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Ecco il mio report del viaggio in India, 15-23 gennaio 2003, in occasione del WSF a Mumbai.

Publie le venerdì 30 gennaio 2004 par Open-Publishing

Ho accettato la proposta di Gianni per il viaggio a Mumbai, in quanto ritenevo
necessario sostenere il lavoro del Prof. Nanjundaswamy, che aveva scelto la
strada più difficile, ma per loro la più coerente (poi non sta a noi
giudicare...), per denunciare la situazione attuale della lotta alla
globalizzazione neoliberista, le contraddizioni in seno al WSF ecc.
Inoltre la delicata situazione in cui si trova il Krrs, con il suo presidente
ricoverato in ospedale per via del cancro ai polmoni, che lo portava a non
essere presente nel comitato direttivo del forum alternativo Mumbai Resistance,
mi ha indotto a prendere la decisione di recarmi prima di tutto a Bangalore, per
rendermi conto del suo stato di salute e di come intendevano sopperire a questa
defaillance, nella gestione delle dinamiche del Global Peasant Forum, dentro il
MR2004.

Quindi ecco il resoconto.

Incontro con Gianni a malpensa e viaggiamo per Mumbai, con arrivo nella notte
del 16.
Il battesimo del taxi per raggiugere il posto dove era di stanza Via Campesina,
è stato un po’ ridicolo in quanto l’autista, per una indicazione non corretta ci
aveva portato da tutt’altra parte, sempre l’ospedale dove dovevamo andare, ma la
sede di mumbai anzichè il distaccamento fuori città, nostra reale destinazione.
La trattativa col tassista, che voleva "scaricarci" sul posto se non gli
pagavamo un’altra corsa (non riteneva di aver sbagliato indirizzo), per fortuna
ci è stata facilitata da due gentili indiani che hanno interceduto per noi in
quanto tra il nostro scarso inglese e quello versione hindu del tassista,
probabilmente sarebbe finita poco piacevolmente. Tener conto che ormai erano le
tre di notte ed eravamo un po preoccupati, prima volta a mumbai per entrambi...
Comunque si risolve ed alla fine arriviamo al benedetto J.J. Hospital dove
pernottiamo, dopo aver fatto un tour notturno a Mumbai di almeno 80 Km...
Il mattino seguente decidiamo che mi stacco e mi avvio dinuovo all’aeroporto con
destinazione Bangalore.

All’ospedale oncologico (questo viaggio è tutto un ospedale...) arrivo dopo
pranzo e riesco a rintracciare la stanza di Swamy facilmente in quanto sembra
conosciuto dagli impiegati che mi indicano il posto senza consultare alcunchè.
Arrivo vicino alla camera ed incontro diversi contadini con la sciarpa verde,
che attendono di entrare, qualcuno con delle borse di frutta fresca, tutti
visibilmente dispiaciuti della situazione.
Faccio fatica a tener botta quando lo vedo, in quanto è davvero prostrato, parla
a fatica ed i parenti mi dicono subito che i medici hanno sospeso ogni terapia,
in quanto non reagisce più, il lato destro paralizzato e gonfio, e gli hanno
dato poche ore di vita, che peraltro sono già scadute (per non farla troppo
pesante dico subito che al 23 gennaio, quando sono partito, la situazione era
migliorata).
Mi riconosce e riesco a scambiare poche parole, ma è esausto e mi chiede di
rivederci il giorno dopo, per "parlare dei nostri progetti". Esco, e alla figlia
che tiene un po’ le fila della situazione chiedo se sarà possibile incontrare il
v.presidente Reddy, o qualcun altro della direzione. Capisco che non avevano
minimamente organizzato la sostituzione del Prof. Nanjundaswamy all’interno del
MR2004 !

E’ anche vero che le loro priorità sono altre, e mi sento anche un po’ a disagio
a parlare dei casini che ci sono in corso al WSF.
Comunque contatto Gianni, per metterlo al corrente della situazione, chiedendo
di porre il problema in Via Campesina, per una serie di ragioni: la prima era la
situazione contingente dello stato di salute di Swamy. In secondo luogo si
trattava di aiutarli a gestire il momento, soprattutto in virtù del fatto che un
"pezzo di Krrs" che si era staccato (per dissidi politici con la gestione del
Prof. Nanjundaswamy qualche anno fa dopo la ICC99) dal krrs originale, era
presente all’interno del WSF, e avrebbe tentato di accreditarsi cogliendo
l’occasione propizia della assenza di Swamy. Questa fazione è rappresentata da u
n tale che si chiama (...) Puttanaiah e si presenta come presidente del krrs. Mi
è stato riferito che è uno poco incline a seguire un percorso limpido e si
allea, una volta col bjp (partito di ispirazione fascista), un’altra col cpi
(uno dei partiti comunisti indiani), ed ora è entrato nelle grazie di Vandana
Shiva, la quale ha un contenzioso aperto con il Krrs di Nanjundaswamy da qualche
anno (forse ne dovremo anche parlare, ma in altra sede, perchè sono "affari
loro", solo in parte...) e non si fa pregare per boicottarlo.
Quindi il momento secondo me è delicato e Gianni mi assicura di aver capito,
riferendomi che porrà il problema e mi comunicherà le decisioni di Via
Campesina.

Qui mi aiutano a cercare una camera, ed il giorno dopo (17/1) mi faccio trovare
di nuovo in ospedale.
Incontro anche il Guru che si è preso cura di Swamy e che conduce le
meditazioni. Capisco che si sono gettati su questa ultima speranza, e dimostrano
di essere ottimisti. Swamy nel frattempo sta lentamente recuperando le funzioni
del braccio e della gamba. Ma non riesce ancora a tenere un dialogo. Ascolta
cosa gli dico, ma è evidente il suo deficit di respirazione e cerco di non
assillarlo oltre, anche se sento il suo desiderio di parlare. Scuote la testa in
segno di rammarico per le sue condizioni. E’ comunque molto coraggioso.
Passo la giornata nei paraggi, aspettando nuove da Gianni e nell’attesa che
arrivi qualche dirigente del krrs che nel frattempo stanno cercando per vedere
il dafarsi. Ho modo anche di passare qualche tempo in un cyberpoint dove mi
tengo al corrente di quanto succede al WSF e da dove scrivo in lista.
La sera rientro in camera senza ulteriori novità. Il mattino del 18 sono dinuovo
lì. Vedo il gruppo di contadini con la sciarpa verde (per loro è un simbolo
importante che portano sempre!) e qualcuno viene incontro a salutarmi, si
ricordano del mio viaggio l’anno scorso in occasione della "dichiarazione del
governo parallelo dei contadini".

Nell’anticamera ci sono il vice presidente Shesa Reddy, il Segretario Generale
del krrs (di cui non ricordo il complicato nome) ed Ashok (l’attore televisivo
che praticamente vive per il krrs).
Li saluto rapidamente e passo nella camera dove trovo Swamy più o meno nelle
stesse condizioni, ma col morale abbastanza alto. Come vi ho anticipato nelle
precedenti mail dall’India, si stanno adoperando con metodi "locali",
meditazioni ed altro, che agli occhi di un "asfaltico" come me almeno servono a
tenergli su il morale (so che non è così, ma devo fare il razionale).
Ritorno dagli amici del Krrs che stanno aspettando mie informazioni su quanto
avviene a Mumbai.
Intanto mi confermano che alcune migliaia di contadini sono in viaggio per
raggiungere il forum in tempo per la manifestazione del 20. Racconto loro della
nostra decisione (del Foro Contadino) di sostenere le loro scelte riguardo al
WSF aderendo al MR2004. Entusiasti, mi chiedono qual è la posizione di Via
Campesina. Spiego che la scelta di VC è di tentare una mediazione tra le diverse
posizioni, e che sto attendendo una risposta su come agiranno rispetto alla
situazione di Swamy da me riportata, attraverso Gianni che ne segue i lavori a
Mumbai.

Purtroppo la decisione di VC di attendere la fine del WSF per inviare qualcuno
dei dirigenti per rendersi conto di quanto succede e prendere eventuali accordi
sul da farsi, mi spiazza un po’. Cerco di tamponare con i responsabili del Krrs,
raccontando delle obiettive difficoltà logistiche e soprattutto dei problemi di
"comunicazione" tra la delegazione di VC e i "maoisti" del MR che tutt’altro
hanno in mente tranne il problema dei "contadini" e della purtroppo pericolosa
divisione dei movimenti contadini tra i forum.
A questo punto inizia a profilarsi l’idea di proporre a Swamy di registrare un
video (è Ashok che la propone), un filmato da presentare a mumbai, in conferenza
stampa, sia al WSF che al MR, dove parla delle ragioni del krrs nel scegliere
una posizione tanto dura, e soprattutto un appello affinchè la manifestazione
(possibilmente congiunta) il 20 si svolga in maniera pacifica, nonviolenta,
anche se si tratta di una marcia in centro città fino all’ambasciata americana
per protestare contro le politiche Usa...
Mi pare una buona idea che comunico subito a Gianni, con la speranza che la
colga in tutti i sui risvolti, dicendogli che il Krrs non avrebbe avuto problemi
se questa operazione fosse stata in qualche modo "partecipata" da VC; ma
purtroppo la situazione a Mumbai, in seno a VC è irrecuperabile: non intendono
mettersi in mezzo alle questioni interne del Krrs. Tra l’altro mi conferma
ancora Gianni che il dialogo tra le parti è come tra i sordi. Certo sarebbe
stato tutt’altra cosa se fosse stato presente qualcuno del Krrs tra gli
interlocutori del MR.

Purtroppo è andata così. Gli uomini del Krrs non si crucciano, capiscono la
posizione di VC e comunque decidono di fare tutto di loro iniziativa. Swamy
anche era molto contento di questa idea. Durante la notte avrebbero registrato.
Questa loro determinazione è diventata ancor più forte dopo che hanno visto un
articolo sul WSF, con la foto di Bové, in mezzo a contadini del krrs, e alle sue
spalle lo striscione del "dissidente" Puttanaiah (sul sito c’è la foto).
Il mattino dopo (19/1) non era ancora stato fatto nulla, per le sue condizioni
fisiche, e si arriva solo in fine mattinata a completare la registrazione.
Decidono quindi di partire in tre, oltre al sottoscritto, e fare tutto quello
che è necessario per riprendere il controllo della situazione. Attraverso i loro
riferimenti al MR indicono la conferenza stampa per il tardo pomeriggio e si
parte in aereo per Mumbai. Il tutto sul filo dei minuti. Infatti non si arriva
in tempo per il volo utile e si sale sul successivo, ma ora che entriamo nei
padiglioni del Mumbai Resistance (abbiamo dovuto nel tragitto anche trovare il
modo di fare le copie del comunicato e di altri fogli da dare alla stampa - e
Mumbai non è proprio come roma o qualsiasi altra città nostra...), la conferenza
era saltata.

Avevano concordato l’incontro con i giornalisti il mattino dopo, nel luogo di
assembramento da dove sarebbe partita la marcia verso l’ambasciata Usa.
Nel frattempo l’area del Mumbai Resistance si riempiva di contadini che
arrivavano incessantemente. Si è passati da una presenza dei giorni prima di
massimo un migliaio di persone a 8-10 mila: tutti contadini, la maggior parte
del Krrs. La notte si avvicinava e la mia emozione per essere lì in quel
momento, in mezzo a tutti quei contadini che arrivavano con mogli, figli,
anziani e giovani, era incontrollabile. Ho continuato a scattare foto, senza
peraltro acorgermi che in quelle condizioni di luce non potevano che venire
male, ma qualcuna è sufficientemente eloquente. Non ho sonno, la gente continua
ad arrivare e diligentemente si trova un angolo dove riposare. Dopo aver
occupato tutti gli spazi al coperto, si allungano nello spiazzo all’aperto. Non
fa freddo, ma dopo un po si sente l’umidità che si posa sui vestiti. Quando
decido di trovarmi un giaciglio, faccio giusto in tempo ad addormentarmi che il
trambusto della gente che si sta alzando mi sveglia. Sono le cinque del mattino.
Mi stupisce vedere tutti (ho controllato, proprio tutti!) con uno spazzolino in
bocca o un ramo da masticare per pulirsi i denti, che si avviano a cercare
dell’acqua e un angolo dove lavarsi. Sono certo di essere stato l’unico a non
partecipare a quel rituale! ma mi sono rapidamente ripreso e in mezzo allo
scattarramento generale (scusate, ma è proprio così, e chi ha notato questa
abitudine degli indiani, sa a cosa mi riferisco), anch’io mi sono avviato verso
i margini del campo a fare "toeletta"...

Poi quando vedo che iniziano ad uscire dal campo, chiedo a Shesa come mai si
muovono così presto: in fondo l’appuntamento è per le 2 del pomeriggio, in
centro a Mumbai. Mi dice che la sera prima hanno fatto circolare la voce che
poichè la manifestazione non aveva ricevuto le necessarie autorizzazioni, il
comitato organizzatore aveva deciso di far arrivare la gente alla spicciolata,
nel luogo convenuto, in modo da non generare inutili ritorsioni dalla polizia.
Solo che il posto era a 15 Km di distanza, quindi poichè la maggior parte della
gente non aveva neanche i soldi per prendere mezzi pubblici, si avviava a piedi!
E così nel giro di un paio d’ore quasi tutti si sono incamminati per raggiungere
la piazza del raduno nel centro di Mumbai.
Io che ero in giro con le mie stampelle per un problema alla schiena, mi sono
cercato un riksciò, ma vergognandomi di prenderlo in mezzo a quella folla che
andava a piedi, per salvarmi la coscienza... ho attraversato il viale e sono
salito su uno di quelli che portava i delegati al WSF... (il cui ingresso era
proprio di fronte a quello del MR).
Sono arrivato nella piazza alle 8,30 del mattino (20/1) e dalla presenza dei
poliziotti che si organizzavano ho capito che era proprio quello il posto. I
primi gruppi di contadini hanno incominciato ad arrivare verso le 11, e
pianpiano la piazza si andava riempiendo. Nel frattempo ho incontrato i
dirigenti del Krrs che mi hanno detto di aver già avuto alcuni contatti con i
giornalisti, e che comunque erano soddisfatti di come si erano messe le cose per
loro. Bene.

Nel frattempo, dopo alcune consultazioni tra gli organizzatori, si era sparsa la
voce che non si sarebbe forzato il divieto di manifestare, in quanto era
nell’aria che comunque qualcuno avrebbe provato ancora una volta ad uscire alla
spicciolata per raggiungere l’ambasciata americana. Penso che l’intervento dei
dirigenti del Krrs, anche in virtù dell’appello di Swamy, abbia indotto comunque
a desistere e restare tutto il giorno a manifestare all’interno della piazza,
dove avevano nel frattempo eretto il palco e iniziato a parlare.
Così è arrivata la sera e a piedi come erano arrivati, a piedi, questa volta in
unico corteo, si sono diretti verso le stazioni dei treni, per rifarsi anche
25-30 ore di viaggio per ritornare a casa.
Ho parlato con diversi che arrivavano dal nord, dai confini col Pakistan, oltre
1500 Km, con altri dal Bangladesh, e dal sud, forse più distanti ancora...
Queste cose ti fanno restare senza parole.
Per quanto riguada me, sono ritornato al campo del MR, dove c’erano una trentina
di persone che passavano la notte e mi sono aggregato a loro per dormire. Il
mattino dopo ho raggiunto l’ostello di VC, e finalmente dopo due notti senza
lavarmi, sono riuscito a prendere una doccia, in un ambiente confortevole. Ho
avuto modo di parlare sia con Nico Verhagen che con Paul Nicholson di quanto
avvenuto. Tra l’altro avevano deciso di mandare Paul da Swamy il 24. Mi hanno
incaricato di provvedere a fargli il biglietto in aeroporto (e ne ero felice
così potevo essere certo che davvero sarebbero andati...). In più gli ho fatto
vedere il giornale con la foto di Bové e lo striscione di Puttanaiah, e dopo un
primo imbarazzo, mi confermavano che oltre ad essere stata una iniziativa sua,
non di VC, molto probabilmente era stato "preso in mezzo" dal tipo che cercava
un modo per introdursi ed accreditarsi.

Brutte storie, in effetti ne hanno anche loro di casini... I dirigenti del Krrs,
da una parte sperano di non essere tagliati fuori da VC, ma dall’altra ti
accorgi che andranno avanti per la loro strada, senza troppi compromessi. In
queste storie ci saranno anche insegnamenti per noi?
Certo è che le realtà sono così diverse! In fondo come noi facciamo fatica a
capirli, anche loro non comprendono molti nostri atteggiamenti: per tutti vale
la "discreta" polemica a distanza lanciata dal Prof. Nanjundaswamy nei confronti
di Bové, al quale ha detto se davvero gli sembrava dignitoso accettare la
richiesta di grazia per evitare il carcere... Questa loro attitudine ad essere
fino in fondo coerenti, sovente li mette in contrasto con noi occidentali. E poi
detta da gente che entra ed esce dalle prigioni, senza banfare, per difendere i
loro diritti, mi sembra una critica accettabile. Ma non tutti lo digeriscono.
L’ultima sera all’ostello di VC partecipo alla cerimonia di scambio dei semi:
una "mistica" organizzata dalla delegazione delle contadine cilene, con i
brasiliani e qualcuno dell’indonesia.

Il lavoro che stanno facendo è davvero imponente. Raccolgono e coltivano le
antiche varietà, se le scambiano e ne promuovono la conservazione e il baratto
tra i contadini. Un’altra esperienza da approfondire. Come ti avvicini a questi
"incivili" ti rendi conto che abbiamo tutto da imparare. Si, facciamo anche noi
cose simili, ma senza la motivazione che hanno loro. Quello che mi colpisce
sempre di più è che non provano vergogna a chiamarsi companeros e poi prendersi
per mano per celebrare con una cerimonia il legame con madre natura.
Sono persuaso che non ci potrà essere futuro nel lavoro della terra, se non
impariamo una volta per tutte a rispettarne le leggi naturali, se non scendiamo
dal nostro piedistallo tecnologico e scientifico, ed impariamo a vivere in modo
un poco meno razionale, con un po’ più di amore per le cose viventi e la
consapevolezza che il mondo non gira intorno a noi, anzi.
Mah, sarà il mal d’India?

Spero di essere stato utile...con questo resoconto. Forse potevo essere più
conciso, ma ho omesso già un mucchio di cose. Prendetela così.

Renato