Home > Enzo Baldoni: giorno per giorno l’angoscia dell’attesa
Enzo Baldoni: giorno per giorno l’angoscia dell’attesa
Publie le venerdì 27 agosto 2004 par Open-Publishingdi red.
Di Enzo Baldoni si perdono le tracce venerdì scorso. Di seguito una cronologia.
VENERDÌ Il primo allarme è di venerdì sera: l’inviato di Repubblica, Luca Fazzo, informa che Baldoni, collaboratore del Diario, è scomparso da 24 ore. Anche l’ambasciata italiana a Baghdad - che quotidianamente svolge controlli per avere notizie sui connazionali presenti nel Paese - ha perso il contatto con il giornalista. Non c’è ancora, però, eccessiva preoccupazione: il giornalista non ha un telefono satellitare e quindi potrebbe trattarsi di semplici difficoltà di comunicazione. SABATO - Il giorno dopo cominciano a circolare voci di un rapimento; nel pomeriggio, la notizia che nei pressi di Najaf è stato trovato il cadavere dell’interprete che accompagnava Baldoni (anche se manca un riconoscimento ufficiale) accresce la tensione sulla sorte del giornalista.
DOMENICA Domenica è il terzo giorno di silenzio e di preoccupazione, appena stemperata da una buona notizia sul fronte - sempre più affollato - dei sequestri: la liberazione del giornalista americano Micah Garen.
LUNEDÌ Lunedì non porta nessuna novità. Cresce l’ansia dei familiari che a Preci, in Umbria, sono in continuo contatto con la Farnesina e con la Croce Rossa. Il direttore della Tv araba Al Jazira, l’emittente che ha spesso trasmesso video con ostaggi ricevuti dai sequestratori, in una intervista al TG5 dice di non avere informazioni sulla scomparsa di Baldoni, auspica una soluzione positiva della vicenda e difende la linea editoriale della sua emittente a proposito dei video dei sequestrati.
MARTEDÌ E proprio Al Jazira, il giorno dopo, permette di sapere che il giornalista è vivo e, apparentemente, sta bene. È, come in altre occasioni, un video a rivelarlo. L«’esercito islamico» rivendica il rapimento e Baldoni pronuncia il suo nome e aggiunge poche parole. Il video è preceduto da una comunicato nel quale viene intimato all’Italia di ritirare le sue truppe dall’Iraq entro 48 ore, altrimenti non sarà garantita «la sicurezza dell’italiano o la sua vita». Poco dopo Palazzo Chigi diffonde una nota: il Governo è impegnato per far tornare in libertà Enzo Baldoni, ma ribadisce che la presenza italiana, «militare e civile» in Iraq continuerà. Per i familiari del giornalista, per gli italiani che hanno seguito con ansia il silenzio dei giorni scorsi, il video di Al Jazira è anzitutto un momento di sollievo: l’italiano è vivo e sembra star bene. Si può ricominciare a sperare.
MERCOLEDÌ La famiglia del giornalista lancia un appello televisivo chiedendone la liberazione e definendolo come un uomo di pace, «che tentava di salvare vite umane a Najaf, offrendo il suo aiuto ad un convoglio della Croce Rossa, nello spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto i suoi pensieri e le sue azioni». L’ appello dei due figli viene anche trasmesso da al Jazira. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’ intervista alla stessa emittente qatariota, sottolinea come il giornalista era impegnato per alleviare le sofferenze del popolo iracheno.
GIOVEDÌ Maurizio Scelli, commissario della Croce rossa, impegnata nella ricerca di una soluzione alla vicenda di Baldoni, si dice ottimista, ma non nasconde la sua preoccupazione. In serata cominciano a circolare voci che indicano una conclusione tragica della vicenda, confermate dall’ annuncio di al Jazira
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&topic_id=37224