente Hugo Chavez, appena dopo che l’unica autorità elettorale del paese (CNE) ha annunciato i risultati preliminari del referendum presidenziale, i quali indicano che la maggioranza dei venezuelani ha votato perché Chavez resti Presidente del Venezuela.
Il risultato del referendum è stato annunciato dal Presidente del CNE, Francisco Carrasquero, poco dopo le 4 di questa mattina. Secondo Carrasquero, il risultato di 94.49% del ballottaggio delle macchine per il voto automatico indica che la parte pro-Chavez ha ottenuto il 58.25% del voto popolare mentre l’opposizione riceve il 41.75%, non abbastanza per cacciare il Presidente Chavez.
Agitando bandiere venezuelane e indossando abiti rossi, i supporters di Chavez si sono affollati all’esterno di Miraflores, il palazzo presidenziale, per ascoltare il Presidente Chavez garantire i diritti costituzionali di tutti i Venezuelani ed anche i diritti delle compagnie straniere che operano nel paese. Ha detto oggi che è una "vittoria del popolo del Venezuela e una vittoria della costituzione bolivariana". In mezzo a cori di "volvio, volvio, volvio", che significa "è tornato", Chavez ha vincitori", aggiungendo che la vittoria di oggi non è solo del Venezuela, ma è "una vittoria per i popoli della LatinoAmerica e del Caribe che stanno lottando per la propria libertà". Chavez ha detto alla folla che applaudiva che come una pioggerella in un luminoso mattino che si trasforma in una forte pioggia, "mi avete regalato una pioggia di amore e mi avete dato il sostegno per continuare a servirvi, per dare un paese al nostro popolo, ai nostri figli, ai nostri nipoti.
"Il Venezuela è cambiato per sempre, non c’è ritorno al passato, la quarta repubblica [della costituzione pre-1999] è morta" ha detto Chavez di fronte alle grida di "no volveran!" [non torneranno!]. "Il mio saluto pieno di rispetto a quei Venezuelani che non sono d’accordo con noi al 100 per cento. Noi li rispettiamo ed io li invito tutti, l’opposizione e gli indipendenti a venire con noi per cominciare questo nuovo capitolo. Io invito quelli che chiamano sé stessi nostri avversari a guardare ai risultati positivi della Rivoluzione bolivariana, come la Misión Robinson [programma di alfabetizzazione] ed il Barrio Adentro [cliniche sanitarie comunitarie], e li chiamo a rispettare i desideri della maggioranza dei venezuelani".
Chavez ha annunciato al mondo che il suo governo si propone la stabilità del paese, l’integrazione Latinoamericana e la stabilità del mercato del petrolio: "Questo governo garantisce la stabilità del Venezuela con non potrebbenessun altro. Questo governo garantisce la cooperazione con i governi ed i popoli della Latino America per l’integrazione di LatinoAmerica e Caribe. Il mio governo inoltre garantisce la stabilità del mercato del petrolio"
Secondo Chavez quelli che hanno votato "Si" alla revoca del suo mandato non devono sentirsi sconfitti e riconosce il fatto che anche loro hanno atteso in lunghe file per praticare i propri diritti costituzionali e li invita ad accettare questa come una "vittoria nazionale che include anche loro stessi", esprimendo la sua speranza che l’opposizione accetti il risultato di oggi annunciato dal CNE.
Chavez ha detto che spera che gli Stati Uniti vorranno rispettare il popolo e il governo venezuelani dopo questa democratica vittoria e ha detto ironicamente che questa vittoria è un regalo per l’amministrazione Bush, "un regalo che atterra al centro della Casa Bianca".
Riferendosi ad una leggenda popolare venezuelana che è diventata il tema della campagna pro-Chavez, nella quale il diavolo ed un personaggio chiamato Fiorentino si sfidano in una gara musicale, Chavez ha detto alle migliaia di sostenitori festanti che celebravano fuori dal palazzo presidenziale "Florentino ha vinto, abbiamo sconfitto il diavolo".
Chavez ha concluso chiedendo un giorno festivo pagato per tutti i venezuelani, che sono stati in fila ad aspettare da ieri mattina all’alba, e molti dei quali non sono riusciti a votare che dopo mezzanotte.