Home > Estate in città
di Stefano Olivieri
Perché non posso lasciare il lavoro. Perché la folla al mare mi da la nausea. Perché non mi va di lasciare il cane in pensione che poi soffre la sindrome dell’abbandono. Perché mi voglio finalmente girare tutti i musei in pace. Perché ho la nonna che sta male e gli altri parenti non la possono tenere. Perché ho deciso di rifare il bagno e ho gli operai per casa. Oppure perché d’estate mi voglio godere la città, vuota e senza traffico, tutta per me, alla faccia di chi mi vuole male.
Ce ne sono di ragioni per passare l’estate in città. Tante e tutte più o meno verosimili e convincenti, da esibire con noncuranza e una scrollatina di spalle a chi ti fa la fatidica domanda : “E voi invece, dove ve ne andate di bello...?” Eppure fra tanti motivi ce ne è uno che soprattutto la classe media, che comincia a scivolare velocemente verso un disagio mai prima sconosciuto, ha grande difficoltà ad esprimere, esplicitare : la drammatica e inconfessabile mancanza di soldi.
Vero è che le vacanze “mordi e fuggi” hanno modificato lo scenario urbano a cui eravamo abituati fino al decennio scorso. Quando si prenotava da un anno all’altro la casa al mare per un mese intero, e ci si trasferiva con le valigie, se c’era anche con la gabbia del canarino. Erano vere e proprie transumanze che desertificavano le metropoli, si avevano “gli amici del mare” e quelli di città, sempre gli stessi, generazione dietro generazione. Oggi si prenota via internet una settimana in una località visitata soltanto sullo schermo, poi si arriva sul posto, si consuma la vacanza tutto compreso come un panino e si torna a casa più stanchi di prima, ma con la memory card della fotocamera digitale gravida di istantanee da mostrare agli amici lividi di invidia. Addirittura c’è chi cerca proprio le vacanze al buio, andando all’aereoporto e aspettando l’occasione del last minute offerta a prezzi stracciati, che sia Giamaica o Dolomiti poco importa. Così la città comunque non si svuota mai del tutto e a causa delle ferie smozzicate si riduce a soli quindici, venti giorni al massimo il periodo di drammatica desolazione urbana che vive chi resta in città anche durante ferragosto. C’è insomma modo, per chi prima era abituato a farle le ferie e adesso non ha nemmeno i soldi per un week end - ma dovrebbe piuttosto andarsi a nascondere chi ha messo in ginocchio l’Italia.. - di confondersi in questa caotica folla di vacanzieri che arrivano e partono di continuo. Basta attrezzarsi con un po’ di spesa nel congelatore, un buon abbronzante e una sdraio in balcone e il gioco è fatto. Si esce di casa dopo una settimana sfoggiando una tintarella da sballo, e se gli amici ci chiedono di vedere le foto delle nostre vacanze replicheremo dispiaciuti : “Non mi ci far pensare ! Pensa che mi hanno rubato la telecamera appena arrivati al villaggio !”.
E invece siamo rimasti tutto il mese a casa, e magari ogni mattina ci siamo alzati di buon ora per andare al lavoro. Gustandoci, quasi centellinando lo scarso traffico, i tanti posteggi a disposizione, l’assenza al lavoro del capo e di tanti colleghi antipatici che siamo costretti a sopportare durante il resto dell’anno. Poi la sera passeggiata strascicata con le giapponesi ai piedi fino al cocomeraro in piazza, e alla fine a casa a vedere il film degli anni trenta in tarda serata - anche la tv va in ferie - con la pantofola in mano per ammazzare le zanzare che poi finiscono sempre per pizzicarti, le sadiche, sotto la pianta del piede. E se proprio ci vince la paranoia del bagno a mare, possiamo sempre incolonnarci una mattina sulla Cristoforo Colombo verso Ostia, contribuendo a disegnare quello scenario straordinario del fiume di auto ferme sull’asfalto rovente che fa riflettere molti studiosi sul fatto che forse non è poi così scontato che l’uomo discenda dalle scimmie : quelle d’estate se ne stanno fra le fresche fronde a mangiare banane, mica sono sceme a passare cinque ore in auto per stare a mollo in un liquido caldo e puzzolente che già alle dieci di mattina è più urina che acqua di mare.
Per fortuna l’estate sta già finendo. Dopo ferragosto ci hanno annunciato - li attendiamo con un briciolo di sadica gelosia per chi adesso è a mollo in villeggiatura - temporali in grande stile su tutta la penisola, che arriveranno in coincidenza con la ripresa dei lavori parlamentari e con l’annuncio, da parte di Berlusconi, della soluzione della caccia al tesoro estiva, dove cioè Siniscalco & c. saranno riusciti a trovare quei famosi 24 miliardi di euro con cui risanare il bilancio del paese. Così avremo certamente più di un motivo valido, aprendo l’ombrello sotto l’acquazzone, per gridare a squarciagola: “Piove, governo ladro !”