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FALLACI E LIBONI. PENNE E PISTOLE

Publie le sabato 7 agosto 2004 par Open-Publishing

FALLACI E LIBONI. PENNE E PISTOLE.

Non sfugge ad un osservatore attento la grande superesposizione mediatica di questi giorni di due personaggi dei quali, uno morto ammazzato da un carabiniere e sepolto ieri pomeriggio. L’altra, scrittrice, che sforna opere ripetitive, aiutata a dismisura dai mass media, dove sfoga la sua rabbia contro l’Islam e contro "i codardi".
Entrambi sono stati dati in pasto all’audience radiotelevisiva e ai lettori di giornali. Liboni, ovviamente, come esempio negativo e relitto della società irrecuperabile, è stato per giorni e giorni rivoltato come un calzino anche da cadavere. Romanzato per i suoi amori svizzeri e cingalesi. Il suo paese, Montefalco, è divenuto famoso. Il fratello infermiere è stato interpretato e, senza che lui avesse pronunciato una parola, è stato diffuso il suo pensiero, il suo stato d’animo e le sue paure.
Contemporaneamente ai fotogrammi di Liboni sale sulle cronache fino alla nausea la pubblicità del nuovo libro della Fallaci. Il TG5 fa un’operazione rarissima rispetto alla pubblicità dei libri: un lungo servizio sul libro della Fallaci con immagini, la lettura di alcune parti, rigo per rigo. Sembra quasi si sia riformato in questo superlancio della Fallaci il grande tandem economico tra TG5 e Corriere della Sera sperimentato nella raccolta fondi dopo i recenti terremoti.
Intanto il Ministro Castelli, dopo aver rimproverato Pisanu per la sua linea moderata nell’ordine pubblico, fa appello a tutti gli intellettuali del centro-destra perchè non lascino sola la Fallaci in questa battaglia "culturale". Coerentemente la Lega Nord lancia il progetto di legge regionale per l’arresto dei Barboni. Intanto proprio ieri, un gioielliere, durante una rapina, ha impugnato la sua pistola e, con due colpi, ha fatto secco il giovane ladruncolo armato di pistola giocattolo. Vedremo crescere questo tipo di violenza occhio per occhio? D’altronde, quel giornalismo che presenta una pletora di cronache nauseanti dell’uccisione di Liboni e il libro della Fallaci rappresentano l’humus culturale che induce a sentirsi sempre più insicuri e in pericolo e a cercare riparo dietro un pistola per uccidere o farsi uccidere.
Probabilmente, un domani, attenti studiosi dei fenomeni sociali potranno valutare quante vittime avranno fatto le penne e quante la pistola di Liboni.