Home > ENZO BALDONI: sequestro guidato?
ALI RASHID*
Premetto che non ho informazioni di prima mano da dare nè una verità in tasca da enunciare come hanno fatto «autorevoli commentatori» italiani sui grandi mezzi di comunicazione. So solo che il rapimento e l’assassinio di Enzo Baldoni hanno l’odore e il sapore di un’operazione commissionata. So che non è stato un colpo nella mischia ma un obiettivo mirato, scelto con cura dal convoglio umanitario della Croce rossa italiana. So anche che, per farlo, è stato ucciso a sangue freddo il suo autista, interprete e guida palestinese, uomo stimato come persona affidabile negli ambienti patriottici e religiosi iracheni che si oppongono alla occupazione Usa. Era un palestinese profugo dalla nascita di nome Ghareeb «straniero», un nome rivelatore che ha caratterizzato la sua vita e la sua morte; un uomo umile che nella vita non ha suscitato grandi attenzioni e la cuimorte non ha destato clamore, ma che era prezioso per chi aveva cose serie da fare come quelle che Baldoni, da uomo libero, intendeva fare: essere testimone e trasmettere, senza pretese, un poco di verità nel mare di menzogne ufficiali e di inganni che accompagna la guerra.
La morte di Baldoni non porta nessun vantaggio e non è di nessuna utilità, anche per le organizzazioni più ottuse o per stupidi e fanatici che infestano la resistenza irachena; organizzazioni che nel caso del rapimento e del successivo rilascio del giornalista americano, perché ritenuto pacifista, hanno dimostrato comunque che obbediscono a qualche logica, forse distorta ma per loro lineare e coerente per un uso interno e internazionale .
La tragedia di Baldoni sfugge in tutte le sue dinamiche, e nella sua durata straordinariamente breve, a qualsiasi logica che non sia quella di fornire argomenti alle voci che qui in Italia non hanno più nulla da dire, di chi ha scelto di stare in prima fila in questa guerra, e di chi ha colto puntualmente l’occasione per spargere ancora veleno e alimentare con odio e paura una guerra che, contro ogni evidenza, ritiene giusta e che deve ancora ampliarsi e durare.
Del resto la storia del terrorismo ha dimostrato come questo fenomeno sia più complesso di quanto hanno cercato di farci credere e che comunque danneggi soprattutto le cause che nelle sue dichiarazioni pretende di difendere. Qualcosa è andato storto per loro, forse verremo presto a saperlo. L’uccisione di Baldoni, l’autobomba contro le chiese dei cristiani in Iraq, l’uccisione di migliaia di cittadini inermi iracheni, ci lasciano perplessi e hanno avuto come obiettivo quello di rendere infinita questa guerra e trasformarla in una guerra di religione e tra civiltà, esattamente come l’hanno pensata e voluta Bush i suoi ideatori. Sono atti di una strategia che autorizza la feccia dell’occidente a parlare in suo nome, tentando di cancellare una storia di evoluzione giuridica e culturale che ha reso la parte positiva di questa cultura patrimonio universale.
Di Baldoni ho conosciuto e apprezzato l’intelligenza , la libertà e la cultura. Rappresentava il contrario di chi ha voluto strumentalizzare la sua tragica scomparsa per esprimere a nome dell’occidente il lato più oscuro e peggiore di esso, e tenta ora di nascondere o ritardare la sua sconfitta che sul piano culturale è già avvenuta quando milioni di occidentali hanno e continuano a marciare contro la guerra.
Di fronte a noi rimane una grande sfida, come dare una rappresentanza politica a questi sentimenti, a questa cultura e senso di responsabilità, che nel mondo politico e dell’informazione sono sempre più assenti. A nome di tutti i palestinesi esprimo alla famiglia e ai pacifisti italiani le più sincere condoglianze per la grave perdita che ci ha lasciato tutti più soli.
*Primo segretario della delegazione palestinese in Italia